Nano satelliti: made in Italy in orbita con le aziende di Bari e Como
di Carlo Andrea Finotto e Luca Orlando
3' di lettura
Il futuro è sempre più dei satelliti in miniatura. Piccoli, multifunzione, soprattutto low cost. Destinati a implementare i servizi sia per imprese private sia per enti pubblici. È con questa filosofia che la pugliese Sitael ha firmato un accordo con ArianeSpace per il lancio nel 2019 del nuovo satellite Striving con il lanciatore made in Italy Vega. Il lancio è previsto nel 2019 dal Guiana Space Center, lo spazioporto europeo di Kourou nella Guiana Francese, e Sitael sperimenterà l’Ssms (Small spacecraft mission service), un nuovo sistema di lancio multiplo ideato per piccoli satelliti.
Nel progetto che vede protagonista l’azienda pugliese – società che fa parte del gruppo Angel dell’industriale Vito Pertosa – c’è parecchio made in Italy, visto il coinvolgimento anche dell’Asi, l’Agenzia spaziale italiana.
Il caso della Pmi comasca
Più in generale, c’è molta Italia in orbita, pronta ad andarci o in grado di mandarci altri. È il caso, ad esempio, della comasca D-Orbit , che ha siglato a sua volta un accordo con ArianeSpace: come annunciato proprio da il Sole 24 Ore , «il colosso dei lanci spaziali (1,3 miliardi di ricavi, ordini per 4,7 miliardi con 55 lanci già programmati) ha infatti scelto la tecnologia Ion (InOrbitNow) per posizionare nello spazio il gruppo di satelliti che sarà lanciato il prossimo anno utilizzando un lanciatore Avio costruito a Colleferro».
«Noi pagheremo il “passaggio” ad ArianeSpace - spiega il fondatore di D-Orbit Luca Rossettini - e venderemo a nostra volta gli spazi per lanciare i satelliti: saranno 16-18 oggetti. Il 90% dello spazio utile è già prenotato, per la parte restante stiamo selezionando i clienti». Una commessa da svariati milioni di euro (il costo “standard” di mercato per un passaggio nello spazio di uno di questi oggetti è di 200-300mila euro) che aprirà per l'azienda un mercato in forte espansione, dove l'Europa ha deciso di entrare.
Il progetto dell’azienda barese
Striving è un nuovo servizio commerciale “one-stop-shop” progettato da Sitael che, come spiega l’azienda pugliese «offre a enti, sia privati che pubblici, un accesso allo spazio veloce e a costi competitivi, per validare in orbita nuove tecnologie». L’azienda del gruppo Angel «in qualità di space mission provider, guiderà un team industriale italiano composto anche da Imt, Planetek e Tyvak International. L’infrastruttura del servizio Striving è in fase di sviluppo nell’ambito di una partnership pubblico-privata con l’Agenzia spaziale italiana e l’Agenzia spaziale europea (Esa)».
Il primo satellite di questo nuovo servizio orbiterà a circa 500 km dalla Terra per almeno 2 anni e ospiterà a bordo una serie di strumenti hi-tech creati in collaborazione con Esa e Asi. Quello che sarà lanciato con Arianespace è il terzo dei cinque satelliti attualmente in corso di realizzazione nei laboratori Sitael. I primi due (da 50 e 75 kg) saranno messi in orbita nel corso del 2018 con i provider americani di SpaceX e VirginiOrbit, mentre gli altri sono i primi satelliti del programma Platino, «una delle più importanti missioni dell'Agenzia Spaziale Italiana degli ultimi anni» spiega una nota congiunta, che prevede lo sviluppo di un innovativo satellite da 200 kg per un’ampia gamma di applicazioni spaziali. In ogni caso, pesi e dimensioni ben diversi rispetto ai “giganti” cui l’aerospazio era abituato.
«Basato su piccole piattaforme, Striving si differenzia da altri servizi di dimostrazione in orbita per rapidità, efficacia e concorrenzialità – spiega il ceo di Sitael Nicola Zaccheo –. Il risultato finale sarà un time-to-market drasticamente ridotto e un conseguente più rapido ritorno dell’investimento. Siamo contenti di essere il primo cliente europeo di Vega Ssms e contiamo molto sulle evoluzioni di questo lanciatore per rispondere, in maniera competitiva e totalmente “made in Italy”, alle necessità del mercato dei piccoli satelliti nell'era della Space Economy».
L’accordo siglato a Mola di Bari, dove Sitael ha il quartier generale, rappresenta solo uno dei fronti di innovazione che l’azienda (che conta 350 addetti circa, con un’età media intorno ai 30 anni) sta portando avanti. Di pari importanza oltre alla tipologia dei microsatelliti, anche lo sviluppo di nuove tipologie di propulsori. Porta il “timbro” pugliese, infatti, il primo motore elettrico che non necessita di propellente a bordo e che genera spinta facendo uso dei gas residui presenti nelle orbite terrestri molto basse. Qui sta un’altra delle particolarità della nuova generazione di satelliti: rispetto alle orbite molto elevati di quelli tradizionali (estremamente più pesanti) questi viaggiano ad altezze decisamente inferiori. Il lancio previsto nel 2019, ad esempio, posizionerà più satelliti su un’orbita a circa 500 km dalla Terra.
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