Il packaging in cima all’agenda di sostenibilità delle aziende alimentari
Eliminazione del superfluo, confezioni più leggere, sostituzione o eliminazione della plastica vergine, riciclo e recupero, riduzione delle emissioni sono le principali azioni in atto.
di Emiliano Sgambato
3' di lettura
Sostenibilità e packaging restano al centro degli investimenti delle aziende alimentari nonostante la crisi. Secondo le imprese che hanno preso parte all’Osservatorio packaging del largo consumo di Nomisma. infatti, il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità passa inevitabilmente attraverso azioni di revisione e ripensamento del packaging in ottica green.
Del resto le aspettative del mercato sono alte: la filiera agroalimentare – nota Nomisma – è considerata dagli italiani il quarto settore maggiormente responsabile del climate change, dietro a industria energetica, trasporto aereo e trasporto su gomma. I
Dalle rilevazioni dell'Osservatorio packaging di Nomisma emerge come la conservazione dei prodotti venga considerato lo strumento in grado di ridurre lo spreco alimentare e allungare la shelf life dei prodotti alimentari (per il 66% degli intervistati), davanti alla capacità di proteggere le proprietà organolettiche dei prodotti (60%) e al contributo nel definire la sostenibilità del prodotto (47%).
A fronte dell'obiettivo di ridurre i rifiuti generati dal packaging dei prodotti e di aumentare la quantità di packaging riciclato, le caratteristiche maggiormente ricercate sono l'assenza di overpackaging (per il 58% dei rispondenti), la totale riciclabilità (56%), la presenza di ridotte quantità di plastica (47%), le basse emissioni di CO2 (46%) e l'utilizzo di materiale riciclato (45%).
Riguardo l'impegno delle aziende dell'industria alimentare e delle insegne retail che operano in Italia, Nomisma ha condotto «un'attività di expert consultation» che ha visto la partecipazione di 6 imprese: Caviro, Coop, Fruttagel, Granarolo, Sammontana e Lidl. Per tutte gli aspetti Esg sono risultati centrali negli impegni e nelle scelte di investimento aziendali. I motivi principali che spingono a investire in sostenibilità sono la conformità con i valori dell'azienda, la strategicità a livello di business, ma anche la necessità di adeguamento al quadro normativo.
Il packaging risulta in cima alle azioni di sostenibilità, sia per quanto riguarda il packaging primario che quello secondario. Le azioni più citate sono risultate «la riduzione di materiali impiegati nel confezionamento a parità di prodotto e la sostituzione dei materiali plastici presenti negli imballaggi».
In tutte le aziende intervistate è stato rilevato un impegno per il recupero e il riuso degli imballaggi e il ricorso a materiali di minor impatto ambientale.
Per i manager intervistati quelle relative alle caratteristiche di sostenibilità del packaging «devono essere scelte oggettive e misurabili, prese solo dopo studi e valutazioni scientifiche dell'effettivo impatto dell'imballaggio sull'ambiente: 3 aziende su 6 si affidano a studi Lca, 1 a valutazioni dell'impronta idrica ma c'è anche chi conduce analisi specifiche su singoli prodotti e i relativi packaging o chi effettua una selezione mirata dei fornitori».
L'attenzione nei confronti della sostenibilità non si ferma all'interno dell'azienda ma arriva a stakeholder e consumatori attraverso una comunicazione che vede l'integrazione tra canali tradizionali (etichetta, banner, campagne pubblicitarie, …), digitali (account social e sito web dell'azienda) e bilancio di sostenibilità.
«La valorizzazione delle azioni svolte dalle aziende in fatto di tutela dell'ambiente – notano i ricercatori di Nomisma – diventa così non solo strumento di condivisione di valori e posizionamento del brand ma anche mezzo di informazione e formazione, tramite cui trasmettere ai consumatori le conoscenze utili a valutare in che modo la scelta di acquisto di un prodotto o in alternativa a un altro possa generare un diverso impatto sull'ambiente».
«Per le sue caratteristiche tecniche il packaging può rappresentare un valido supporto al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda Onu 2030 – commenta Valentina Quaglietti, head of customer observatories di Nomisma –. D’altro canto gli obiettivi dell'Agenda 2030 rendono necessario un approccio sostenibile dei modelli di produzione, consumo e riciclo del packaging. Un orientamento allo sviluppo sostenibile (economico, ambientale e sociale) che coinvolge mondo produttivo, società civile, istituzioni nazionali e sovranazionali.
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