Irlanda: avanti con la legge anti-vino. «Etichette in due-tre mesi, speriamo tutti i Paesi Ue ci seguano»
Lo annuncia a responsabile dell’unità di controllo del tabacco e dell’alcol del Ministero della Salute di Dublino, Claire Gordon. Coldiretti: Wto fermi l’Irlanda
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L’Irlanda va avanti con la sua idea di integrare nelle etichette degli alcolici indicazioni sanitarie sui possibili danni, e si pronuncia anche per una estensione di queste «avvertenze» anche agli altri Paesi dell’Unione Europea.
Infatti, venerdì 3 febbraio la responsabile dell’unità di controllo del tabacco e dell’alcol del Ministero della Salute di Dublino, Claire Gordon, ha annunciato le tempistiche del piano anti-alcolici, che prevede notifica al Wto e via libera «entro 2 o 3 mesi».
La speranza - ha sottolineato Gordon - è «che entro 2 o 3 mesi potremo dare il via a questa legge» e in seguito «che tutti gli altri» Paesi «ci seguano», ha detto Gordon a un evento Ue sulla lotta al cancro. «Siamo molto grati e in effetti un po’ sorpresi di aver superato con successo la valutazione Ue» perché si tratta «in qualche modo di una violazione del mercato unico».
I prossimi passi formali prevedono una notifica da parte dell’Irlanda all’Organizzazione mondiale del commercio, poiché il nuovo sistema di etichettatura potrebbe essere considerato un ostacolo al commercio internazionale. Dublino è consapevole che il passaggio al Wto potrebbe presentare difficoltà, ma punta a chiudere con successo la procedura.
Coldiretti: Wto fermi l’Irlanda
La Coldiretti, dopo l’annuncio del governo irlandese, ha chiesto l’intervento dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto). «È importante l’intervento del Wto - afferma la Coldiretti in una nota - nei confronti di una norma distorsiva del commercio anche con il supporto dell’alleanza costruita dall’Italia con Francia, Spagna e altri Paesi dell’Unione Europea per iniziativa del ministro del Masaf Francesco Lollobrigida». Secondo l’organizzazione agricola, «occorre fermare un pericoloso precedente che mette a rischio un prodotto simbolo dell’Italia che è il principale produttore ed esportatore mondiale di vino con oltre 14 miliardi di fatturato in un settore che dal campo alla tavola offre opportunità di lavoro dirette ed indirette a 1,3 milioni di persone».
La Coldiretti ricorda che «viene realizzato all’estero più della metà del fatturato del vino italiano per un totale di 8 miliardi nel 2022 che - sostiene - potrebbero essere messi a rischio dal diffondersi di ingiustificati allarmi in etichetta mirati a contenere i consumi di un prodotto presente sulle tavole da migliaia di anni e che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea. È del tutto improprio - afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini - assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità a più bassa gradazione come il vino che è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol» e sottolinea ancora che «il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini secondo la Coldiretti non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate».
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