Il leader vulnerabile: come costruire un’organizzazione pronta al cambiamento
Flessibilità, capacità di utilizzare i dati e di costruire un dialogo costante con i dipendenti sono alla base di una buona gestione dei team
di Lea Kimpele *
5' di lettura
Negli ultimi anni, quando si parla di futuro del lavoro, il tema si connette inevitabilmente all’esperienza della pandemia: l’emergenza sanitaria, con i conseguenti lockdown, ha messo le aziende di tutto il mondo davanti alla necessità di trovare nuovi strumenti digitali, soluzioni e metodi per comunicare, prendere decisioni, attivare progettualità anche a distanza. Le organizzazioni uscite con maggiore successo dall’esperienza del Covid sono state quelle che, pur coscienti di non sapere esattamente cosa stesse succedendo, hanno deciso di adattarsi e cogliere l’emergenza come un’opportunità di cambiamento piuttosto che come un intoppo nella quotidianità lavorativa.
Il Covid ha solo accelerato una conversazione a cui, prima o poi, saremmo comunque arrivati e che ruota attorno a una domanda: come cambierà il lavoro nei prossimi anni e quali capacità saranno richieste ai leader per gestire i propri team e guidarli verso il futuro?
La vulnerabilità sembra la risposta principale a questa domanda: vista non come una debolezza ma al contrario come la capacità di accettare il rischio e la possibilità di fallimento, legata poi a flessibilità, agilità e capacità da un lato di utilizzare i dati, dall’altro di costruire un dialogo costante con i dipendenti per garantire la giusta motivazione.
1) Leadership vulnerabile - Da tempo ormai ci si è allontanati dall’idea che il leader sia il massimo esperto di uno specifico settore. Il suo ruolo, oggi, è piuttosto quello di abilitare e costruire la sicurezza del team, assicurarsi che le persone siano motivate e che le decisioni vengano prese in sinergia. In tale contesto, una delle prime competenze che i leader dovranno apprendere è proprio la vulnerabilità. Il rischio è parte integrante del successo e ciascun leader è chiamato sempre a prendere in considerazione l’eventualità di un fallimento. Ammettere questa verità non è una debolezza, e spetta a chi detiene la leadership non far percepire la vulnerabilità come un aspetto negativo o come un valore da nascondere. Condividere le proprie debolezze consente di rafforzare il rapporto con il proprio team e consente la trasparenza.
2) Approccio flessibile - L’emergenza sanitaria ci ha insegnato a guardare all’individuo, a ciò di cui necessita per svolgere al meglio il suo lavoro: di conseguenza, il dibattito si orienterà sempre più non tanto sul definire se sia meglio lavorare da casa o in ufficio, quanto sulla necessità di garantire flessibilità alla propria organizzazione. Questo comporterà la necessità di adattare o cambiare la propria cultura organizzativa e aggiungerà nuove sfide per i futuri leader.
Non avere più tutti i dipendenti disponibili all’interno della stessa stanza porterà a porsi nuove domande su come valutare la performance del team, sulle metodologie e sugli strumenti più efficaci, per esempio, a svolgere riunioni da remoto, a lavorare contemporaneamente sullo stesso progetto o a prendere decisioni. In questo sicuramente gli strumenti digitali di cui disponiamo per la comunicazione tra team - ad esempio piattaforme di messaggistica istantanea, per l’archiviazione e condivisione di file, per la definizione e gestione degli obiettivi di team, per creare visibilità e consentire di lavorare in modo asincrono - potranno essere ottimi alleati.
3) Navigare nell'ambiguità - I leader e le organizzazioni dovranno imparare ad accogliere velocemente il cambiamento e le nuove tendenze mettendo in pratica la cosiddetta leadership agile: questo concetto, inizialmente radicato nello sviluppo software e riferito a team auto-organizzati, è oggi utilizzato per denotare più in generale un approccio alle persone che si concentra sul potenziamento dell’adattabilità in ambienti aziendali altamente dinamici e complessi.
Per i leader tutto questo si traduce nel sentirsi a proprio agio nel non avere risposte immediate e, piuttosto, nel creare insieme il processo decisionale, nell’elaborazione rapida di idee, nel mettersi alla prova e condividere gli errori in ottica di apprendimento. Invece di concentrarsi su progetti a lungo termine, dunque, sarà sempre più importante imparare a muoversi nell’immediato e non fare previsioni oltre i due anni: è un cambio di mentalità difficile, ma necessario.
4) I dati come risorsa per assicurare diversità e inclusione - I dati saranno un enorme pilastro su cui i futuri leader, supportati dal team delle risorse umane, potranno appoggiarsi per assicurare diversità e parità di trattamento dei lavoratori: permetteranno, per esempio, di analizzare il tasso di promozione o di verificare l’esistenza di una sana inclusione salariale; si guarderanno alcuni marcatori di diversità, per esempio una sana parità di genere nelle posizioni di leadership. Con l’aprirsi delle ricerche di talenti a livello globale e il costituirsi di team dislocati in tutto il mondo, sarà infatti sempre più importante lavorare sui concetti di collaborazione, appartenenza, inclusione ed esperienza dei dipendenti per garantire alle persone un trattamento trasparente ed equo.
5) Comunicazione interna e comunicazione bidirezionale - In un mondo volatile, dove i cambiamenti sono rapidi, la comunicazione è sempre più importante per assicurarsi che i propri dipendenti si sentano supportati, motivati e capiscano qual è la direzione dell’azienda. Bilanciare come e quali messaggi vengono inviati è importante: le persone, infatti, vogliono capire cosa sta succedendo nella loro organizzazione e qual è il contesto, senza essere bombardati da messaggi che potrebbero non essere rilevanti per il team. Avere una strategia di comunicazione interna è, quindi, fondamentale. Inoltre, per i leader è importante dialogare con la propria squadra, comprendere quali siano le motivazioni.
Uno dei fenomeni su cui c'è più dibattito oggi è il quiet quitting. Si tratta di una pratica in cui i dipendenti sono disposti a svolgere solo lo stretto indispensabile compatibilmente con le ore definite da contratto, rifiutando di fare straordinari, aderire a progetti extra e assumersi ulteriori responsabilità. Una conferma del fatto che serve ripensare i rapporti tra leader e impiegati e creare nuove forme di coinvolgimento e interazione.
Spesso, ad esempio, nelle aziende si intervistano i dipendenti solo nel momento in cui lasciano l’azienda quando è ormai troppo tardi. Sarebbe più utile, invece, offrire occasioni di dialogo costanti perché il grado di soddisfazione dei dipendenti aumenta se questi si sentono supportati e incoraggiati. In questi casi, avere a disposizione gli strumenti e i software più recenti può essere molto utile per accelerare il processo e offrire raccolte di dati puntuali, precisi e pertinenti che possono essere convertiti in insight immediatamente fruibili.
6) Mission aziendale chiara - La mission aziendale è un punto fondamentale all’interno della pianificazione strategica ed è una funzione chiave della gestione di un’organizzazione. Allocare le risorse e garantire che tutti lavorino verso obiettivi e traguardi comuni è ormai diventato fondamentale. Tuttavia, affinché la pianificazione strategica sia efficace, sono necessari due strumenti importanti: una visione e una mission aziendale chiare. È importante quindi che i leader si interroghino su quanto per i propri dipendenti la mission sia chiara e quanto questi siano consapevoli del valore che il loro lavoro aggiunge all’azienda.
Tutto ciò si collega al tema della comunicazione interna: questi messaggi, infatti, devono essere ripetuti con frequenza e connessi al lavoro di tutti i giorni. In SumUp, per esempio, sappiamo che il nostro obiettivo come azienda è sostenere i piccoli commercianti offrendo loro strumenti semplici, convenienti e adatti alle loro esigenze per gestire le attività quotidiane, dai pagamenti in negozio e online al monitoraggio delle proprie finanze, fino alle relazioni con i clienti. Quello che facciamo è assicurarci che sia sempre più chiaro e condiviso da tutti i team e che quindi si lavori tutti nella stessa direzione per un obiettivo comune.
* Head of People Development, People Tech and Analytics - SumUp
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