Incentivi auto: dalle elettriche all’usato, le ipotesi del governo
In settimana le modifiche. Per l'acquisto di euro 6 disponibili 250 milioni. Incentivi anche per l'usato non inquinante. Altri 50 milioni per le vetture elettriche
di Marco Mobili
3' di lettura
Con 300 milioni di finanziamento tornano fino al 31 dicembre gli incentivi per l’acquisto di veicoli euro 6 o elettrici. Per il via libera definitivo occorre attendere ancora 48 ore, ossia quando la commissione Bilancio della Camera voterà gli emendamenti al decreto Sostegni bis concordati e riformulati tra maggioranza e Governo. Si tratta di circa una cinquantina di interventi mirati e finalizzati a sostenere i settori che maggiormente hanno risentito della crisi economica innescata dal Covid-19.
Il settore dell’automotive è tra questi e da tempo sollecita un intervento mirato per rimettere in moto le compravendite di veicoli meno inquinanti ed ecologici. Sul piatto, salvo cambiamenti dell’ultima ora, ci sarebbero dunque 300 milioni.
Di questi, almeno 250 saranno indirizzati a incentivare fino al 31 dicembre prossimo l’acquisto di veicoli euro 6. Con una novità rispetto alle passate edizioni delle rottamazioni auto fortemente sostenuta dalla Lega: la possibilità di utilizzare i nuovi incentivi statali anche per l’acquisto di veicoli usati purché non inquinanti. I restanti 50 milioni, chiesti e ottenuti dal Movimento 5 Stelle, andranno invece a sostenere il mercato delle auto elettriche, che ancora sconta però i costi elevati delle autovetture, i quali finiscono per rendere l’incentivo poco incisivo, e la non completa copertura infrastrutturale per i rifornimenti.
Pace fiscale a rate
Altra novità dell’ultima ora e in corso di definizione, almeno nei dettagli, riguarda un’altra forma di rottamazione: quella delle cartelle esattoriali. Chi infatti ha aderito alla cosiddetta rottamazione ter o al saldo e stralcio della “Pace fiscale” del Governo giallo-verde, dovrebbe versare in unica soluzione le rate fino ad oggi sospese entro il 31 luglio prossimo (termine che cadendo di sabato sposta l’adempimento al 2 agosto come primo giorno feriale). Si tratta complessivamente di 4 rate della rottamazione ter e 2 del saldo e stralcio che valgono poco più di 950 milioni di euro e riguardano non meno di 1,2 milioni di soggetti tra cittadini e imprese. Per altro l’appuntamento del 2 agosto non è rientrato nella proroga dei pagamenti delle cartelle al 30 settembre disposta dall’ultimo decreto legge approvato mercoledì scorso dal Governo e ora trasformato in un correttivo al Sostegni bis.
Come ha annunciato ieri la vicemistra all’Economia Laura Castelli, per evitare il versamento in unica soluzione di tutte le rate è pronto un nuovo emendamento riformulato da maggioranza e governo con cui le sei rate verrebbero diluite fino al 31 ottobre. In questo modo il 31 luglio (2 agosto come feriale) si andrebbe alla cassa per versare una sola rata mentre le altre tre della rottamazione sarebbero dovute a fine agosto, settembre e ottobre. A fine novembre si torna così ai versamenti ordinari con il pagamento di un’altra rata già prevista della pace fiscale.
Rinvio al 30 settembre per le partite Iva
Come riportato ieri su queste pagine, poi, il capitolo degli adempimenti fiscali inseriti nel Sostegni bis è pronto ad arricchirsi con il via libera all’emendamento Gusmeroli che sposta al 30 settembre il termine di pagamento del saldo e del primo acconto Ires, Irpef e Irap delle partite Iva soggette alle pagelle fiscali. C’è poi lo stop al saldo Imu di dicembre e il rimborso dell’acconto di metà giugno dell’Imposta comunale sugli immobili per i circa 100mila proprietari di alloggi bloccati dalla sospensione degli sfratti. Ancora da chiudere, invece, l’ipotesi di spostare in avanti il termine del 10 settembre entro cui le partite Iva e i loro consulenti devono presentare la dichiarazione dei redditi se chiedono di ricalcolare il contributo a fondo perduto sui dati di bilancio e non solo sul calo del fatturato. Per il relatore Massimo Bitonci (Lega) entro il 10 settembre sarebbe sufficiente presentare solo il quadro della dichiarazione con i dati richiesti dal Fisco così da lasciare immutato il termine di invio del modello Redditi entro il 30 novembre. Per il Governo, invece, il termine di invio della dichiarazione per ottenere la perequazione del fondo perduto dovrebbe slittare dal 10 al 30 settembre.
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