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Il mercato batte la crisi, ma gli operatori temono la Brexit-crazia

Il settore ha quasi recuperato i dati pre-Covid, ma sul futuro incombono le procedure che complicano l’export e le grandi commesse

di Nicol Degli Innocenti

2' di lettura

Brexit, pandemia, guerra in Ucraina, inflazione e aumento del costo dei materiali: non sono tempi facili per chi opera sul mercato britannico, ma le imprese italiane sembrano riuscire a superare ogni ostacolo. L’export italiano di arredamento nel 2021 è aumentato del 22,9% rispetto al 2020, raggiungendo quota 1,295 miliardi di euro. Un recupero che porta il settore a sfiorare gli 1,3 miliardi toccati nel 2019.

L’anno in corso mostra progressi ancora più rilevanti. «Il Regno Unito si conferma sempre di più come un mercato chiave per l’export italiano di mobili – spiega Giovanni Sacchi, Direttore Agenzia Ice, ufficio di Londra –. Secondo i recentissimi dati delle dogane inglesi, il primo trimestre 2022 ha fatto registrare un balzo del nostro export di mobili del 51%, superando i 263 milioni di sterline e raggiungendo una quota di mercato dell’8%. L’Italia ha così consolidato la sua posizione di primo fornitore di mobili di design nel Paese».

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Il Regno Unito resta il quarto mercato per l’export italiano dopo Francia, Germania e Stati Uniti, ma per quanto riguarda l’anno in corso ci sono alcuni punti interrogativi. Innanzitutto la Brexit, che chiaramente non ha scalfito la domanda di design made in Italy, ma ha creato complessità burocratiche e problemi in dogana sul trasporto dei materiali, che però le aziende hanno imparato a gestire.

La conseguenza più penalizzante dell’uscita dalla Ue è la difficoltà nel trovare personale specializzato, come site manager, architetti o project manager. Gli operatori sul campo si lamentano di minore disponibilità sul mercato del lavoro, di procedure di assunzione estremamente complesse e di difficoltà nel reclutare personale in Europa, che prima era la norma.

Un altro problema per il settore è l’impennata dell’inflazione che sta facendo lievitare i costi dei materiali e che soprattutto rende difficile fare previsioni nel firmare contratti di lunga durata. L’aumento del costo della vita ai massimi da quarant’anni ha anche un impatto sul mercato domestico britannico, portando i consumatori a essere molto più cauti e restii a prendere decisioni.

Per un settore di alta gamma come l’arredo di design, l’allontanamento degli oligarchi da Londra in seguito alle sanzioni imposte dal Governo britannico avrà un impatto significativo. Molti clienti e investitori russi sono spariti dal mercato, ma la loro assenza verrà compensata da milionari asiatici, americani o mediorientali. Londra resta una calamita per i ricchi del mondo e un mercato estremamente dinamico.

La Gran Bretagna rimane un mercato strategico non solo per le opportunità che offre Londra con le sue centinaia di progetti immobiliari, le sue migliaia di gru e i suoi tanti miliardari, ma anche perché la capitale rappresenta una vetrina prestigiosa e un trampolino di lancio.

I grandi studi di progettazione, architettura e interior design di Londra hanno base nella capitale ma contatti con tutto il mondo e gestiscono grandi progetti immobiliari su scala globale. Per le imprese italiane dell’arredo di design quindi conquistare il mercato londinese significa aprirsi una finestra sul mondo.

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