ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùInterventi

Intelligenza artificiale e innovazione

L'IA viene addestrata nella palestra dei big data generati da noi umani

di Piero Formica

(Diana Vyshniakova - stock.adobe.com)

3' di lettura

L'IA viene addestrata nella palestra dei big data generati da noi umani. I dati bloccano l'innovazione alla soglia oltre la quale l'innovazione incrementale cede il passo all'innovazione radicale. Le informazioni che discendono dai dati confortano gli incrementalisti. Costoro sono riformatori conservatori, abili nell'esercitare l’arte della previsione. Al tempo della mobilità mediante carrozze e cavalli, i numeri che indicavano una crescente intensità di movimento delle persone e traffico di merci sollecitavano ad allevare più cavalli in grado di trainare calessi, a produrre più carrozze, ad aprire nuove officine di fabbri, stazioni di posta con locande per i viaggiatori stanchi e i cavalli esausti. Un analogo fenomeno si verificò all'avvio del Novecento quando le linee telefoniche cominciarono ad essere sotto un forte stress. A causarlo, la marea degli utenti che saliva rapidamente, l'impiego conseguente di un maggior numero di centraliste e la connessione manuale che metteva a rischio la privacy. Le centraliste, infatti, potevano ascoltare le conversazioni e, quindi, venire a conoscenza di informazioni riservate.
I dati recano informazioni su ciò che esiste. Seguendo la corrente dei dati e quindicontinuando a investire lungo la traiettoria tecnologica conosciuta, i produttori di battelli a vela miravano ad aumentare la velocità di crociera delle loro imbarcazioni. La ‘sindrome della vela' – come lo storico dell'economia Carlo M. Cipolla ha battezzato la perseveranza dei fabbricanti di battelli a vela nell'investire nella tecnologia nota ritenendo che le navi a vapore fossero nient'altro che un brutto anatroccolo – ha contagiato un gran numero di esperti. I continui miglioramenti apportati alle carrozze trainate da cavalli fecero sperare che un giorno avrebbero potuto raggiungere la velocità di 100 km/h. Con il moltiplicarsi del numero di telefoni negli Stati Uniti, aumentò anche la richiesta di operatori. Nel 1910, negli Stati Uniti c’erano 88.000 operatrici telefoniche. Nel 1920 erano 178.000 e nel 1930 235.000.
È la dotta ignoranza di cui l'IA è priva a dischiudere orizzonti impensabili. Secondo il polymath tedesco Nicola di Cusa, “l’ignoranza e la conoscenza non sono fenomeni epistemici competamente distinti, ma si combinano e si sovrappongono in modi interessanti... Più [una persona saggia] sa di non sapere, più sarà dotta. In altre parole, l’ignoranza appresa non è del tutto ignoranza, ma una sorta di conoscenza o saggezza”. Non condizionati dai dati desunti dalle situazioni correnti, gli ignoranti creativi provocano innovazioni radicali che cambiano le regole del gioco, sono veri e propri salti tecnologici e offrono ai consumatori valori diversi da quelli esistenti. La dotta ignoranza ha familiarità con il linguaggio degli estremi, dello straordinario. Le grandi deviazioni fanno la differenza. Gli eventi che si suppone non accadano, sopravvengono.
Il come cambiare la modalità di trasporto occupava la mente di Henry Ford che ancora dodicenne mostrò un interesse precoce per la meccanica. Egli finì con il concepire un veicolo così innovativo che richiese una nuova rete stradale fondamentalmente diversa da quella sviluppata per la carrozza e i cavalli, meccanici anziché fabbri, benzina per l'alimentazione dei motori anziché biada per i cavalli, alberghi al posto delle locande. Come abbiamo già modo di riferire in un altro articolo del 25 giugno 2021 (Innovatori e innovazioni al tempo della resilienza), le automobili si diffusero oltre le più rosee aspettative. Nel 1924, i 23 milioni di dollari di capitale investiti 20 anni prima nell'industria automobilistica valevano quasi 2 miliardi di dollari nel 1919, e il numero di lavoratori nel settore era aumentato da 13.000 a 161.000. Nella telefonia, fu Almon Strowger, impresario di pompe funebri nel Missouri, a inventare nel 1891 il primo commutatore automatico per la telefonia. Decenni dopo, la commutazione automatica tranciò la matassa inestricabile della commutazione manuale che prevedeva l’intervento di un operatore per mettere in comunicazione gli utenti tra loro. Con l’arrivo degli anni ’30, le compagnie telefoniche ridussero il personale e migliaia di operatori persero il lavoro. Nel 1940, gli operatori erano meno di 200.000 in tutto. Esaminando attentamente i dati, ll presidente della Western Union definì il telefono dell'inventore britannico Alexander Bell un “giocattolo elettrico”. Introdotto da Apple nel 2007, BlackBerry considerò l’iPhone un semplice giocattolo. Wang Laboratories rimase fedele al word processor quando IBM lanciò il suo primo personal computer. La dotta ignoranza induce a disimparare. Disapprendendo si commettono errori, persino si incoraggiano, ma se ne evitano altri. Sbagliare per andare avanti, va in controtendenza rispetto all'IA che nutrita da sempre più dati aspira ad essere precisamente corretta.

piero.formica@gmail.com

Loading...
Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti