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La rivoluzione degli NFT: le opportunità e i nodi da sciogliere

I Non Fungible Token rappresentano uno dei principali trend di innovazione del 2021, nonché una delle buzzword più rilanciate anche sui principali media generalisti negli ultimi 12 mesi

di Valeria Portale e Jacopo Fracassi*

(MiaStendal - stock.adobe.com)

5' di lettura

NFT, Non Fungible Token, rappresentano uno dei principali trend di innovazione del 2021, nonché una delle buzzword più rilanciate anche sui principali media generalisti negli ultimi 12 mesi. Ma cosa è un NFT esattamente? NFT è l'acronimo di Non Fungible Token e altro non è che un token, un “gettone” digitale, emesso e gestito tramite piattaforme Blockchain. Gli NFT rappresentano un diretto possesso di un oggetto digitale da parte dell'utente e il totale controllo da parte dello stesso, che ne potrà disporre liberamente (venderlo, trasferirlo o anche distruggerlo). La tecnologia blockchain garantisce la tracciabilità e non duplicabilità di questi gettoni. La particolarità di questa tipologia di token definiti non-fungibili è quella di non essere divisibili in sottoparti, di avere un codice identificativo unico e di essere facilmente riconducibili a chi li ha creati. All'interno di ciascun token è inoltre possibile inserire dei dati e delle informazioni aggiuntive, come ad esempio il collegamento a un'immagine. Anche se gli NFT hanno catalizzato grande attenzione negli ultimi mesi, non si tratta di un fenomeno appena nato.

Infatti, la prima diffusione dei token non fungibili è riconducibile al 2017, quando divenne popolare un gioco creato dalla società canadese Dapper Labs basato su una collezione di “figurine digitali” di gattini chiamati CryptoKitties, unici e con caratteristiche differenti, resi scambiabili sotto forma di NFT sulla Blockchain di Ethereum. La febbre dei gattini digitali portò allo scambio di questi NFT per cifre elevatissime, fino a 170.000$ a settembre 2018.

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Per le caratteristiche di questo strumento tecnico, il mondo del gaming e dell'arte digitale hanno adottato per primi gli NFT su larga scala, per rappresentare il possesso di oggetti in-game o di opere d'arte digitali. L'introduzione degli NFT ha abilitato il concetto di scarsità per gli oggetti digitali anche in assenza di un ente fidato. Ciò ha portato a una nuova valorizzazione di opere d'arte e collectibles, abilitando così un nuovo paradigma per la rappresentazione della proprietà nel mondo digitale.

Il 2021 è stato un anno decisivo per gli NFT. Secondo una ricerca di The Block, in un solo anno il volume dei Non Fungible Token scambiati sui principali marketplace è aumentato di oltre 40 volte rispetto al 2020, superando i 13 miliardi di dollari, mentre alcune particolari opere sono state vendute a cifre astronomiche. È il caso di Everydays: The First 5000 Days dell'artista Mike Winkelmann, in arte Beeple, raffigurante un collage delle sue prime cinquemila opere, venduto all'asta come NFT da Christie's per 69,3 milioni di dollari.

Benché la consapevolezza di utenti e aziende verso questi strumenti sia cresciuta molto, le loro applicazioni concrete sono ancora basilari e perlopiù collegate ai settori Media, Entertainment e Arte. Rimangono, inoltre, ancora diversi nodi da sciogliere, tra cui la definizione di un chiaro contesto normativo che ne disciplini il loro utilizzo.

La crescita dei token non fungibili riguarda però in realtà settori ben più estesi: i casi d'uso sono numerosi e vanno al di là dell'ambito dei digital collectible. In futuro è infatti possibile immaginare impatti significativi in ambiti disparati e già oggi si vedono le prime applicazioni di questi strumenti a casi ben diversi dagli oggetti collezionabili, come ad esempio: •i processi aziendali•la gestione dei diritti di proprietà•i diritti d'autore.

Nell'ambito delle supply chain, ad esempio, i token non fungibili possono essere utilizzati come digital twin dei prodotti per il loro tracciamento lungo le filiere. In questo modo anche i prodotti industriali possono essere tracciati nei processi di produzione, dall’approvvigionamento delle materie prime alle successive fasi di lavorazione.

Anche la gestione dei diritti di proprietà è sicuramente uno dei casi che, proprio per le sue caratteristiche, si allinea meglio al tema degli NFT. Sono già attive in tutto il mondo sperimentazioni di registri di proprietà basati su blockchain e alcune di queste utilizzano proprio gli NFT per rappresentare una proprietà, rendendoli poi frazionabili in sotto parti in caso di proprietà condivise.

Infine, le proprietà degli NFT permettono di ottenere una maggiore efficienza in processi complessi e che coinvolgono numerosi attori, come la gestione dei diritti d'autore e i relativi pagamenti. La Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE), ad esempio, ha attivato un progetto per rappresentare digitalmente i diritti dei propri artisti su un'infrastruttura pubblica basata sulla Blockchain.

Questa tecnologia permette di scambiare più facilmente i diritti e, tramite il loro frazionamento, consentirebbe di ottenere maggiore trasparenza nei pagamenti delle relative royalty, sebbene rimangano aperte diverse sfide dal punto di vista legale e regolatorio riguardo l’associazione dei diritti con i corrispondenti NFT e l’effettiva applicazione di questi diritti, nonché permanga ancora la possibilità di effettuare questa tipologia di pagamenti onchain.

È possibile intuire impatti significativi dall'introduzione degli NFT in ambiti disparati. Un NFT può essere utilizzato anche come strumento che garantisce il diritto di voto, per valorizzare l'appartenenza a una community o per offrire privilegi ai propri clienti o fan, in possesso del relativo token.

I settori dell'arte e dell'intrattenimento, insomma, rappresentano solo i primi esempi di come gli NFT e la tecnologia Blockchain impatteranno sul nostro modo di interagire con il web e con i servizi basati su di esso. Una rivoluzione pervasiva e strutturale, indicata spesso con il termine “web3”. Ovvero, una nuova versione di Internet dove gli utenti potranno disporre di asset digitali di valore, il cui possesso non sarà concesso dall'azienda creatrice di una determinata piattaforma, ma garantito dalla tecnologia stessa su cui si basano.

Al tempo stesso la possibilità per aziende e pubbliche amministrazioni di cogliere le opportunità aperte da questa rivoluzione dipenderà in gran parte dalla loro comprensione dei meccanismi tecnologici che la regolano, così come dall'abilità dei regolatori di creare un chiaro perimetro normativo, favorevole all’innovazione.

Difatti intorno all'innovazione proposta da questi nuovi strumenti si presentano anche rischi di avvicinamento al mondo della finanza di prodotti o servizi che fino ad oggi erano più difficilmente assimilabili a prodotti speculativi. Nel mondo delle opere digitali si sta ad esempio diffondendo il fenomeno della “frazionalizzazione” che permette di bloccare una o più opere d'arte sotto forma di NFT all'interno di uno smart contract e di emettere una quantità determinata di quote che li rappresentano, collocabili poi liberamente sul mercato e scambiabili tra gli utenti. Il possesso di determinati NFT può anche essere associato alla generazione di rendimenti sottoforma di token che non sempre sono connessi a dinamiche di gaming. Soluzioni di questo tipo aprono dunque a nuovi interrogativi sull'assimilazione degli NFT a strumenti finanziari e pongono nuovi dubbi su come e se la proposta di regolamento MiCa debba considerarli. È tuttavia importante ricordare al tempo stesso che gli NFT di per sé non sono una asset class, ma un semplice strumento tecnologico che può avere varie destinazioni d'uso.

*Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger

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