L’anima sociale di Ubi è premiante. Strategie green dopo le nozze Intesa
Dall’integrazione fra i due istituti di credito italiani emerge un oggettivo rafforzamento anche nell’area sostenibilità
di Vitaliano D'Angerio
2' di lettura
Ubi Banca ha una grande tradizione in ambito sociale, rilevata anche dall’indagine dei Leader della sostenibilità del Sole 24 Ore e di Statista. Un riconoscimento che arriva in aprile, mese in cui l’istituto di credito è stato incorporato da Intesa Sanpaolo dopo l’Opa lanciata lo scorso anno.
La struttura della sostenibilità di Ubi Banca è stata integrata nella divisione Esg&Sustainability guidata da Elena Flor. «Ci sono due dichiarazioni non finanziarie 2020 distinte e separate di Intesa Sanpaolo e Ubi Banca – ricorda Flor –. Allo stesso tempo però siamo riusciti a introdurre nella nostra dichiarazione consolidata non finanziaria di quest’anno i 5 mesi in cui le due banche hanno proceduto insieme».
Dall’integrazione fra i due istituti di credito italiani, emerge quindi un oggettivo rafforzamento anche nell’area sostenibilità. «Ci sono progetti della precedente gestione Ubi che metteremo a fattor comune, ad esempio in ambito formazione», aggiunge Flor.
In particolare, Ubi era nota per essere stata la prima banca in Italia ad aver lanciato i social bond. Un tipo di obbligazione però differente da quanto stabilito da Icma, l’associazione internazionale del mercato di capitali: il “sociale” dei bond Ubi si traduceva nell’indirizzare una parte delle commissioni verso determinati progetti di beneficenza. «Invece, per quanto riguarda il nuovo solco di Intesa Sanpaolo, abbiamo predisposto un framework per green, social e sustainability bond in linea con i principi stabiliti da Icma – sottolinea Flor –. Finora abbiamo emesso complessivamente circa tre miliardi di euro di green bond. La più recente è un’obbligazione da un miliardo e 250 milioni legata ai mutui verdi».
La raffica di novità normative in arrivo da Bruxelles sta mettendo sotto pressione tutte le strutture che si occupano di sostenibilità nei grandi gruppi. C’è di nuovo, in particolare, la nuova versione della Dnf oltre che gli atti delegati della tassonomia green relativi ai primi due punti della classificazione, ovvero mitigazione e adattamento. «Negli ultimi anni anche l’evoluzione normativa sta dando un grande impulso sul fronte della sostenibilità a tutte le aziende europee o che operano in Europa – conclude Flor –. Il tema sostenibilità ha ormai un ruolo chiave nella gestione dei grandi gruppi».
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