1' di lettura
«Si era ipotizzato di riaprire il 9 gennaio, invece è stato necessario ripartire il 2, perché il lavoro lo imponeva». Gli ordini arrivano, spiega Laura Colombi, titolare dell’omonimo mollificio, ordini che hanno garantito all’azienda di ripartire e spingere i ricavi a ridosso dei 13 milioni di euro, ampiamente oltre i livelli pre-Covid. Anno non esaltante il 2022, con ricavi in lieve flessione dopo il botto del 2021 per effetto della frenata dei costruttori di elettrodomestici, ma comunque ancora positivo nei margini, per un’azienda che con oltre 300 clienti sparsi in numerosi settori dell’economia offre uno spaccato realistico dei tempi. «La domanda in generale c’è - spiega - e in effetti se in qualche momento siamo stati costretti e perdere lavoro non è stato a causa del mercato ma della carenza dell’organico». Il mollificio, cresciuto di 10 unità (ora è a quota 80) dal periodo pre-Covid, punta ora ad allargare l’organico, tenendo conto di ordini che pur meno brillanti del passato coprono quasi 6 mesi di attività. «Ho sei posizioni aperte che non riesco a coprire - spiega l’imprenditrice - e questo è un guaio perché al momento siamo pieni di cose da fare. Un problema per noi ma in generale per l’intera provincia: il rischio è quello di perdere una intera generazione, qui di ragazzi disposti ad entrare in fabbrica non se ne trovano: tra i 20 e 25 anni è un disastro vero».
- Argomenti
- fabbrica
loading...