ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùZero alcol

Mixology e calici detox: il nuovo trend di bere dealcolato

Virgin o skinny, è tempo di mocktail: cocktail senza o con basso contenuto alcolico, ma stesso gusto. Una sfida per i bartender che si allarga anche ai sommelier.

di Barbara Sgarzi

5' di lettura

Bere mocktail e vini a basso quantitativo alcolico non è più percepito come un castigo necessario nei periodi di detox. Il mondo wine & spirits offre già da anni alternative più sane e piacevoli al palato per chi vuole godersi un aperitivo o una cena limitando l'assunzione di alcolici: per salute, per scelta, per dieta o perché quella sera si metterà al volante. Una tendenza non recentissima: già nell'Inghilterra di fine Ottocento, ad esempio, si sperimentavano i primi bar alcol free, e oggi i locali più glam del mondo hanno, tutti, un menu di miscelazioni salutiste. Secondo l'istituto londinese di analisi di mercato Iwsr, le bevande no e low alcol arrivano al 3,5 per cento dei volumi totali nei mercati top. Nel 2021, l'aumento ha raggiunto il sei per cento e fino al 2025 si prospetta una crescita dell'otto per cento all'anno. Dai vini alla mixology, ecco come bere (anche) alcol free nei prossimi mesi, senza dimenticare gusto e aromi. A partire dalle bollicine più insolite: quelle a base di tè.

Il Meneghino di Filippo Sisti, servito aIl Circolino di Monza, coni suoi 8 gradi è un low alcol per aperitivo. Tra gli ingredienti, cordiale di arancia e zafferano, prosecco allo zenzero, sorbetto al Campari (ph JACOPO SALVI/fpro).

Degustazioni insolite

Loading...

Creato dall'esperto sommelier Jacob Kocemba mentre lavorava con un ristorante stellato di Copenhagen, perché non riusciva a trovare – nonostante una cantina con 1.700 etichette – l'abbinamento migliore per un dessert, lo Sparkling Tea ha avuto un successo così immediato tra i clienti da diventare, pochi anni dopo, un vero marchio, il Copenhagen Sparkling Tea Company , servito in 23 Paesi e nei migliori ristoranti del mondo, fra i quali 50 stellati Michelin e il locale di Alain Ducasse a Macao. Nel tempo, l'offerta si è ampliata a ben 13 diversi tè: neri, bianchi e oolong, tutti biologici e rigorosamente preparati e miscelati a mano, ai quali il naso e il palato di Kocemba aggiungono spezie e aromi. Non manca, come per un vino pregiato, il momento dell'affinamento: ogni bottiglia riposa per un periodo compreso tra otto e 12 settimane prima di riempire il calice con bollicine davvero insolite. Da servire, raccomanda il suo creatore, a una temperatura di cinque gradi.

Un gin tonic a grado zero realizzato con OPPURE, nuovo brand di spirits alcol free creato da Mattia Pastori in collaborazione con Nonsolococktails. La ricetta prevede 1 parte di Oppure, 2 parti di Tonica Rovere Sanpellegrino, 1 fetta di lime, 1 rametto di rosmarino, un pinch di sale (ph Stefania Zanetti).

