sicilia

Messina ultima con 3,95 euro pro capite

L'assessore Tringali rivendica il lavoro fatto per migliorare i servizi

di Nino Amadore

2' di lettura

Un quadro frammentato di risorse e servizi. Questo emerge a colpo d’occhio a Messina nell’ambito dei servizi per l’infanzia. La città, secondo lo studio di Openpolis, si piazza all’ultimo posto in Italia tra le città con oltre 200mila abitanti per spesa pro capite per infanzia, minori e asili nido. Secondo Openpolis, sulla base del bilancio consuntivo del 2019, Messina ha speso 3,95 euro pro capite e in termini assoluti invece 906.402,22 euro. E fa veramente impressione quel dato se messo a confronto con i 185,96 euro pro capite di Trieste o con i 36,22 euro pro capite di Napoli. Bisogna dire, per dovere di cronaca, che nella tabella proposta da Openpolis non compaiono né Palermo né Catania perché al momento della pubblicazione del rapporto non risultavano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

E dunque, detto questo, non sappiamo se, almeno per quanto riguarda la Sicilia, Messina sia veramente messa così male perché potrebbe essere persino piazzata meglio rispetto alle due altre grandi città dell’isola. Resta il fatto che l’impegno su questo fronte in riva allo Stretto è pari a zero. C’è un’altra questione che va detta e viene giustamente sottolineata dagli estensori del rapporto: «Spese maggiori o minori non implicano necessariamente una gestione positiva o negativa della materia. Da notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa».

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Questo è il punto di partenza che mette le mani avanti per evitare possibili polemiche politiche e giudizi sull’amministrazione guidata da Cateno De Luca.  Anche, sappiamo, che sul tema lo scontro tra l’amministrazione peloritana e l’opposizione è andata in scena già qualche mese fa su una questione molto affine a quella di cui stiamo parlando visto che si tratta di finanziamenti regionali per gli asili nido. Alla fine, era settembre 2020, il vicesindaco del capoluogo peloritano Carlotta Previti ha assicurato che il comune ha ottenuto finanziamenti per due micronidi: nulla di risolutivo ma certamente un passo avanti. «Noi - dice Laura Tringali che in giunta ha la delega alla Pubblica istruzione - abbiamo fatto quello che in 40 anni non era stato fatto. Gli asili comunali, per esempio, ora sono quattro». E non si può certo nascondere la buona volontà dell’assessore dimostrata anche nello sforzo di recuperare dati quanto più aggiornati possibile anche se riferiti al 2020 con spese che è difficile capire se finiranno nel capitolo esaminato dai ricercatori di Openpolis, magari per un prossimo approfondimento. «Solo per gli asili nido per il 2020 la spesa è stata di 1.421.979 euro» dice l’assessore Tringali. E già potremmo dire che si tratta di una cifra in crescita rispetto all’anno precedente se solo avessimo conferma che si tratti di dati omogenei. È tutto molto complicato in una città che di suo è estremamente complessa e per certi versi difficile da capire: «Per le sezioni dell’infanzia va considerato che c’è un’unica voce che comprende mensa, trasporto, piccola manutenzione e riguarda i 23 istituti comprensivi della città. Poi ci sono gli 800 mila euro che abbiamo avuto a valere sui fondi Ue per l’edilizia anti Covid e 400 mila euro per l’edilizia». 

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