Ingegneria civile, grandi opportunità di lavoro e affermazione, ma iscritti in calo
Il dato sui livelli occupazionali raggiunge il 97% a un anno dal conseguimento del titolo, ma questo non basta ad attrarre un numero adeguato di giovani
di Francesco Calvetti *
2' di lettura
Il territorio del nostro Paese con la sua fitta rete di strutture, infrastrutture e insediamenti, e con le sue caratteristiche orografiche e idrografiche è sottoposto a minacce crescenti, sia naturali – accentuate dal cambiamento climatico - sia legate all'obsolescenza delle strutture. Gli esiti di questa condizione si manifestano con drammatica frequenza e con un impatto umano, economico e sociale spesso insostenibile. Per affrontare la fragilità del nostro Paese bisogna intervenire sul territorio, proteggerlo e rafforzarlo e l'Ingegneria Civile ne ha le competenze specifiche: materiali innovativi e nuove tecnologie costruttive, per coniugare prestazioni e sostenibilità; opere e strutture di prevenzione e difesa contro i rischi naturali e di consolidamento delle strutture; tecniche di monitoraggio terrestre e satellitare e di allerta innovative; metodi per l'analisi di rischio e resilienza per affrontare problemi in cui l'aleatorietà gioca un ruolo importante; tecniche di intelligenza artificiale come supporto per le decisioni in fase di pianificazione, manutenzione, prevenzione, monitoraggio ed allerta.
Purtroppo il numero di Ingegneri Civili è oggi gravemente insufficiente a soddisfare le richieste ed esigenze in tema di protezione dai rischi che provengono da organi di governo, enti pubblici e privati, società e studi di ingegneria e aziende. È un dato di fatto, ad esempio, che al Politecnico di Milano, ma non solo, in dieci anni ci sia stata una sensibile diminuzione di laureati magistrali in Ingegneria Civile (-27% di laureati italiani). Guardando poi la situazione nazionale il dato sulle Lauree magistrali in Ingegneria Civile evidenzia che la percentuale dei giovani che sceglie questa strada è certamente in calo.
Situazione preoccupante
La situazione è preoccupante, ma rappresenta anche un'opportunità. Il dato sui livelli occupazionali e di impiego dell'Ingegnere Civile raggiunge il 97% a un anno dal conseguimento del titolo di studi, come conferma l'ultima indagine sui laureati magistrali del Politecnico di Milano. Da parte loro, le Università rispondono a questa mancanza di interesse con un'offerta formativa moderna, legata alle realtà e esigenze territoriali. In alcuni casi, ad esempio al Politecnico di Milano, è offerto un percorso in Ingegneria Civile per la Mitigazione del Rischio, dove la formazione nei settori tradizionali dell'Ingegneria Civile viene arricchita con competenze specifiche su questo tema cruciale. Il messaggio per i giovani che si trovano di fronte alla scelta del loro futuro lavorativo è chiaro. Se i temi della sicurezza e della protezione del territorio e delle persone vi appassionano, gli studi in Ingegneria Civile oltre a dotarvi di una formazione di base solida, aprono le porte di una professione molto richiesta, foriera di grandi responsabilità e soddisfazioni, con la concreta possibilità di mettere il proprio talento e le proprie conoscenze al servizio del bene comune. * Docente di Geotecnica al Politecnico di Milano - Coordinatore del Corso di Studi in Ingegneria Civile per la Mitigazione del Rischio
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