Maison Cherie, dalla giacca iconica ai cappotti
Collezioni quasi «su misura» per una clientela che spazia dall’Italia (85%) fino a Stati Uniti e Australia
di Paola Dezza
2' di lettura
«Noi donne dovremmo avere una giornata di 72 ore», esordisce Elisabetta quando ci sentiamo al telefono, sempre di corsa tra ideazione del prodotto, clienti e shooting fotografici. Ti conquista con la sua simpatia ed empatia. Che trasmette alle clienti quando racconta i modelli delle collezioni, autunno-inverno e primavera-estate. «Da sempre mi occupo di moda - racconta -, prima con mia sorella ho creato un brand di borse, poi dopo diversi anni ho scelto di creare un mio marchio di abiti».
Elisabetta Romagnoli vive a Modena, dove si è trasferita per stare con il compagno ed essere più vicina al distretto dei tessuti e della moda di Carpi. Diventa stilista di abiti nel 2017 e da subito raccoglie il consenso della clientela: «Da anni avevo attivato l’e-commerce, ma è con il lockdown per la pandemia che le vendite sono aumentate grazie ai social. Con 23mila follower solo su Instagram», dice. Tutta la produzione è Made in Italy, con il supporto di alcuni laboratori in zona.
Sul canale social di Instagram Elisabetta presenta modelli e collezioni con video che intrattengono le sue clienti, affezionate al suo lavoro di ricerca e trasposizione di modelli nell’attualità e nella vita di tutti i giorni.
«Il mio prodotto è quasi sartoriale - racconta al Sole 24 Ore -. I tessuti sono ricercati». I modelli sono esclusivi e particolari, il capo iconico delle collezioni è una giacca dalle maniche a petalo e con spacchi a taglio a vivo che viene declinata in diversi tessuti e fantasie. La più eclettica è quella camouflage. «Il contrasto creato dal modello con il tessuto camouflage ha dato vita a un capo che ha avuto molto successo», sottolinea Elisabetta. Alle due collezioni vengono affiancate capsule collection, «e qualche volta inserisco varianti di un articolo che ha avuto riscontro - dice la stilista -, con tessuti nuovi. La giacca barocca, iconica, cambia nome in base al tessuto. Si chiama vittoria quella in velluto e così via». La collezione si basa su un centinaio di modelli, declinati poi in diversi tessuti e colori.
L’ispirazione arriva soprattutto dai tessuti, che Elisabetta immagina realizzati, dalle giacche ai cappottini. Ma anche natura e città, musei e cultura offrono motivi di ispirazione.
Ed è proprio sui capispalla che Elisabetta vuole concentrarsi in futuro: «Voglio puntare sempre più su giacche e cappotti - dice -, capi che raccolgono successo».
La clientela è soprattutto italiana, ma anche estera, una cliente persino in Australia, ma in generale in Usa ed Europa. Le vendite vengono realizzate per l’85% in Italia, in tutto il Paese.
I capi della collezione siano tenuti assieme da un filo sottile che li lega, sia nei modelli sia nei colori. Un modo per creare un proprio guardaroba coordinato. Ed è questo un punto importante a favore di Elisabetta, che svolge anche consulenza online a chi desidera avere suggerimenti sugli acquisti e sui modelli più adatti alla propria fisicità e al proprio gusto.
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