Kinloch, fantasie di viaggio per accessori d’autore (e camicie) made in Italy
Il 2023 sarà l’anno del raddoppio della produzione grazie alla richiesta che proviene dal Giappone. La strategia punta all’espansione in Italia e in Europa
di Paola Dezza
3' di lettura
Nata con il carré, Kinloch vanta oggi una collezione preziosa tra accessori, rigorosamente made in Como, e capsule collection di camicie in seta e cotone realizzate a mano a Napoli. Il brand nasce dall’incontro di Davide Mongelli, socio di maggioranza, con il designer Francesco Fantoccoli e ha sviluppato una creatività spiccata che plasma fantasie uniche. «L’idea è nata dal desiderio di creare foulard e accessori in seta - dicono -, realizzati con il mondo dell’artigianato comasco (a cui appartiene la famiglia di Francesco Fantoccoli, ndr), sviluppando ogni stagione le fantasie attorno al tema del viaggio».
Le ispirazioni per i motivi delle stampe partono da una meta, che viene declinata nei dettagli, dai personaggi alle architetture delle singole città, fino ai cibi tipici. Le collezioni Kinloch hanno spaziato nel tempo dall’India a Cuba, dalle Hawaii all’Italia, dalla Sicilia di questa Spring Summer al Portogallo della prossima stagione, la cui collezione viene presentata a Parigi a Première Classe. Si viaggia nella città di Londra, da Buckingham Palace al Tower Bridge, tra i colori degli autobus a due piani e la divisa delle guardie reali, per passare poi ai frutti tropicali, ai sigari e ai colori sgargianti che tratteggiano Cuba. Così come per Marrakech i disegni ripercorrono le strade assolate della città e l’ombra delle mura domestiche, facendo riecheggiare il canto del muezzin e il vociare dei vicoli.
Per il brand il primo mercato è il Giappone, «dove la maggior parte dei prodotti venduti sono le pochettes/fazzoletti in cotone, oltre ai foulard 70x70, insieme a triangoli in seta per il collo, soprattutto per lui - racconta Mongelli -. In Europa i foulard di tutte le misure e le camicie in seta stanno suscitando molto interesse insieme a fascette da annodare al collo. Sempre in Europa c’è stato un buon riscontro per le sciarpe in lana e cashmere, e new entry, la flanella di seta».
Lo scorso anno sono stati realizzati oltre 15.000 pezzi, in due collezioni, fall-winter e spring-summer, oltre alle collaborazioni per collezioni personalizzate, per ora non più di due all’anno. Per il 2023 la previsione è di forte crescita, «puntiamo a raddoppiare il numero di pezzi», dicono. Il fatturato del 2022 è stato di circa 350mila euro, la previsione per quest’anno è di crescere almeno del 30%.
«Abbiamo un articolo in particolare, i “fazzoletti”, come li chiamano in Giappone, una specie di bandana da 50 cm x 50. Articolo che ha preso molto piede nel Paese, viene usato come omaggio anche quando si va a cena da amici o conoscenti, l’equivalente della nostra bottiglia di vino - dice ancora Mongelli -. Questo prodotto è in cotone, ma per noi è fondamentale perché ci ha dato la possibilità di aprire la strada anche agli altri articoli che vendiamo. Non ha un peso elevato sul fatturato, ma vale molto in termini di numeri di produzione».
Dopo le camicie, le ultime arrivate nella collezione, il team sta lavorando sul pigiama, «che già ci è stato fortemente richiesto dagli amanti del brand» sottolineano, anticipando anche la presentazione per la prossima stagione del velluto stampato, applicato su sciarpe e cuscini.
Quali i canali di vendita? «Siamo posizionati in diversi multibrand in Giappone, dove operiamo direttamente ed in Europa. In Giappone il mercato è cresciuto nel corso degli anni. Abbiamo inserito il marchio in diverse divisioni, anche grazie alle collezioni personalizzate. Alcuni nomi di nostri clienti: Isetan, Takashimaya, Wako, Beams, Barneys e United Arrows. A breve apriremo il nostro nuovo sito per l’e-commerce» dicono.
Nel futuro la previsione di una presenza più capillare in Usa, Francia, Germania e UK. Ma il team si concentra anche sul mercato italiano: «La strategia per noi, che siamo molto tradizionali, è conquistare in ogni regione i top shop - raccontano -. Non è una strategia digitale ma è focalizzata sui negozi». E in Europa un prodotto come la camicia, di alta qualità, ha una importanza rilevante.
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