i numeri e la struttura

Il mercato delle due ruote regge l’onda della crisi Covid

Secondo le stime il 2020 si chiuderà con un calo limitato al 6-7 per cento. La vitalità del settore è un segnale chiaro della direzione che sta prendendo la mobilità urbana

di Simonluca Pini

4' di lettura

Poteva andare decisamente peggio, infatti il mercato moto nel 2020, lungi dal poter essere definito una splendida annata, ha retto l’ondata della crisi dei consumi generata dalla pandemia. I dati di immatricolazione delle due ruote infatti sono migliori di quelli delle auto. Quest’ultimo mercato pronto chiudere l’anno con una perdita stimata di circa il 20% a fronte di un calo contenuto al 6/7% per le due ruote. Dopo un novembre chiuso con il segno positivo, il mercato di moto e ciclomotori concluderà “l’Annus horribilis” dell’industria italiana con un risultato oltre le più rosee aspettative dopo gli scoraggianti -66% di marzo e -97% di aprile.

Queste percentuali servono realmente per far capire l’inversione di rotta del mercato dopo il primo lockdown ad inizio anno, evento che chiuse tutte le concessionarie italiane. Una volta riaperte però è tornata evidente l’importanza delle due ruote per gli italiani, a partire dal +37.3% di giugno fino al 41.2% di agosto.

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Nonostante un reale supporto dello Stato, maggiormente concentrato su monopattini e biciclette, i numeri per l’ennesima volta confermano come scooter e moto siano una reale alternativa all’automobile e soprattutto ai mezzi pubblici.

Infatti le due ruote non sono solo piacere e divertimento ma anche lo strumento ideale per gli spostamenti quotidiani, visto le carenze legate al trasporto pubblico (e relativa sicurezza considerata la pandemia di Covid-19) a livello nazionale. Se in una città come Milano presa spesso come esempio in materia di piste ciclabili e alternative al mezzo privato, si può scegliere tra metropolitana, tram, car sharing a due o quattro ruote e monopattini a noleggio sparsi per tutta la città, analizzando la situazione infrastrutturale nella penisola le due ruote tornano il mezzo in molte aree urbane ricche di traffico ma carenti sul fronte mezzi pubblici.

La conferma arriva dai veicoli costantemente in cima alle classifiche di vendita tutti i mesi dell’anno, ovvero il trio di scooter nipponico (ma dal dna italiano dato che vengono assemblati nello stabilimento di Atessa) Honda Sh 125, Sh 150 e Sh 300 a cui si aggiunge il Piaggio Beverly 300 al terzo posto nella classifica degli scooter più venduti tra gennaio e settembre 2020. In questi quattro modelli ritroviamo grande funzionalità d’uso, costi contenuti di esercizio e una maneggevolezza perfetta per l’ambiente cittadino.

Passando alle moto ritroviamo l’importanza della varietà di utilizzo, che si traduce in moto adatte sia all’utilizzo quotidiano e al tempo stesso ad affrontare viaggi da migliaia di chilometri. La classifica gennaio-settembre e i successivi mesi dell’anno vedono la posizione più alta del podio conquistata dalla Benelli Trk 502 e 502 X, apprezzata per la dotazione completa a fronte di un prezzo da maxi scooter. Secondo posto (che diventerebbe il primo sommando la versione Adventure) per la Bmw R 1250 Gs, recentemente aggiornata e da 40 anni punto di riferimento per i viaggiatori (alto-spendenti) a due ruote. La tecnologia è diventata uno dei valori aggiunti della due tedesca, come dimostra il lungo elenco di accessori presenti: le nuove versioni delle Gs montano l’ultimo sistema frenante Bmw che fornisce ancora più sicurezza in frenata, anche a moto inclinata in curva. Non solo: è possibile adattare le caratteristiche d’intervento dell’Abs alla propria modalità di guida.

Anche l’assistente alla partenza Hill Start Control è di serie in entrambi i modelli e consente un comodo arresto e ripartenza quando si guida in salita. Ci sono poi nuovi fari adattivi full-Led: il faro anabbagliante viene indirizzato verso la curva a seconda della inclinazione della moto, in modo da illuminare l’interno della curva per evitare sorprese. Terza posizione tra le moto più vendute tra gennaio e ottobre per l’Honda Africa Twin, modello iconico del marchio giapponese. Anche in questo caso l’elettronica è di aiuto al pilota: la nuova piattaforma inerziale Imu a sei assi coordina il lavoro del controllo di trazione regolabile su 7 livelli, del controllo dell’impennata (tre livelli) e dell’Abs cornering con due mappature (Road e Off Road), che riconosce quando la moto è in piega e adegua la frenata, e della funzione antisollevamento della ruota posteriore. Sono ora sei i riding mode a disposizione: a Giro Turistico, Città e Ghiaia si aggiungono il Fuoristrada (G) e due mappe personalizzabili. Utile nelle lunghe trasferte autostradali il cruise control, ora di serie. Da non dimenticare anche la nuova gamma Ducati, a partire dalle nuove versioni di Scrambler fino alla rivoluzionaria Multistrada V4.

Infatti la novità di Borgo Panigale oltre alla motorizzazione V4 introduce per la prima volta su una moto il sistema radar in grado di controllare quello che succede intorno alla moto nell’ottica di ridurre al minimo il rischio di incidenti. Tornando all’analisi del mercato, e delle tendenze future, non ci si può dimenticare per il segmento delle naked in continua crescita grazie anche ai tanti modelli che riportano la mente al passato come gamma heritage di Bmw con l’aggiornamento dei modelli RNineT.

Altro punto per il 2021 sarà l’aumento dei veicoli elettrici a due ruote sulle strade italiane. Ne parliamo nell’editoriale qui accanto con numeri e stime per il futuro. Il 2020 sarà ricordato anche per la riscossa dei “cinquantini”, per anni nella parte bassa della classifica delle vendite. Confrontando il mercato dei ciclomotori tra maggio e settembre 2019 e 2020, le immatricolazioni sono aumentate dell’11.46% passando da 9.800 esemplari a 10.933 nonostante le assicurazioni continuino ad essere eccessivamente care quando si vuole targare un veicolo con cilindrata pari a 50 centimetri cubici.

Aumentano anche i passaggi di proprietà, sottolineando un maggiore interesse legato all’usato. Anche in questo caso l’emergenza legata al Covid ha spinto sulle vendite di moto e scooter usati, diventati un’alternativa sicura rispetto all’utilizzo dei mezzi pubblici. La domanda che sorge spontanea dopo questa analisi dell’interno mercato è una sola: come mai il Governo non presta maggiore attenzione ad un settore in grado di ridurre l’inquinamento, migliorare la mobilità urbana e soprattutto creare ricchezza in Italia?

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