Lavoro, Intesa Sanpaolo: arriva la settimana corta da 4 giorni. Manca l’accordo con i sindacati
Smart working fino a 120 giorni all'anno, senza limiti mensili, e la settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative a parità di retribuzione
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Intesa Sanpaolo lancia la settimana corta di 4 giorni. Il gruppo annuncia infatti che proporrà ai dipendenti operativi in Italia «un nuovo modello organizzativo del lavoro che va incontro alle esigenze di conciliare gli equilibri di vita professionale e lavorativa e dimostra attenzione al loro benessere, attraverso soluzioni innovative delle modalità lavorative con l'obiettivo di rendere la banca ancora più agile e dinamica, al servizio di una clientela più esigente». La banca ha 74mila dipendenti in Italia.
Tra le principali novità c’è «un'evoluzione dello smart working con la possibilità di lavoro flessibile fino a 120 giorni all'anno, senza limiti mensili, e la settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative a parità di retribuzione, su base volontaria e compatibilmente con le esigenze tecniche-organizzative e produttive della banca». Le novità organizzative verranno introdotte da gennaio senza accordo con i sindacati, dato che il confronto con i rappresentanti dei lavoratori, «pur svolgendosi in maniera proficua e costruttiva, non ha trovato una condivisione sul complesso dei contenuti».
Sindacati: nessun accordo su smart working e orari lavoro
Dai sindacati arriva la comunicazione che nessun accordo è stato raggiunto tra Intesa Sanpaolo e le organizzazioni sindacali (Fabi - First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin) nella trattativa sullo smart working e gli orari di lavoro.
La trattativa ha trovato una «chiusura da parte dell’azienda. In particolare la banca al momento non è stata disponibile a: estendere lo smart working e il 4x9, nemmeno con le necessarie modulazioni, a tutti i colleghi della rete filiali; individuare strumenti tecnici che permettano una reale disconnessione al termine del proprio orario di lavoro; incrementare per tutti il valore del buono pasto; riconoscere il buono pasto intero per le giornate di smart working; riconoscere gli indennizzi per le spese energetiche e di connessione, oltre ad un contributo per l’allestimento della postazione di lavoro», spiegano i sindacati.
Nonostante cinque mesi di trattativa e «alcuni passi in avanti, queste chiusure, incomprensibili visto il più che positivo andamento e l’organizzazione della banca, non hanno permesso la sottoscrizione di un accordo».
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