La via europea per diventare leader nella robotica sanitaria
Dall'Europa 16 milioni di finanziamento per il Dih-Hero, un network paneuropeo guidato dall'Università olandese di Twente con altri 17 partner Quattro anni per diffondere le ultime tecnologie nella salute a partire dalla cura degli anziani
di Francesca Cerati
3' di lettura
E' un progetto ambizioso quello che l'Europa ha deciso di finanziare con 16 milioni di euro. L'iniziativa ha infatti l'obiettivo di accelerare l'ingresso delle nuove tecnologie robotiche in ambito sanitario, sostenendo lo sviluppo delle aziende che operano nel settore.
Coordinato dall'Università di Twente (Paesi Bassi), Dih-Hero (Digital innovation hub for robotics in healthcare) coinvolge 17 partner di ricerca provenienti da 11 paesi europei e oltre 200 partner associati internazionali. Seppur con il termine abusato di “Digital innovation hub”, questa iniziativa si differenzia perchè nasce fin da subito come un network pan-europeo, lasciando al gotha della ricerca il compito di creare massa critica e dare alle imprese un mercato europeo, appetibile anche per gli investitori. Spetta dunque ai 17 centri di eccellenza selezionati - per l'Italia il Politecnico di Milano, l'Iit di Genova e la Scuola Sant'Anna di Pisa - il compito di “curvare lo spazio” tra il mondo della sanità e quello della robotica, mettendo insieme informazioni, servizi, persone, brevetti e tutto quello che serve per cambiare la sanità in senso tecnologico.
Nell'early stage ogni partner è chiamato a gestire un hub ad alta innovazione tecnologica che riunisce università, strutture cliniche, enti di ricerca, Pmi e che mira a fornire soluzioni robotiche di forte impatto nei campi della chirurgia, della riabilitazione, dell'assistenza personale e del training. Ieri si è svolto l'InfoDay a Pontedera organizzato dall'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna. «L'Healthcare robotics è un settore in cui innovazione e competenze devono uscire dai confini regionali per poter arrivare al vero successo - sottolinea Arianna Menciassi, coordinatrice dell'Hub gestito dall'Istituto di Biorobotica e pro-rettrice vicaria della Scuola Sant'Anna di Pisa - Con il Dih cerchiamo di agevolare l'innovazione da parte di piccole e medie imprese italiane che hanno difficoltà a entrare in contatto con i centri extra-nazionali, e allo stesso tempo dare la possibilità a enti associati al nostro nodo di entrare in contatto con realtà straniere alla ricerca di innovazione e di centri dedicati alla sperimentazione».
Giovedì 18, l'InfoDay sarà invece a Genova organizzato dall'Iit-Istituto italiano di tecnologia e da Digital innovation hub Liguria, con la partecipazione di Confindustria e, in collegamento streaming, le sedi nazionali dei Digital innovation hub.
«Dobbiamo creare in un mercato complicato come quello della salute un nuovo modello di business - spiega Giorgio Metta, che dal primo gennaio 2020 diventerà il nuovo direttore scientifico dell'Iit di Genova - Dobbiamo esportare l'innovazione e rendere questa rete europea in via di definizione una massa critica sostenibile nel tempo».
«L'obiettivo - continua Metta - è avere per tutti gli attori dell'healthcare un unico “contenitore”, una struttura permanente che allo scadere del progetto sarà in grado di autofinanziarsi, una sorta di agenzia europea di riferimento per le certificazioni». E aggiunge: «Già oggi Italia, Francia e Germania insieme rappresentano uno dei mercati che produce di più nel campo dell'automazione, capacità uniche che vanno sfruttate per non perdere un treno che sarà decisivo nei prossimi anni». Già, perchè il dato su cui dobbiamo soffermarci non è soltanto che nel 2050 saremo molti di più, ma saremo tanto più anziani, ben 1 miliardo e 570 milioni, di cui 900 milioni in Asia (fonte Boston Consulting).
Di fronte all'intero pianeta che invecchia, e alle esigenze che cambiano, la richiesta di assistenti cognitivi e fisici diventerà enorme. La strategia europea è quindi quella di rendere più efficiente la sanità puntando sulla robotica, dove siamo più avanti, spingendo verso un modello sanitario innovativo che si propaga per contaminazione e non attraverso regole (con 27 paesi con sistemi sanitari e amministrazioni diversi è improponibile). E il top dell'obiettivo è di arrivarci anche con la realizzazione di una robotica sostenibile.
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