Il lavoro e l’entertainment sono ibridi: il futuro dei pc portatili è pieghevole
Di computer ibridi si parla da anni, da quando il classico notebook ha lasciato spazio all'ascesa esponenziale dei portatili 2 in 1 capaci di trasformarsi in tablet e viceversa
di Gianni Rusconi
3' di lettura
Siamo nell'era della produttività e dell'intrattenimento ibrido. Stare al pc rimbalzando fra una postazione e l'altra (casa, coworking, ufficio oppure direttamente in viaggio) è un'abitudine che interessa molti fra professionisti, manager e studenti. E la flessibilità che può garantire l'oggetto tecnologico con cui si lavora o ci si diverte guardando film e serie Tv fa spesso fa la differenza. Di computer ibridi si parla da anni, da quando il classico notebook ha lasciato spazio all'ascesa esponenziale dei portatili 2 in 1 capaci di trasformarsi in tablet e viceversa. Uno dei fattori che ne hanno decretato il successo, oltre alla tecnologia touchscreen, è la convergenza dei formati, che ha cambiato faccia al “laptop” così come l'abbiamo sempre conosciuto. Il principale vantaggio dei portatili 2 in 1 è infatti la possibilità di “switchare” comodamente tra la modalità notebook e quella tablet, separando lo schermo dalla tastiera oppure ruotando il display di 360 gradi per sovrapporlo alla stessa. Asus è stata un'apripista di questa trasformazione (la casa taiwanese, del resto, aveva rotto gli schemi introducendo circa 15 anni fa i primi netbook EeePc) e tutt'oggi dedica agli ibridi una fetta del proprio catalogo con i modelli Flip delle famiglie Zenbook, Vivobook e Chromebook.
Anche altri nomi di primo piano come Lenovo e Hp (con la linea Spectre x360 in modo particolare) hanno puntato sul fattore 2 in 1, pur senza rinunciare al classico formato: i nuovi ultrasottili Yoga Slim 7 Carbon e Yoga Slim 7 Pro (con schermo touch da 16 pollici) della casa cinese ci dicono che il notebook non è assolutamente morto ma che ha bisogno continuamente di evolvere, nelle prestazioni e nella user experience.
Un discorso a parte meritano Apple e Microsoft. La casa di Cupertino, come da tradizione, è ferrea in alcuni principi che l'hanno portata nell'Olimpo tecnologico. I MacBook non sono apparecchi concepiti per essere un device 2 in 1 perché l'esperienza touch della Mela (al momento) si chiama iPad. Il mini di sesta generazione con display Liquid Retina da 8,3 pollici è l'ultimo esemplare della specie fra prestazioni (assicurate dal chip A15 Bionic, lo stesso dell'iPhone 13), connettività 5G e intelligenza (16 i cervelli che alimentano il motore neurale). Costa però 729 euro (nella versione top), quanto un buon portatile convertibile. L'ultima infornata del gigante di Redmond, invece, rende bene l'idea di come il computing mobile stia vivendo una fase di grande trasformazione che strizza l'occhio agli schermi pieghevoli.
Surface Pro 8 e Surface Go 3 sono gli apparecchi 2 in 1 alfieri del nuovo sistema operativo Windows 11 mentre il Surface Laptop Studio è un ibrido con schermo touch da 14 pollici ad altissima risoluzione che si appoggia alla tastiera per essere usato come un tablet. Un oggetto poliedrico, potente e costoso (1600 dollari) e che Italia non si vedrà prima del 2022.Pc pieghevoli: solo un vezzo stilistico?L'idea che serva un doppio display per rendere il multitasking un'operazione realmente efficace è nata quando l'esigenza di scorrere, modificare e controllare simultaneamente documenti, immagini e pagine Web ha messo completamente a nudo i difetti del design dei tradizionali notebook. I computer foldable potrebbero superare, ma non è certo scontato, anche i limiti dei device a doppio schermo caratterizzati da cerniere estremamente visibili. Nei pc pieghevoli è infatti il display stesso del computer a piegarsi in due come un libro, senza giunture e senza soluzione di continuità, per aumentare la qualità di visione dei filmati in streaming e delle presentazioni a tutto schermo. Una sfida tecnica (meccanica, elettronica e strutturale) complessa che ancora deve vincere la partita dell'esperienza d'uso. I ThinkPad X1 Fold di Lenovo con pannello da 13 pollici Oled sono di fatto il primo e unico esempio di foldable pc in commercio (costano nell'ordine dei 3.500) e sposano in toto le virtù di strumento innovativo, ultraportatile, potente e versatile, ma con tutti i difetti di gioventù del caso. All'orizzonte si profila ora il debutto del Galaxy Book Fold 17 di Samsung, produttore che con gli schermi pieghevoli ci lavora da anni in ambito smartphone (i Galaxy Z Fold3 e Z Flip3 gli ultimi nati). Dovrebbe essere un pc a tutto schermo e senza tastiera fisica, quello dell'azienda coreana, che consentirebbe di portare il multitasking a un livello superiore. Di sicuro è la conferma che l'industria del computing ha voglia (e necessità) di sperimentare.
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