La storia insegna che il declino morale inizia con l’eccessiva prosperità
Tutte le religioni convengono sul fatto che, per proteggere la società da una grave malattia, un leader responsabile e accorto dovrebbe mettere in guardia il popolo sui pericoli che esso corre e sugli effetti negativi che tale male può causare, indicando cosa è necessario fare e cosa invece non si può fare.
di Ahmad Salam
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Tutte le religioni convengono sul fatto che, per proteggere la società da una grave malattia, un leader responsabile e accorto dovrebbe mettere in guardia il popolo sui pericoli che esso corre e sugli effetti negativi che tale male può causare, indicando cosa è necessario fare e cosa invece non si può fare. Poiché la conoscenza umana si fonda su un’esperienza limitata, e quindi incompleta, le regole indicate al popolo dal leader non saranno mai perfette e non tuteleranno in modo assoluto il popolo dalla malattia, assicurando tuttavia un buon margine di sicurezza e una sufficiente protezione dagli effetti negativi causati dal male. Nella vita e nella società occorre rispettare delle regole per cercare di evitare i danni irreparabili che possono essere causati da un pericolo grave e imminente. Questo è il messaggio che appare evidente in tutte le Sacre Scritture abramitiche.
Il degrado morale è più nocivo di una grave malattia e nel corso del tempo può avere conseguenze devastanti. Esso comporta un inevitabile declino della società causato dal passaggio da un livello di moralità superiore a uno inferiore. Esso di solito precede o è concomitante a un decadimento culturale e sociale. La storia ci insegna che questo processo inizia lentamente con scelte individuali apparentemente innocue che estendono i loro effetti, come accade in un’epidemia, a tutto il tessuto sociale, colpendo il singolo individuo, la famiglia, i governi e le nazioni.
Il declino inizia quando i valori morali trascendenti, che si sono dimostrati utili e benefici nel tempo, vengono accantonati per lasciare spazio ai vizi e all’avidità materiale. Un attento esame della storia umana insegna che il declino morale inizia con l’eccessiva prosperità. Il predicatore puritano Cotton Mather (1663-1728), che aveva notato come in America vi fosse una stretta relazione tra l’abbandono della fede e la prosperità, ebbe a dire: «La religione ha generato la prosperità e la figlia ha divorato la madre».
Ettore Gotti Tedeschi, sottolineando il giusto rapporto tra Occidente e cristianesimo, evidenzia come il declino morale sia causato dalla rottura di questo legame storico. Tuttavia è bene osservare che siamo di fronte a un fenomeno globale, che ha colpito l’Occidente ma si è esteso in ogni angolo del mondo.
L’autore, forse per una forma di rispetto verso le principali religioni monoteiste, limita le sue argomentazioni principalmente al cristianesimo e al cattolicesimo, ma è bene sottolineare che, nei cosiddetti “Paesi sviluppati”, da Oriente a Occidente, da nord a sud, è subentrato un nuovo modus vivendi, quello cioè dettato da un materialismo che assicura una vita comoda e priva di regole.
La società laica, forse in nome della libertà di scelta, non è disposta a condannare o a impedire il dilagare del degrado morale; e anche quando ci prova, non è in grado di farlo per carenza di conoscenza e di saggezza; ciò appare ancora più evidente negli ultimi due secoli. La società contemporanea, non affrontando la causa principale della malattia, gira a vuoto diagnosticandone i sintomi, ma senza ottenere alcun risultato benefico. Oggi le conseguenze di questo fenomeno sono innumerevoli e sotto gli occhi di tutti: volgarità, adulterio, abuso di alcol e droghe, pornografia, abbandono del bene comune, corruzione finanziaria e politica.
In questo bel libro, il mio amico Ettore Gotti Tedeschi, descrive magistralmente come nell’epoca contemporanea il notevole progresso materiale sia andato di pari passo con un deplorevole declino spirituale, che ha reso gli uomini ciechi, causando disumanità dell’uomo verso l’uomo. È evidente come l’umanità sia spinta verso il basso da una forza irresistibile che la trascina rapidamente in un baratro.
Nella società contemporanea il pensiero umano ha subìto un cambiamento così radicale che gli uomini oggi lodano e ammirano cose che fino a poco tempo fa erano considerate ripugnanti da un punto di vista spirituale. Gli uomini di elevata statura intellettuale, i cosiddetti intellettuali moderni, che entrano nell’essenza dei fatti e della verità – l’autore propone come principale esempio Friedrich Nietzsche –, non forniscono però una soluzione o un modello soddisfacente per risolvere il problema, non avendo una soluzione adeguata a costruire il nuovo ordine mondiale che così tanto promuovono.
Il processo di degrado morale, evidentemente, non si è ancora esaurito, anche se si può pensare che esso sia ormai alle battute finali; l’uomo ha bisogno di pace interiore, ha ancora bisogno di trovare risposte alle domande ultime, tutte le altre alternative sono miseramente fallite e prima o poi si tornerà a considerare la fede come la vera unica alternativa, la fede in Dio, nei suoi insegnamenti e comandamenti.
Per arginare e prevenire il degrado morale occorre quindi una società che si rivolga di nuovo a Dio, che consideri le Sacre Scritture e la Tradizione come fonti ispiratrici di una società che non sia radicalmente secolarizzata.
Tutti i testi religiosi indicano quali sono la forza e la debolezza della natura umana, come l’uomo sia capace di compiere allo stesso tempo il bene e il male, delineandone in modo chiaro la linea di confine e mettendolo in guardia dai pericoli del degrado morale. Le Sacre Scritture sono quindi un fondamentale aiuto per capire cosa è buono e cosa è cattivo, per compiere il bene ed evitare il male. In sostanza esse, con amore, saggezza e compassione esortano gli uomini di buona volontà a evitare il degrado morale.
Ettore Gotti Tedeschi, rivolgendosi a tutta l’umanità, lancia un accorato appello perché si abbandoni la strada del degrado morale, riconciliandosi con Dio affinché sia finalmente chiaro a tutti che non si può vivere come se Dio non esistesse, sottolineando il fatto che esiste un unico fine che l’umanità deve perseguire.
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