Molnupiravir, come agisce il farmaco antivirale di Merck che dimezza i ricoveri per Covid
Molnupiravir, che fa parte di una classe di farmaci chiamati analoghi ribonucleosidici, agisce inserendosi in un filamento di Rna virale di nuova formazione
di Francesca Cerati
4' di lettura
Un farmaco antivirale ha ridotto di circa il 50% le possibilità che i pazienti con nuova diagnosi di Covid-19 vengano ricoverati in ospedale. È quanto hanno annunciato, in un comunicato stampa, Merck & Co – conosciuta come Msd al di fuori degli Stati Uniti e del Canada – e Ridgeback Biotherapeutics sulla base dei risultati dell'interim analysis di fase III del trial MOVe-OUT, condotto su adulti non ospedalizzati con almeno un fattore di rischio e con Covid-19 in forma lieve o moderata.
Un ciclo di cinque giorni di molnupiravir (questo il nome dell’antivirale) per via orale ha ridotto sia l’ospedalizzazione che la morte rispetto al placebo. In particolare, nel gruppo placebo, 53 pazienti, cioè il 14,1%, sono stati ricoverati in ospedale o sono morti. Per coloro che hanno ricevuto il farmaco, 28 pazienti, ovvero il 7,3%, è stato ricoverato in ospedale o è deceduto.
Verso autorizzazione a uso di emergenza
I dati dello studio non sono ancora stati sottoposti a revisione paritaria, però, sulla base della raccomandazione di un Comitato indipendente di monitoraggio dei dati e in consultazione con la Food and Drug Administration (Fda) statunitense, il reclutamento dei pazienti nello studio è stato interrotto anticipatamente in base a questi risultati positivi.
Tali comitati hanno il compito di assicurarsi che gli studi siano nel migliore interesse dei pazienti e raccomandano che vengano interrotti se è evidente che un farmaco è efficace.
Con questi risultati Msd ha intenzione di richiedere quanto prima un'autorizzazione all'uso per emergenza (Eua) alla Fda statunitense e allo stesso tempo, ad altre agenzie regolatorie a livello mondiale.
Come agisce
Molnupiravir, che fa parte di una classe di farmaci chiamati analoghi ribonucleosidici, agisce inserendosi in un filamento di Rna virale di nuova formazione, impedendogli di crescere e di replicarsi. Inoltre, i dati preclinici e clinici hanno dimostrato che il farmaco è attivo nei confronti della maggior parte delle più comuni varianti di Sars-CoV-2.
Molnupiravir è stato scoperto da un'azienda biotecnologica no-profit di proprietà della Emory University, ed è sviluppato da Msd in collaborazione con Ridgeback Biotherapeutics.
Secondo gli esperti, molnupiravir e altri agenti ad azione diretta possono anche essere combinati in cocktail terapeutici, rispecchiando il modo in cui oggi vengono somministrati farmaci per malattie virali come l’Hiv e l’epatite C.
Il concetto è che con farmaci che hanno meccanismi d’azione diversi e complementari è estremamente improbabile che un virus possa trovare un modo per aggirarli contemporaneamente.
Gli analoghi ribonucleosidici possano, ad esempio, essere combinati con gli inibitori della proteasi, che prendono di mira gli enzimi coinvolti nella replicazione virale. Lungo quelle linee, Pfizer ha attualmente un inibitore della proteasi orale per Covid nei primi studi clinici. Conosciuto come PF-07321332, il farmaco potrebbe anch’esso essere usato al primo segno di infezione.
Disporre di un semplice farmaco orale per trattare il Covid-19 è stato un obiettivo fin dall’inizio della pandemia. Anche farmaci come il remdesivir riducono i ricoveri ospedalieri se somministrati all’inizio del decorso della malattia, ma lo svantaggio è che devono essere somministrati per via endovenosa e quindi richiedono un’assistenza ospedaliera.
Gli aspetti da chiarire
Se questo farmaco verrà approvato, cambierà nettamente il panorama della terapia anti Covid, ma ci sono ancora aspetti che vanno chiariti, come il profilo degli effetti collaterali o il dosaggio in popolazioni diverse come i bambini e gli obesi.
Nel comunicato stampa sono state rese pubbliche solo informazioni limitate sugli effetti collaterali, ma le società hanno affermato che i tassi erano simili tra il gruppo placebo e il gruppo trattato. Un evento avverso, o un esito negativo, si è verificato nel 35% di coloro che hanno ricevuto molnupiravir e nel 40% di coloro che hanno ricevuto il placebo. Solo l’1,3% dei soggetti trattati con molnupiravir ha interrotto il farmaco a causa di un evento avverso, rispetto al 3,4% che ha interrotto il placebo.
L’accesso al farmaco
Prima di ottenere i risultati dello studio MOVe-OUT (condotto in oltre 170 centri nel mondo), Msd ha già iniziato la produzione di molnupiravir, con l’intento di arrivare a 10 milioni di dosi entro la fine del 2021.
Nei mesi precedenti all'odierno annuncio, Msd ha stipulato un accordo di procurement con il governo degli Stati Uniti; in base a tale accordo, Msd fornirà circa 1,7 milioni di dosi di molnupiravir al governo statunitense, una volta raggiunto un accordo per l'uso in emergenza o per l'approvazione del farmaco.Oltre all'accordo con il governo degli Stati Uniti, Msd sta stipulando accordi di acquisto e fornitura con altri governi a livello mondiale, sempre condizionati a un'autorizzazione regolatoria e discussioni sono in atto con molti altri governi.
Come parte integrante del suo impegno a garantire un accesso globale, Msd ha già annunciato di aver sottoscritto accordi di licenza volontaria non esclusiva con produttori consolidati di farmaci generici per accelerare la disponibilità del nuovo antivirale in più di 100 Paesi a basso o medio reddito sempre sulla base di un'esistente approvazione o autorizzazione all'uso in emergenza rilasciata dalle locali agenzie regolatorie.
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