L’anno del grande balzo in avanti dei costruttori cinesi
Nei prossimi mesi avremo a che fare con una vera invasione di marchi e modelli, tutti rigorosamente elettrici e Made in China. E già i numeri di novembre parlano chiaro
di Mario Cianflone, Franco Sarcina
I punti chiave
2' di lettura
Byd, Aiways, Chery, Xpeng, Nio e tanti altri. Nei prossimi mesi avremo a che fare con una vera invasione di marchi e modelli, tutti rigorosamente elettrici e Made in China. La spinta verso l’elettrificazione forzata dell’auto imposta dalla Ue, con poca neutralità tecnologica, ha come effetto “collaterale” quello di aver spalancato le porte d’Europa ai cinesi, che oltretutto approfittano dell’assenza di prodotto che le case “tradizionali” hanno evidenziato negli scorsi mesi tra effetti della pandemia e quelli del chip shortage.
I numeri dell’invasione cinese
L’invasione dell’elettrico cinese nel Vecchio Continente è testimoniata anche dai numeri. Infatti, le esportazioni di veicoli elettrici dalla Cina sono più che raddoppiate, anno su anno, nel mese di novembre, creando un record mensile, alimentato principalmente dalle case automobilistiche europee che hanno appaltato là la loro produzione. A novembre, infatti, le case automobilistiche in Cina hanno esportato veicoli elettrici per un valore di 3,2 miliardi di dollari, con un aumento del 165% rispetto a un anno. Si tratta del totale mensile più alto di sempre. Paesi europei come il Belgio e l’Inghilterra sono stati i maggiori importatori, assorbendo quasi il 70% delle spedizioni.
Le esportazioni di autovetture elettriche hanno rappresentato oltre la metà delle spedizioni totali di automobili per due mesi consecutivi, con novembre che ha registrato un record di 6 miliardi di dollari.
Quale futuro?
Solo con il tempo svelerà la portata di questa invasione sotto i profili industriali e occupazionali. Del resto quello che sembra ora una catastrofe annunciata (come sembrava essere lo sbarco dei giapponesi e dei coreani) ha in realtà migliorato il mercato e agevolato l’industria con l’apertura di fabbriche nel vecchio continente. E magari lo stesso accadrà con le case del dragone che potrebbero anche, affamate di immagine, comprare marchi storici europei. Made in China sono anche molte vetture dl teorico passaporto europeo come Polestar (Gruppo Volvo - Geely), alcune Tesla e le Smart #1. E ci sono brand come MG che sono inglesi di storia ma cinesi al 100%. Inoltre, per comprendere le auto cinesi bisogna anche superre alcuni bias: non sono tutte brutte, mal costruite e cheap. Gli ultimi modelli sono esteticamente gradevoli, hanno passato a pieni voti i crash test EuroNcap e le ultimissime proposte esibiscono una grande freschezza di idee hi-tech e infotainment, che manca ai molti costruttori europei.
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