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In Europa è l’impianto più comune per integrare il riciclo dei rifiuti

di Jacopo Giliberto

 La statua della Sirenetta, uno dei simboli della capitale danese, con sullo sfondo il nuovo termovalorizzatore

3' di lettura

C’è chi non transige su “termovalorizzatori”, chi predilige “inceneritori”, chi filosofeggia su “termocombustori”. Varianti lessicali e di opinione su un gruppo di tecnologie per i rifiuti su cui si gioca il benessere ambientale ed economico delle città europee. Vienna con lo skyline inconfondibile della ciminiera, Parigi con gli impianti circondati dalle abitazioni, le altre città europee e italiane: chi è avanti si è munito di tecnologie modello. Ma l’impianto europeo più apprezzato di questi anni è il termovalorizzatore di Copenaghen, il quale è arricchito sul tetto inclinato da una pista da sci di neve sintetica realizzata da un’azienda di Bergamo e da una caffetteria a vista. Un ritrovato — la pista di sci sul tetto pendente — molto frufrù che aiuta a divulgarne un’immagine positiva.

Dal punto di vista tecnico, l’inceneritore di Copenaghen, 638mila abitanti, è stato costruito in quasi cinque anni ed è costato 534 milioni. Brucia fino a 560mila tonnellate di rifiuti l’anno ma per ora pare sovraddimensionato ai fabbisogni della città, la cui raccolta differenziata si aggira sul 45%.

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Qualche numero di confronto. Il progetto per Roma, ancora da dettagliare, parla di una spesa di 200-250 milioni (escluso l’investimento per la rete di teleriscaldamento), 600mila tonnellate l’anno, raccolta differenziata su percentuali simili a quelle danesi. Infine 2,7 milioni di abitanti.

L’inceneritore, nelle sue articolazioni lessicali e tecnologiche (termovalorizzatore, gassificatore e così via) in Europa è la tipologia di impianto più comune per integrare il riciclo con lo smaltimento di quella frazione di spazzatura non riutilizzabile e che altrimenti è destinata alla discarica. (Per esempio il misto di frammenti eterogenei troppo piccoli e leggeri per riuscire a essere separati fra loro). In Europa sono attivi 350 impianti di cui 126 in Francia, 96 in Germania, 37 in Italia.

L’Europa mette l’incenerimento con recupero di energia come residuale pur di evitare soluzioni peggiori. L’importante è che quel materiale mandato a bruciare sostituisca combustibili fossili. C’è chi punta anche alla gassificazione, cioè una cottura controllata in assenza di ossigeno che trasforma i materiali in un gas combustibile, ma in genere i termovalorizzatori attuali hanno la struttura simile a una centrale termoelettrica. I rifiuti selezionati bruciano in una caldaia non diversa da quella di una centrale a carbone; il vapore prodotto viene usato per far girare una turbina e la dinamo dell’alternatore; poi l’acqua calda viene immessa nei tubi che riscaldano i termosifoni di quartieri e intere città. Si spengono centrali elettriche, si spengono le caldaie condominiali e domestiche, le emissioni scendono e la qualità dell’aria migliora.

Un elemento accomuna tutte le 14 città cui la Commissione Europea ha assegnato finora il premio di Capitale verde europea. E questo elemento è l’inceneritore a ricupero di energia. Finora hanno vinto Stoccolma, Nantes, Amburgo, Bristol, Lisbona, Vitoria-Gasteiz (Spagna), Copenaghen, Lubiana, Lahti (Finlandia, passerà presto dal termovalorizzatore al gassificatore), Essen (Germania), Nijmegen (Olanda), Oslo, quest’anno Grenoble. Tallin in Estonia per il prossimo anno.

La città verde di quest’anno, Grenoble, riduce le emissioni di gas serra, ricorre a energie rinnovabili, ha piazze per bambini davanti alle scuole, apre negozi di zona e realizza tante altre belle idee. Incenerisce e ricupera energia dal 42,9% dei rifiuti, manda in discarica l’8,3%. Una nota a margine: la scelta non è mai caduta sull’Italia e quest’anno tra le finaliste c’erano Torino e Parma (termovalorizzatori moderni).

Riproduzione riservata ©
  • Jacopo Gilibertogiornalista

    Lingue parlate: italiano, inglese

    Argomenti: ambiente, energia, fonti rinnovabili, ecologia, energia eolica, storia, chimica, trasporti, inquinamento, cambiamenti climatici, imballaggi, riciclo, scienza, medicina, risparmio energetico, industria farmaceutica, alimentazione, sostenibilità, petrolio, venezia, gas

    Premi: premio enea energia e ambiente 1998, premio federchimica 1991 sezione quotidiani, premio assovetro 1993 sezione quotidiani, premio bolsena ambiente 1994, premio federchimica 1995 sezione quotidiani,

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