Incidenti con animali

Incidenti, la Regione deve pagare anche se delega le Province

Cassazione: l’ente evita le responsabilità soltanto se lascia piena autonomia

di Marisa Marraffino

(bluedesign - stock.adobe.com)

2' di lettura

La Regione deve pagare i danni causati da incidenti stradali con fauna selvatica anche quando ha trasferito le relative funzioni alla Provincia, se non le ha dato autonomia gestionale e operativa. Lo precisa la Cassazione (sentenza 9469/2021 del 9 aprile: conta l’effettivo potere di controllo sugli animali.

L’articolo 14 della legge 142/1990 sulle autonomie locali attribuisce alle Province la protezione della fauna selvatica; la legge 157/1999 dà alle Regioni il compito di emanare norme su gestione e tutela di tutte le specie. Quindi le Province dovrebbero attuare la disciplina regionale, ma per la Corte vanno messe in condizione di farlo, «in modo da poter efficientemente amministrare i rischi» e «adottare tutte le misure idonee a prevenire i danni». E non conta se la proprietà della strada è della Provincia: la Regione deve pagare l’intero danno, in quanto coobbligata in solido, per non essersi attivata nonostante ripetute segnalazioni di pericolo di incidenti.

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La sentenza si segnala anche perché nella motivazione fa presente il cambio recente di orientamento che agevola l’onere della prova da parte del danneggiato. Sebbene nel caso di specie la richiesta sia stata formulata per responsabilità aquiliana, la Corte ricorda che ora ci si muove nell’alveo della responsabilità del proprietario degli animali, ex articolo 2052 del Codice civile. La legge 157/1992 attribuisce allo Stato la proprietà di alcune specie di animali selvatici, tra i quali rientrano i cinghiali e i caprioli, ma non le nutrie. Il danneggiato in questi casi dovrà dimostrare solo il nesso di causalità, mentre l’ente per non rispondere dei danni dovrà provare il caso fortuito, cioè che l’attraversamento dell’animale è stato un fatto del tutto imprevedibile.

Tra le misure da adottare per il controllo dell’ingresso degli animali in strada, secondo alcune pronunce di merito, ci sono l’installazione di dissuasori, recinzioni o di apposite videocamere di sorveglianza, oltre ovviamente ai segnali di pericolo per allertare gli automobilisti (si veda per esempio la sentenza 90/2021 del Tribunale di Asti, pubblicata il 4 febbraio).

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