ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùAveva 70 anni

Morta Maria Giovanna Maglie, giornalista e polemista che non voleva passare inosservata

Era ricoverata a Roma dopo un intervento. Dall’Unità passò alla Rai, la Guerra del Golfo la rese celebre. Ultimi anni su posizioni vicine alla Lega

di Francesco Prisco

Addio alla giornalista Maria Giovanna Maglie, ecco la presentazione del suo libro nel 2017

3' di lettura

L’attenzione per la politica internazionale, il gusto per la polemica, la militanza. Tutte queste cose insieme erano Maria Giovanna Maglie, giornalista morta a 70 anni d’età all’Ospedale San Camillo di Roma, dove era ricoverata a seguito di un intervento. Volto popolare di Rai 2 negli anni Novanta, più di recente autrice e opinionista in numerose trasmissioni Tv («serie» ma anche pop), si distingueva per le prese di posizione tranchant che immancabilmente polarizzavano il pubblico. E in Tv si sa che spesso e volentieri ciò che divide unisce, perché funziona.

Dall’Unità all’amicizia con Craxi

Veneziana di nascita, si era trasferita a Roma ancora bambina e alla Sapienza si era laureata in filosofia. La prima sua palestra di giornalismo fu l’Unità, dove scriveva soprattutto di America Latina. «Da ragazza mi ero iscritta al Pci perché a quell’epoca o ti drogavi o facevi la terrorista o ti iscrivevi al Pci. Io, da buona ragazza borghese, ho scelto la terza. Poi, col tempo, sono entrata in crisi. Seguendo la politica internazionale, capii che non potevo più rimanere coi comunisti. Mi presi un anno sabbatico alla fine del quale, grazie a Margherita Boniver, conosco Craxi», dirà in un’intervista al Corriere della Sera.

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Il passaggio al Tg2 e la Guerra del Golfo

È il 1989 quando il Psi le apre le porte del Tg2, «un telegiornale meraviglioso, che faceva concorrenza al Tg1», racconterà. La Maglie continua con gli esteri ed è spesso inviata in Medio Oriente: «Finisco a “coprire” la guerra del Golfo perché tutti gli altri stavano in vacanza». È un momento di grande popolarità, tanto che la comica Francesca Reggiani le dedica persino un’imitazione nella trasmissione cult di Rai 3 Avanzi. Quando sei sulla cresta dell’onda, va pure a finire che ti sparano addosso: eccola che nel 1993 è costretta dimettersi per uno scandalo di presunte trasferte gonfiate, una vicenda conclusasi con l’archiviazione richiesta dallo stesso pubblico ministero per insussistenza del reato di truffa, dal momento che le note spese contestate non contenevano false fatturazioni. Negli anni della cosiddetta Seconda Repubblica sarà vicina al berlusconismo, collaborando per il Giornale, il Foglio, ancora la Rai, ma anche Radio 24 e Radio Radicale.

La mancata conduzione della striscia post Tg 1

Dopo l’11 settembre gli esteri e più in particolare il Medio Oriente sono un tema decisivo del dibattito pubblico e la Maglie offre spesso punti di vista disallineati. Nel 2006 muore Oriana Fallaci e la giornalista le dedica la biografia Oriana. Incontri e passioni di una grande italiana, edita da Mondadori. In tempi più recenti è vicina alla Lega di Matteo Salvini: con Teresa De Santis direttrice di Rai 1 la Maglie è in lizza per la striscia post Tg 1, la stessa che occupò Il Fatto di Enzo Biagi e oggi occupa Cinque minuti di Bruno Vespa, ma si alza un polverone con l’Usigrai che denuncia irregolarità sulla sua iscrizione all’Ordine dei giornalisti. Alla fine, non se ne farà niente: «Queste sono ancora le stimmate craxiane, le stimmate che mi porto addosso per aver abbandonato trent’anni fa il Pci per i socialisti», commenterà.

La donna che non voleva passare inosservata

Aveva fiuto. Alle elezioni Usa del 2016 in Italia fu praticamente l’unica a prevedere la vittoria di Trump: «un personaggio pop, un divo, una star» che, dal suo punto di vista, si trovava a sfidare «un cadidato già eletto, come la Madonna incoronata: Hillary Clinton». Mezzi termini zero. La Maglie non le ha mai mandate a dire, ha sempre amato alzare il tiro, che si trattasse dei suoi editoriali su Libero o dei suoi interventi all’Isola dei famosi. «Mica lo nego», diceva di sé stessa: «sono una che fa di tutto per non passare inosservata». A giudicare dal coro unanime che adesso le porge l’ultimo saluto, si può dire che ci è riuscita pienamente.


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