Lavoro, a fine mese lo sblocco dei licenziamenti: ecco le proposte in campo
Ai raggi ex tutte le proposte dei partiti sul tema licenziamenti, che sono già molto distanti tra di loro. Il ministro Orlando: blocco selettivo è la strada, ma dipende dalla maggioranza (che è divisa)
di Claudio Tucci
I punti chiave
- La proposta Pd: stop selettivi fino al 30 settembre
- Altolà di Leu: ancora blocco generalizzato fino al 31 ottobre
- M5S: proroga selettiva? Non è la soluzione
- Lega: sostenere le aziende più in difficoltà
- Iv e Fi: tema delicato, freddi sulla proroga del blocco
- Orlando: blocco selettivo strada, ma dipende da maggioranza
3' di lettura
A fine mese inizia lo sblocco, parziale, dei licenziamenti: in base alla normativa oggi vigente, dal 1° luglio, per industria ed edilizia, torna la cassa integrazione ordinaria ma scontata (non si pagano cioè le addizionali fino a dicembre). Chi la utilizza, non potrà licenziare finché usa l’ammortizzatore scontato. Chi invece non ha bisogno di chiedere la cig scontata, perché è in fase di ripartenza, può tornare a licenziare. Per servizi e terziario il blocco dura fino al 31 ottobre, accompagnato dalla cassa emergenziale.
La soluzione, frutto di una equilibrata mediazione portata avanti direttamente dal premier, Mario Draghi, confluita nel decreto Sostegni bis, è oggetto però di discussione tra le forze di maggioranza che tuttavia propongono nuove ipotesi di normative sui licenziamenti. Proposte distanti, a volte anche molto, l’una dall’altra. E una sintesi si annuncia per nulla agevole. Anche perché l’ultima parola spetta a Mario Draghi. Ma vediamo, nel dettaglio, le norme e le posizioni in campo.
La proposta Pd: stop selettivi fino al 30 settembre
Giovedì 10 giugno sono scaduti i termini per gli emendamenti parlamentari al decreto Sostegni bis. Sono stati presentati anche emendamenti sul blocco dei licenziamenti. Il Pd ha proposto di mantenere il blocco dei licenziamenti fino a settembre per le aziende dei settori ancora in crisi, individuati con decreto dai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, e previa sottoscrizione di un accordo con le organizzazioni sindacali. Il ragionamento dem è questo, sintetizzato dalla caprogurppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani: «Non tutti i comparti produttivi - sottolinea l’esperta dem - sono stati colpiti allo stesso modo ed è giusto che vengano mantenute forme di sostegno ai lavoratori. Numerosi indicatori ci dicono che la ripresa economica sta partendo e che la crescita del pil sarà anche più consistente di quanto previsto. Tutelare l’occupazione e aiutare le aziende in questa fase delicata è l’obiettivo che ci siamo dati».
Altolà di Leu: ancora blocco generalizzato fino al 31 ottobre
A sinistra, la proposta di Leu è più radicale: spostare la fine del blocco generalizzato dei licenziamenti al 31 ottobre, analogamente a quanto oggi previsto per servizi, terziario, piccole imprese.
M5S: proroga selettiva? Non è la soluzione
Anche il M5S è intervenuto sul tema, criticando la proposta Pd: «La proroga selettiva del blocco dei licenziamenti non è la soluzione», dicono i grillini, dopo che anche l’ex premier, Giuseppe Conte, aveva criticato la proposta Dem, condivisa invece dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Il M5S ha quindi presentato un emendamento al decreto Sostegni bis che prevede la proroga della cassa integrazione Covid 19 gratuita nel periodo 1° luglio-1° settembre 2021 senza alcun contributo addizionale, a cui viene agganciato il blocco dei licenziamenti in scadenza il prossimo 30 giugno. Un’altra soluzione, quindi, e ancora diversa dalle altre sopra illustrate.
Lega: sostenere le aziende più in difficoltà
La Lega ritiene prioritario sostenere le aziende più in difficoltà, anche a non licenziare. Il sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon, nei giorni scorsi, ha detto che, sul nodo licenziamenti, sarebbe «meglio fare un blocco selettivo per le aziende più in difficoltà», insistendo sulla strada da seguire per riportare alla normalità il mercato del lavoro dopo le misure emergenziali dei decreti anti-Covid. Nuove proroghe, allo scadere del 30 giugno, «sarebbero un segnale sbagliato», ha aggiunto Durigon: «Non ha senso tenere questo vincolo per le aziende che stanno bene e non sono in crisi in una fase di rilancio dell’organizzazione».
Iv e Fi: tema delicato, freddi sulla proroga del blocco
Il tema licenziamenti è «molto delicato, si parla della vita delle persone», riconosce il presidente di Italia Viva Ettore Rosato che insieme a FI sono tra i più freddi rispetto all’ipotesi di prorogare il blocco. A testimoniare come sia ancora lunga la strada per una mediazione fra le forze che sostengono il governo.
Orlando: blocco selettivo strada, ma dipende da maggioranza
Infine, ricordiamo la posizione che esprime da giorni il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Il blocco selettivo dei licenziamenti «è una strada possibile, però a questo punto credo che la dicussione debba passare soprattutto nel confronto tra le forze politiche» perché «è inutile» fare ipotesi che «non trovano poi la convergenza nella maggioranza». Alla domanda sui posti a rischio, Orlando ha risposto: «Non credo ci sarà quello che ho sentito dire, l’ecatombe». Tipo 70mila? «L’ordine di grandezza credo sia quello», ha detto.
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