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Mutui nella morsa della Bce. Lagarde: «Le banche rinegozino i contratti»

I tassi saliranno ancora e per questo motivo gli istituti di credito hanno tutto l’interesse - per evitare la crescita di crediti incagliati - a rinegoziare i mutui ai propri clienti

di Vito Lops

3' di lettura

I tassi saliranno ancora. E per questo motivo le banche dovrebbero rinegoziare i mutui alle famiglie, in modo tale da evitare di trovarsi crediti incagliati. Questo il succo delle ultime parole di Christine Lagarde. Il governatore della Bce, prima della riunione del 16 marzo dove un «rialzo di 50 punti base è molto molto probabile» ha lanciato, intervistata dal gruppo di media spagnolo Vocento, un messaggio agli istituti di credito che in queste ore stanno facendo melina in tutta Europa di fronte alle richieste di rinegoziazione (per abbassare lo spread e/o rifugiarsi nel fisso) da parte di molti mutuatari, altrimenti costretti a cercare la strada della surroga, il cui buon esito non è sempre scontato in quanto la decisione è rimessa a un altro istituto.

Parlando dei disagi delle famiglie che hanno un mutuo a tasso variabile e stanno facendo fatica a far fronte all’aumento delle rate - visto che l’Euribor un anno fa era negativo e ora è prossimo al 3% - il governatore della Bce si è detta «certa che molte banche sono pronte a rinegoziare i mutui per alleggerire nel tempo l’onere per le famiglie». Non per beneficenza ma perché è nel «loro interesse perché sanno che quando l’inflazione sarà sotto controllo, i tassi di interesse alla fine scenderanno. E non vogliono crediti non pagati nei loro bilanci».

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Le parole dure della Bce sul fronte tassi hanno già raggiunto un obiettivo: quello di portare i futures sugli Euribor più in alto (a scadenza a dicembre è arrivata al 4% come non accadeva dal 2008) e in un certo senso di iniziare a far far il lavoro sporco di abbattimento della domanda aggregata ai mercati finanziari.

Il tema tassi allo stesso tempo è al centro di un dibattito istituzionale. Ieri il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, ha risposto alla Lagarde: «Auspichiamo che la Bce condivida quanto recentemente indicato dal Governatore Visco quando ha ricordato che occorre bilanciare i due rischi che può correre la politica monetaria, “fare troppo poco o fare troppo” e che oggi i due rischi sono simmetrici». Per l’esponente dell’associazione bancaria italiana «nelle attuali circostanze occorre un approccio cauto basato su una attenta analisi dei dati e non troppo su modelli teorici che nelle attuali circostanze, fortemente dipendenti da fattori esogeni, potrebbero risultare non coerenti o addirittura controproducenti».

Tornando sulla situazione italiana, Sabatini ha posto l’attenzione sugli strumenti esistenti per venire incontro alle necessità dei debitori in potenziali situazioni di difficoltà. Si va dalla portabilità dei mutui, ovvero «la possibilità di surroga del mutuo senza costi per il mutuatario, che può quindi cambiare banca e tipologia di mutuo senza oneri aggiuntivi», a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2023, che comprende «l’obbligatorietà per la banca di convertire il mutuo da variabile a fisso in caso di richiesta del proprio cliente». Esiste poi il fondo di solidarietà prima casa «che permette di sospendere il pagamento della rata del mutuo fino a 18 mesi» in caso di eventi come «perdita del posto di lavoro ed ingresso in cassa integrazione».

Intanto sta crescendo il numero delle richieste di surroga, soprattutto da parte di coloro che non rientrano nei parametri previsti dalla nuova legge che tecnicamente obbliga le banche a rinegoziare un variabile a fisso a condizione che il debito residuo sia inferiore a 200mila euro, l’Isee non superiore a 35mila e non si sia mai stati in ritardo nei pagamenti. «Continuiamo a vedere una solida domanda di surroghe partita nell’ultimo trimestre del 2022 - spiega Alessio Santarelli, direttore generale Gruppo Mutuionline -. La grande maggioranza di chi richiede una surroga, siamo all’85% negli ultimi due mesi, volge verso il tasso fisso». Questo non perché i fissi siano a sconto - i tassi Eurirs hanno superato il 3% su varie scadenze, a cui poi bisogna aggiungere lo spread della banca - ma perché così ci si protegge da uno scenario, seppure remoto, che l’inflazione vada fuori controllo a causa dell’eventuale arrivo di una seconda ondata di inflazione, alimentata da una spirale salariale.

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