Dal last minute al revenge travel, da Perugia al New Mexico: dove e come viaggeremo nel 2023
Italiani all'estero tra “revenge travel” e “FoMo”
La voglia di viaggiare, nonostante il clima di prolungata instabilità, è confermata anche dal 54% dei rispondenti a un sondaggio condotto dalla piattaforma PiratinViaggio.it. Per l'anno appena iniziato tornerà a farsi sentire la sindrome di “Wanderlust”, termine che deriva da “wander” (vagabondare) e “lust” (desiderio): a cedere all'irrefrenabile impulso di viaggiare per il mondo saranno il 25% degli italiani, mentre il 51% ha in programma di visitare destinazioni più vicine o di rimanere entro i confini europei. Cosa muoverà i viaggiatori verso mete a lungo raggio? Per uno su quattro sarà il fattore “revenge travel”, e quindi la volontà di cancellare i ricordi delle troppe rinunce imposte dalle restrizioni legate alla pandemia. Per oltre due su tre, invece, la molla per volare all'estero è la consapevolezza che possa succedere qualsiasi cosa e da qui la volontà di non volersi perdere più nulla: in inglese si definisce “FoMo”, acronimo di Fear of Missing out, e interessa soprattutto la Generazione Z e quella dei Baby Boomer, con percentuali nell'ordine dell'80%.