ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa provocazione

La patrimoniale, l'inflazione e i risparmi degli italiani

Nella notte del 10 luglio 1992 il Governo Amato varò una manovra finanziaria che rimase impressa nella memoria di molti, scatenando non poche proteste

di Emmanuele Mastagni

(StockPhotoAstur - stock.adobe.com)

3' di lettura

Nella notte del 10 luglio 1992 il Governo Amato varò una manovra finanziaria che rimase impressa nella memoria di molti, scatenando non poche proteste. Per raggiungere il pareggio di bilancio, legittimato attraverso un decreto di urgenza, il Governo effettuò un prelievo forzoso retroattivo del 0,6% dai conti correnti degli italiani.
All'epoca questa manovra fu descritta come un male necessario e venne accolta con sgomento e indignazione, ma ebbe forse il solo difetto di essere manifesta, visto che oggi non si assiste ad alcuna rivolta popolare, nonostante i risparmi degli italiani subiscano una sorte oltre dieci volte peggiore di quella ricevuta nel 1992.
Con un'inflazione nell'intorno tra il 7% e il 10%, i risparmi “abbandonati” sui nostri conti corrente si riducono ben di più di quanto non sia accaduto con quel famigerato prelievo del 0,6% tanto contestato, eppure la questione non desta alcuna reazione.

Al fine di fornire un inquadramento ancora più preciso della questione, consideriamo che dal 2021 i risparmi degli italiani in deposito sui c/c hanno superato stabilmente i 1.400 miliardi; difficile elaborare una stima puntuale, ma con una simile inflazione e gli attuali tassi, ogni anno gli italiani possono perdere in potere di acquisto anche oltre i 100 miliardi, più del doppio dell'intero stanziamento di 35 miliardi della nuova manovra di bilancio.Per quanto sia vero che il totale è dato dalla somma e che la maggioranza dei suddetti depositi spesso non supera le decine di migliaia di euro, resta innegabile l'assurdità di una simile situazione in cui risorse enormi producono ingenti perdite invece di generare ingenti rendite non solo per lo Stato, ma soprattutto per i risparmiatori stessi.

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Dedico personalmente una riflessione a questo tema ogni volta che la discussione della manovra finanziaria annuale entra nel vivo, discussione che ripropone ciclicamente i grandi classici sugli strumenti a disposizione del Governo di turno per reperire le risorse a sostegno della manovra stessa e, in particolare, sulla possibile adozione di nuove patrimoniali ovvero sull'inasprimento di quelle esistenti. Atteso che ogni patrimoniale risulta un male reso necessario dal fatto che per coprire la spesa pubblica non basta tassare i rendimenti, mi domando come mai si discuta pacificamente riguardo imposte che possono colpire anche beni a rendita (e, quindi, che già generano gettito per lo Stato), illiquidi e di difficile valutazione, mentre non si discute mai riguardo alla possibile tassazione delle somme bloccate sui conti correnti oltre ad una determinata soglia prestabilita. La risposta a questa domanda retorica risulta l'evidente impopolarità che avrebbe una simile previsione, ma impopolare e irragionevole non sono mai sinonimi, basti ricordare quanto in premessa: i risparmi sui conti corrente subiscono il costo dell'inflazione e il costo opportunità delle mancate rendite derivanti dal loro mancato investimento; quindi, generano perdite ingenti soprattutto per i correntisti stessi.

Facendo un semplice sforzo di immaginazione, se venisse introdotta una patrimoniale sulla liquidita nei c/c sopra determinate soglie, la maggior parte degli interessati investirebbe le risorse in eccedenza, muovendo più o meno direttamente il PIL e le entrate dello Stato; diversamente, chi non lo facesse pagherebbe quella che di fatto sarebbe considerabile come una tassa sugli sprechi.Una manovra impopolare, certo, ma su cui forse avrebbe senso effettuare qualche ragionamento in più non solo per le casse dello Stato, ma anche per smuovere coloro che non si rendono conto delle perdite che i soldi sotto il materasso possono generare.
*Head of Capital Market di DGPA&Co Spa

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