La paternità, il figlio adolescente e la furia degli dei norreni. Ecco God of War Ragnarok
Dopo quattro anni il nuovo titolo di Santa Monica Studio esclusiva Playstation è migliore in tutto e un capolavoro di tecnica. Un “more of the same” che piacerà ai fan della saga.
di Luca Tremolada
2' di lettura
Kratos è un papà burbero, ottocentesco come modello educativo ma in fondo tenero e comprensivo. Un uomo che si è arreso alla modernità. Atreus è l’adolescente fastidioso che non dà retta mai e farebbe saltare i nervi anche a un santo, anzi a un dio. God of War Ragnarok, sequel del reboot della creatura di Santa Monica Studio è anche un romanzo di formazione che prova a dare una interpretazione tutta sua del rapporto padre-figlio. Tra una lezione di pedagogia e i racconti dei miti norrena si dipana il nuovo God of War che non deluderà gli amanti della serie. Thor, Freya e le altre divinità asgardiane menano come fabbri con una violenza furibonda. Per fortuna ad alleggerire le atmosfere ci sono i nani fabbri, le vere star comiche di questo nuovo convincente capitolo ma senza grandi novità nel gameplay. È un “more of the same” tecnicamente inarrivabile. Finalmente il primo vero gioco next-gen, dopo ben due anni dal lancio.
Dove eravamo rimasti
Nella precedente puntata abbiamo scoperto che Atreus è figlio del semidio protagonista della serie e di una donna che si apprendere appartenere alla stirpe dei giganti di nome Faye. Si scopre anche che il nome scelto della madre non era Atreus bensì Loki che nella mitologia norrena è il dio dell'inganno. Quanto all’amica Freya ebbene non ha dimenticato la morte di suo figlio Baldur nel primo gioco, e quindi è diventata nemica di Kratos. Anche Thor non ha ignorato l’uccisione dei suoi ragazzi. Nel frattempo sono iniziati i tre anni di inverno ininterrotto che precedono immediatamente il Ragnarök. Si riparte quindi con Atreus adolescente e il padre più vecchio e più saggio, più rassegnato ma comunque convinto della sua missione di proteggere il figlio dal mondo e dal suo destino.
Cosa ci è piaciuto
E’ strutturato in modo da alternare battaglie violentissime, passeggiate spettacolari e racconti mitologici. God of War non è solo un capolavoro di grafica. Scoprirete dettagli grafici finora mai apparsi su console. Si gioca in 4K di risoluzione a 60 frame al secondo si vedono finalmente tutti i muscoli della nuova console Sony. Il combat system è più maturo e vario. Come anche il gameplay e la progressione. Ma è’ anche un gioco narrativo che parla di paternità e di mitologia con un tono leggero di chi non vuole essere troppo preso sul serio. La testa di Mimir che Kratos si porta attaccato alla cintura dei pantaloni è un super-io post freudiano che avrebbe divertito il padre della psicanalisi.
Cosa non ci è piaciuto
Sono passati quattro anni. L’esclusiva che arriverà su PS5 e PS4 il 9 novembre si è fatta attendere ma ha mantenuto tutto le promesse. Non aspettatevi qualcosa di nuovo e di diverso. Perché gli sviluppatori hanno lavorato di innovazione incrementale migliorando tutto quello che era migliorabile. Semmai, la storia poteva essere più inaspettata nella sua trama. Ma è God of War. E God of War come l’ascia di Kratos non va giù per il sottile.
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