Meloni, disgelo con Macron. Italia isolata sui migranti: «Rischiamo 900mila arrivi»
Il presidente francese e la premier italiana: accolto con favore accordo su munizioni e missili all’Ucraina
I punti chiave
- Cooperare su migrazione, industria e spazio
- Accolto con favore accordo su munizioni e missili all’Ucraina
- Meloni: rischio 900mila migranti da Tunisia, l’Italia non è in grado di accoglierli
- «Sul Patto Stabilità Ue impari da suoi errori»
- «Sì a obiettivi ma Ue non decida tecnologie green»
- Auto: per Roma compromesso Ue-Berlino svantaggioso
3' di lettura
Prima giornata di lavori al Consiglio europeo di Bruxelles. In serata la premier italiana Giorgia Meloni ha incontrato prima il collega portoghese Antonio Costa e a seguire il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. L’incontro molto atteso con Macron in un albergo nel centro di Bruxelles - un faccia a faccia diretto, senza delegazioni - è avvenuto nella tarda serata di giovedì a margine del summit dei 27 leader Ue e si è concluso dopo un’ora e 40 minuti di colloquio faccia a faccia. In mattinata Meloni aveva parlato di “contatti” con l’Eliseo per un possibile incontro con Macron a Bruxelles. E aveva spiegato che tra i bilaterali, si sarebbe confrontata anche con il premier polacco Mateusz Morawiecki e con quello greco Kyriakos Mitsotakis
Arrivando al Consiglio europeo e rispondendo a una domanda sulle posizione della Lega sull’Ucraina, la leader di Fratelli d’Italia ha replicato: «No francamente non mi preoccupano. Al di là delle posizioni espresse per lavorare su una posizione alla quale tutti lavoriamo, ovvero la fine del conflitto, ho detto come la penso: non c’è nell’attuale contesto misura più efficace di garantire un equilibrio tra le forze in campo». Ieri durante le comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue si è notata l'iniziale assenza dai banchi del governo di ministri della Lega (successivamente sono arrivati Valditara e Calderoli), contrari all’ulteriore invio di armi a Kiev.
Cooperare su migrazione, industria e spazio
L’incontro a Bruxelles tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni «è stato un’occasione per discutere le opportunità di cooperazione su questioni importanti per entrambi i Paesi, come la migrazione, l’industria e lo spazio». Lo riferiscono fonti dell’Eliseo al termine del bilaterale, sottolineando che il presidente francese e il premier italiano hanno parlato anche della «necessità di continuare a lavorare per la sovranità europea, sia in termini di politica industriale, per garantire la competitività dell’Unione, che di energia, per assicurare la decarbonizzazione delle loro economie».
Accolto con favore accordo su munizioni e missili all’Ucraina
Nel corso dell’incontro a due, la premier italiana e il presidente francese «hanno ribadito la loro determinazione a sostenere l’Ucraina di fronte all’aggressione russa e hanno accolto con favore l’accordo raggiunto per fornire agli ucraini le munizioni e i missili di cui hanno bisogno grazie all’industria europea». Lo riferiscono fonti dell’Eliseo.
Meloni: rischio 900mila migranti da Tunisia, l’Italia non è in grado di accoglierli
In precedenza, a fine giornata del vertice al Consiglio europeo, la premier lancia l’allarme sulla Tunisia: «Se la Tunisia crolla del tutto», ha ammonito, c’è il rischio che arrivino «900mila» persone che l’Italia non è in grado di «accogliere». Meloni è apparsa «molto preoccupata» e ha spinto perché venga approvato il prestito del Fondo Monetario Internazionale per Tunisi, ben consapevole dei rischi che si corrono se la situazione dovesse precipitare anche in Tunisia, oltre alla Libia che dal 2011 è diventata un vero problema per l’Italia. La premier ha anche parlato, durante il vertice, del naufragio avvenuto al largo di Steccato di Cutro, nel Crotonese.
«Sul Patto Stabilità Ue impari da suoi errori»
La premier ha parlato al suo arrivo a Bruxelles a tutto campo. A partire dall’economia. Sul Patto di Stabilità ad esempio «ci sono visioni sempre abbastanza differenti ma io penso che l’Ue debba imparare dai suoi errori, dal passato. Oggi a tutti sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica, digitale, per le catene di approvvigionamento strategiche. Non si può pensare che gli investimenti necessari a rendere competitivo il nostro sistema non siano tenuti in considerazione nella governance», ha detto. E ha aggiunto: «Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti, serve una governance più attenta alla crescita».
«Sì a obiettivi ma Ue non decida tecnologie green»
Sul Fit for 55 la posizione che l’Italia ribadirà è che «fermo restando gli obiettivi della transizione che condividiamo, noi non riteniamo che l’Ue debba occuparsi di stabilire quali siano le tecnologie per arrivare agli obiettivi». «La nostra mi pare una tesi di assoluto buonsenso e quindi confidiamo che possa passare, anche per quel che riguarda i biocarburanti», ha aggiunto.
Auto: per Roma compromesso Ue-Berlino svantaggioso
Sul fronte auto, la soluzione di compromesso tra la Commissione Ue e la Germania sull’inclusione degli e-fuels nel provvedimento sullo stop alle auto inquinanti dal 2035 per l’Italia resta «svantaggiosa». È questa, a quanto si è appreso, la linea che Meloni avrà modo di ribadire nel corso della prima giornata di lavori del Consiglio europeo. Linea che la premier spiegherà anche alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Il tema migranti non è ufficialmente in agenda ma è un tema al quale Meloni tiene molto. E conta comunque di portare all’attenzione dei partner Ue. Sui migranti «mi aspetto passi in avanti. Posso dire che sono soddisfatta della bozza di conclusioni, che chiede alla Commissione di precedere spedita» ha detto la premier.
loading...