Ready to drink

Blend già pronti in bottiglia, i cosiddetti RTD, cioè i ready-to-drink. I cocktail virgin, con tutti gli ingredienti classici tranne la componente alcolica. E i drink skinny, così detti per sottolinearne l'aspetto dietetico. La mixology ci ha abituati da anni alle alternative per salutisti e astemi, con un mercato che prevede stime di crescita del 400 per cento entro il 2024. Mattia Pastori , esperto e docente di mixology, ha appena lanciato il nuovo spirit Oppure, una sorta di gin alcol free di altissima qualità, perfetto sia bevuto liscio sia come base del gin tonic. Idearlo non è stato semplice, visto che bisogna mixare attentamente gli ingredienti per mantenere complessità, gusto e aroma senza superare gli 0,5 gradi alcolici. Un gioco di equilibri che ha richiesto un anno e mezzo di lavoro e che si basa sulle botanicals del rosmarino, del bergamotto e del ginger lime, con il sale come tocco finale ed esaltatore di sapore. Lo chef Andrea Aprea, recentemente stellato con il suo nuovo ristorante milanese , ha creato già da tempo una serie di pairing senza alcol per Il Faro di Capo d'Orso , in costiera amalfitana, in collaborazione con il maître e sommelier Bonny Ferrara. Ad accompagnare le creazioni di Aprea, che in Campania aveva già raggiunto le due stelle, c'è l'infuso di macchia mediterranea con rosmarino, basilico e limone e il succo d'uva frizzante realizzato da Ferrara. Per gli amanti del rito dell'aperitivo, arriva lo spritz con poco alcol e, ancora più importante, poco zucchero. Chandon Garden Spritz è un mix pronto da servire, con la sola aggiunta di una fettina di arancia essiccata, una stecca di cannella e circa la metà degli zuccheri normalmente presenti in aperitivi simili. L'enologa Ana Paula Bartolucci delle cantine Chandon ha provato ben 64 versioni prima di scegliere quella sul mercato, che mixa uno spumante brut ottenuto da Chardonnay, Pinot Noir e Sémillon coltivati sull'altopiano di Mendoza, a circa mille metri, con un liquore all'arancia di Valencia macerata con (poco) alcol, erbe e spezie che regalano aromi rinfrescanti e una punta di amaro. Porta la firma low alcol anche la recente riapertura dello storico Il Circolino a Monza , con cucina firmata da Claudio Sadler e lista dei drink creata dal mixologist internazionale Filippo Sisti. La nuova icona qui è il Meneghino, che richiama la capitale dell'aperitivo, ma con solo 8 gradi. Tra gli ingredienti, bitter rouge bianco, vermouth bianco, cordiale di arancia e zafferano, prosecco allo zenzero, sorbetto al Campari.

Lo Sparkling Tea creato da Jacob Kocemba può essere abbinato a tutti i piatti, dall'antipasto al dolce. Anche se è senza alcol, è da servire in un calice di vetro (ph Marie Wengler).

Sorprendente, sparkling e non

È amato dai giovani, i Millennials e la gen Z, che cercano bevande a basso contenuto calorico. E ha persino convinto i consumatori più esigenti e appassionati, che lo guardavano con sospetto. Il vino a basso o zero contenuto alcolico si è evoluto rapidamente e ormai convince anche chi temeva che, con l'alcol, volassero via anche aromi e complessità. Un rischio superato dalle ultime sperimentazioni di Martin Foradori Hofstätter , il viticoltore altoatesino che, dopo le bollicine Steinbock “dealcolate” – questa la dicitura corretta – all'ultimo Vinitaly ha lanciato la versione ferma del suo vino: non certo, sottolinea, un semplice succo d'uva. I grappoli di Riesling vengono da vigneti nobili lungo la Mosella: durante una delicata pressatura sono privati dall'alcol mediante un innovativo processo di distillazione sottovuoto. Gli aromi fruttati, tipici del Riesling, rimangono così preservati ed esaltati anche a zero alcol. Un grande successo per il primo lancio, con vendite che hanno superato le aspettative e una previsione per quest'anno di 120mila bottiglie dello sparkling e 15mila del fermo. Il tutto in linea con i numeri della ricerca Nielsen pubblicata da Wine Spectator, secondo la quale le vendite del vino senza alcol sono aumentate del 43 per cento nella prima metà del 2021. In Italia si guarda con molto interesse anche alle sperimentazioni del giovane enologo Jacopo Vagaggini, studi in enologia a Oxford e a Bordeaux, nuova generazione dell'azienda maremmana Amantis . E sono già nati portali e-commerce dedicati come Zeroalcol , che vende online una buona gamma di prodotti italiani e stranieri. Per quanto riguarda il resto del mondo, fra le etichette senza alcol più apprezzate c'è ancora un Riesling tedesco, questa volta della zona del Rheingau, il Leitz Eins Zwei Zero Riesling, disponibile in bianco e in rosé, mentre a spuntarla tra i rossi no alcol più amati al mondo è un californiano della Napa Valley, l'Ariel Cabernet Sauvignon.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...
Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti