La filiera dei fornitori come mappa del tesoro per la sostenibilità d’impresa
Le valutazioni Esg si stanno rivelando utili per definire strategie, dare priorità a piani d’azione e confrontare le prestazioni con i concorrenti
di Giampiero Volpi *
4' di lettura
“Transizione economicamente sostenibile da un modello di sviluppo basato su espansione continua e risorse infinite, a un modello che prevede un uso razionale delle risorse in modo da non comprometterne il valore nel tempo”. È il principio della sostenibilità. Gli effetti di cambiamenti climatici, i problemi nel ciclo dei rifiuti, l’inquinamento di acqua e aria che mette a rischio la sicurezza alimentare e sanitaria, la progressiva carenza di risorse, sono fattori che hanno fortemente contribuito ad aumentare la consapevolezza dei cittadini nei confronti di un impegno improrogabile verso comportamenti più responsabili che la società intera deve assumersi. La gravità dei problemi e il peso della consapevolezza collettiva hanno messo in moto le istituzioni che sono intervenute e continuano a intervenire con la definizione di obiettivi, linee guida e normative, vedi i Sustainable Development Goals (SDG) dell’Onu e il Green Deal dell’Ue.
Di seguito focalizziamo il mondo delle imprese e cerchiamo di passare in rassegna gli elementi, oltre quelli già menzionati relativi alla consapevolezza collettiva e agli interventi normativi, che compongono il quadro della loro transizione sostenibile.
Le imprese, motore dello sviluppo economico, necessitano di metriche di valutazione in grado di documentare i loro progressi. Il rating Esg (Environment, social, governance) è un sistema che misura, con una visione olistica, l’impegno nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Fa riferimento a temi quali emissioni di CO2, smaltimento dei rifiuti, biodiversità (Environment); diritti umani, condizioni di lavoro, uguaglianza e inclusione, iniziative sociali (Social); trasparenza, contrasto alla corruzione, politiche organizzative aziendali mirate al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità (Governance).
Manca ancora una tassonomia ufficiale che fornisca una comprensione condivisa di ciò che significa sostenibile; non esiste ancora una metrica standard per valutare un’impresa in base ai criteri ESG; c’è comunque un notevole impegno da parte di diversi provider specializzati a sviluppare e rilasciare rating Esg costruiti con metodi di valutazione proprietari. Cambia la strategia degli investitori, che sta includendo la sostenibilità nel processo di investimento a medio e lungo termine.
Grazie a direttive quali la Eu Sustainability Reporting, che impone alle imprese di pubblicare, con lo stesso rigore del bilancio civilistico, informazioni sull’impatto reciproco tra le iniziative di sostenibilità e modello di business, l’attenzione degli investitori non si limita più al solo aspetto finanziario, ma guarda ai rating Esg rilasciati da provider diversi come indicatori utili per valutare le capacità dell’impresa di essere protagonista sul mercato, di generare valore finanziario e reddito, di migliorare la propria reputazione creando per gli azionisti anche un valore patrimoniale intangibile (World Federation of Exchanges; Wfe).
Le aspettative degli investitori sono in linea con quanto emerge da recenti indagini condotte da McKinsey. Si rileva una significativa relazione tra performance Esg e performance d'impresa: un’azienda con una solida proposizione di sostenibilità ha più probabilità di attirare nuovi segmenti di clientela, ha meno sprechi e meno costi, è maggiormente al riparo da normative che potrebbero penalizzare chi ha un impatto negativo sull’ambiente, ha un elevato livello di attrazione e retention di talenti, sempre più interessati ai temi della sostenibilità e della qualità della vita.
Inoltre, le valutazioni Esg si stanno rivelando utili per definire strategie, identificare tendenze, dare priorità a piani d’azione e confrontare le proprie prestazioni con i concorrenti. Il valore etico, la positiva relazione tra performance Esg e performance d’impresa, l’atteggiamento degli investitori, le opportunità offerte dal Pnrr e la minaccia di normative sempre più restrittive rappresentano dei driver per la visione dell’impresa nella sua decisione di attuare un piano che indirizza pratiche sostenibili.
Con il supporto di una solida roadmap segnata da Kpi misurabili, deve saper valutare i costi in termini di investimenti (materiali, impianti, risorse, modalità operative organizzative e produttive, iniziative promozionali e commerciali), considerandoli, al pari di ogni iniziativa di espansione, di innovazione di processo e di prodotto, come funzionali a migliorare la crescita e la redditività di domani.
Un’impresa ha una mappa del tesoro nella filiera di fornitura che può contribuire alla sua sostenibilità fin oltre il 90%. È compito della Funzione Acquisti presidiare la relazione con i fornitori: fare scouting aggiungendo ai criteri di solidità finanziaria, qualità, innovazione e rischio, anche il criterio della sostenibilità, verificando il possesso di parametri Esg adeguati; garantire che i beni di acquisto abbiano le opportune certificazioni di sostenibilità in coerenza con i fabbisogni aziendali; creare delle partnership con i fornitori meritevoli attraverso piani di collaborazione operativa integrati da appropriati incentivi e programmi di formazione.
Le tecnologie informatiche innovative sono un fattore abilitante per la transizione ecologica. Tra queste, la Blockchain opera nella gestione delle risorse, nella lotta agli sprechi, nel controllo di origine e trasformazione dei prodotti. L’Artificial Intelligence espande la capacità di estrarre informazioni da grandi moli di dati provenienti da fonti interne ed esterne alle imprese, utili per produrre una valutazione più solida e mirata dei parametri Esg di ogni fornitore.
* Strategic Business Analyst – Niuma
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