Il viaggio Fay tra custodi e studiosi della natura, artisti, pastori e sherpa
In mostra a Milano le fotografie di James Mollison scattate alle persone che, dall’Alaska al Nepal, hanno indossato i capi del marchio
di Giulia Crivelli
2' di lettura
Molti marchi, in particolare italiani e francesi, hanno lunghe e affascinanti storie da raccontare. Ma sono le persone (non tutte, ovviamente) a custodire le storie più incredibili e per definizione non possono essercene due uguali. Il progetto Fay Archive conferma il primato delle vite vissute su qualunque storytelling che riguardi “solo” un marchio.
Quando Fay ha deciso di avviare un lavoro sui capi più caratteristici del brand – in primis le giacche 4 ganci – ha messo a punto anche il progetto di comunicazione, quasi certamente un unicum nell’industria della moda. L’idea di Michele Lupi – responsabile progetti speciali del gruppo Tod’s – e di Andrea Della Valle è semplice e articolata allo stesso tempo: individuare luoghi della terra dove le persone lavorano e vivono per la maggior parte del loro tempo all’aperto e far loro testare i capi delle collezioni Fay Archive.
Un progetto che non poteva vivere solamente sui canali social del brand e grazie al passaparola dei clienti Fay, perché i luoghi visitati, le persone incontrate, i loro volti e le loro storie meritano di essere conosciute. Da qui la mostra fotografica al Pac (Padiglione di arte contemporanea) di Milano, aperta fino a domenica 19 marzo e a ingresso libero. L’autore degli scatti è l’inglese (ma residente a Venezia) James Mollison, che ha accompagnato Michele Lupi nei viaggi in Islanda, Cile, Alaska e Nepal, tra il 2021 e il 2023. Nella selezione fatta per il Pac (luogo ideale anche perché circondato dal verde milanese del parco di porta Venezia), le giacche Fay sono parte del panorama, ma i protagonisti sono la natura e le persone che la abitano, con estremo rispetto.
«Sulla carta è un progetto di lavoro, certo, non un viaggio di piacere come ne ho fatti tantissimi in passato, da appassionato esploratore di mondi e culture quale sono – spiega Lupi –. Ma gli incontri con le persone che ci hanno aperto le loro case e raccontato, per il puro piacere di farlo, come vivono e lavorano, sono autentici ricordi di viaggio. Tanto che non saprei neppure scegliere una delle quattro tappe come preferita: sono state tutte straordinarie e indimenticabili e ovviamente spero che ce ne saranno molte altre».
Dalle parole di Andrea Della Valle, vicepresidente del gruppo Tod’s, si può intuire che il progetto proseguirà: «Le collezioni Fay Archive sono state un grande successo e hanno dato nuova energia a tutte le linee del marchio Fay, che ha ampliato il suo pubblico, facendo incontrare generazioni diverse. Abbiamo trovato il mix giusto tra qualità della manifattura, praticità e resistenza dei capi e tocchi stilistici estremamente contemporanei. Il legame con la natura, con lo spirito di chi viaggia, magari solo con la mente, sono altrettanto importanti». I numeri confermano le parole di Della Valle: nel 2022 il fatturato del marchio Fay è cresciuto del 10,7% a 53,4 milioni e la categoria abbigliamento, all’interno del gruppo Tod’s, è salita del 13,9% a 67,8 milioni.
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