Il poeta Joan-Elies Adell in difesa della lingua catalana di Alghero
Quella della nostra terra è “una poesia di altissima qualità, viva, ricca, in costante trasformazione, in cui convivono diverse generazioni di poeti”
di Rossana Dedola
2' di lettura
Incontro il poeta, saggista e traduttore Joan-Elies Adell ad Alghero in una bella giornata di sole, ci sediamo a parlare davanti alla torre Sulis di fronte al mare. Adell si è trasferito ad Alghero da Barcellona perché ha avuto dal governo catalano l'incarico di dirigere l'Istituto per la difesa del catalano, di cui ad Alghero si parla una variante antica. Nato a Vinaròs nel 1968, ha pubblicato in italiano Scandaglio (2017); La degradazione naturale degli oggetti (2020) e Niente è personale (2021).
Come è arrivato alla poesia?
A Valencia, dove studiavo filologia catalana, c’era una vita notturna molto viva, nel famoso Cafè Lisboa si tenevano recitals e dibattiti sulla poesia. All'università avevo eccellenti professori, che erano anche poeti, grazie ai quali scoprii la poesia classica catalana, da Ausiàs March a Vicent Andrés Estellés, Salvador Espriu, Joan Vinyoli, e la letteratura spagnola della “Generación del 27”. Il poeta spagnolo Jenaro Talens fu uno dei professori che mi hanno trascinato verso la poesia.
Come è la poesia catalana contemporanea?
È una poesia di altissima qualità, viva, ricca, in costante trasformazione, in cui convivono diverse generazioni di poeti, sebbene recentemente siano morti alcuni dei più vecchi, come Marius Màrius Sampere o Joan Margarit. A differenza del XX secolo, in cui i grandi poeti erano riconosciuti da tutti, oggi manca il “grande nome”, ma c'è una maggiore produzione di poesia. Proibita per 40 anni dal franchismo, la poesia in lingua catalana servì allora per “salvare le parole”.
Si può parlare ancora oggi di cultura mediterranea?
Sì, la cultura unisce ancora tutti i popoli del mediterraneo sia in ambito culturale-artistico che in quello gastronomico, non solo perché la cucina è molto simile, ma anche perché la tavola è un luogo di socializzazione e di comunicazione. Un professore americano mio amico, che organizza scambi culturali in Italia e in Catalogna, riteneva che la differenza più grande tra la cultura anglosassone e quella mediterranea riguardasse il cibo e l'abitudine di sedersi a tavola e di “parlare” di cibo.
Lei ha tradotto in catalano alcuni poeti italiani.
Ho tradotto Tema dell'addio e Incontri e agguati del grande poeta milanese Milo De Angelis e Historiae di Antonella Anedda. L'ho scoperta quando scrivevo la mia Guia sentimental de l'Alguer, una guida culturale per i turisti catalani che volessero visitare Alghero. Ora ho in progetto di tradurre La camera da letto di Attilio Bertolucci.
Dalla Catalogna si è trasferito ad Alghero...
Sono arrivato ad Alghero per dirigere l'ufficio istituito dal Governo della Catalogna per la salvaguardia di questo dialetto del catalano. Per i catalani è molto importante che l'algherese non si perda, come una specie in via d’estinzione da proteggere. Tanti invece in Sardegna e in Italia lasciano che muoiano le loro lingue storiche, tra cui il mio amato catalano di Alghero che è presente in questa città dal XIV secolo.
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