ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùBilancio

Nel 2023 la GAMeC al centro delle manifestazioni di Bg-Bs Capitale della Cultura

La ricca programmazione interdisciplinare all’interno e all’esterno della Galleria grazie al forte supporto dei privati

di Maria Adelaide Marchesoni

5' di lettura

Il 2023 è l'anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura e la programmazione della GAMeC di Bergamo sarà caratterizzata da un programma interdisciplinare all’interno e all’esterno della Galleria, nel quale saranno approfondite alcune tematiche del nostro tempo – la conservazione delle memorie, la smaterializzazione dei processi, la decolonizzazione delle narrazioni, la svolta ecologica – attraverso i linguaggi della pittura, della scultura, del cinema sperimentale, del design e della performance.
Sempre sotto la direzione di Lorenzo Giusti, in carica dal 2018, il museo inaugurerà a febbraio la mostra «Salto nel vuoto. Arte al di là della materia», terzo e ultimo capitolo della «Trilogia della Materia», dedicato al tema della smaterializzazione. Seguiranno in estate la prima mostra personale in un museo italiano dell’artista di origini svizzero-argentine Vivian Suter, l’intervento site-specific per il Palazzo della Ragione dell’artista britannica Rachel Whiteread e un nuovo episodio del ciclo «La Collezione Impermanente». In autunno, mentre le sale del museo saranno abitate dalla performer italiana Chiara Bersani, verranno presentati i progetti dell’artista argentino Tomás Saraceno dedicato a Giovanni Francia – in collaborazione con Fondazione Meru-Medolago Ruggeri per la ricerca biomedica – e dell’artista e regista libanese Ali Cherri, in collaborazione con Fondazione In Between Art Film. Completano il programma del 2023, le installazioni urbane di Objects of Common Interest e Salottobuono rispettivamente per Piazza della Libertà e per Kilometro Rosso Innovation District, nate dalla sinergia tra Comune di Bergamo, Confindustria Bergamo e GAMeC, e la collaborazione con il festival Donizetti Opera (organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti) per la nuova produzione dell’opera «Il diluvio universale» di Gaetano Donizetti, firmata dal duo di artisti italiani MASBEDO.

La situazione economica patrimoniale 2021

La GAMeC di Bergamo può contare sul supporto dei soci fondatori il Comune di Bergamo e la multinazionale Tenaris Dalmine che nella gestione 2021 hanno contribuito con 1,102 milioni (658 mila nella gestione 2020) di cui 430 mila da parte di Tenaris Dalmine (250 mila nel 2020) che garantiscono la programmazione culturale e artistica. Questi contributi insieme ad altri proventi, quali quelli sui progetti (225 mila euro), l'apporto di Banca Intesa e Carvico Spa, ovvero i soci sostenitori insieme allo sponsor Bonaldi Motori Spa che hanno contributo con 255 mila euro circa, portano i proventi da attività tipiche a 1,594 milioni. Le attività connesse hanno generato circa 183 mila euro di cui 57 mila euro circa dai ricavi della biglietteria e 36 mila euro circa dalle visite guidate e i laboratori e, pertanto, il totale dei proventi ammonta 1,8 milioni di euro.
I ricavi generati dalle attività tipiche coprono i relativi oneri pari a 1,16 milioni di euro per la maggior parte destinati ai Servizi per la realizzazione delle mostre (1,029 milioni) per gli allestimenti, i trasporti, l'assicurazione delle opere in prestito, i servizi di guardiania e anche un accantonamento di 215 mila euro destinato a costi futuri e per il trasferimento della sede. I costi di struttura pari a 539 mila euro derivano il 50% dal costo per il personale.

Loading...

La gestione 2021 si chiude con un avanzo di 17 mila euro che va ad alimentare il Patrimonio netto del museo che ammonta 260 mila euro, di cui 208 mila euro relativi al Patrimonio libero (ovvero avanzi degli esercizi precedenti) e 52 mila relativi al fondo di dotazione costituito dai soci Comune di Bergamo e Tenaris Dalmine.

I visitatori e le mostre 2021, l'incidenza dei costi

L'anno 2021 registra un aumento dei visitatori rispetto all'anno precedente: nei 115 i giorni (183 giorni nel 2020) di apertura gli utenti sono stati 24.026 per la sede del museo, di cui 23 mila per la mostra «Nulla è perduto» e 36.946 fuori sede per la mostra dedicata a Ernesto Neto. Nella relazione alla gestione, come di consueto, è indicata l'incidenza dei costi che ha sostenuto per la realizzazione delle mostre. Nel 2021 sono state realizzate 4 mostre di cui una «Ernesto Neto. Mentre la vita ci respira – SoPolpoVit'EreticoLe» a cura di Lorenzo Giusti, dal 10.6 al 26.9.202, ospitata nel Palazzo della Ragione di Bergamo. L'esposizione è stata la prima di un nuovo ciclo triennale curato da Lorenzo Giusti per la Sala delle Capriate, sede estiva della GAMeC ad ingresso gratuito sulla base della convenzione con il Comune di Bergamo firmata nel 2018, per il quarto anno consecutivo. Con un costo totale di 86 mila euro circa, la maggior incidenza riguarda i costi di produzione, allestimento e disallestimento (46 mila euro) e a seguire la guardiania (11 mila euro) e il catalogo (8 mila euro). «Regina. Della Scultura» (dal 28.4 al 19.9) è stata la prima retrospettiva in un museo italiano dedicata alla riscoperta di Regina Cassolo Bracchi, una delle figure più affascinanti, innovative e ancora oggi meno note del panorama artistico europeo del Novecento. La mostra nasce dall'acquisizione da parte della GAMeC e del Centre Pompidou di Parigi di un importante nucleo di opere dell'artista rimasta ai margini della storia e riscoperta adesso quale figura complessa, sperimentatrice, versatile e poetica. Regina è stata la prima donna dell'avanguardia italiana a dedicarsi interamente alla scultura, di cui ha riletto i linguaggi in direzione audace e sperimentale, piegando la ricerca accademica e naturalistica all'uso di materiali inediti. Sul fronte di costi pari a 186 mila euro l'incidenza maggiore è stata per la realizzazione del catalogo una monografia pubblicata da GAMeC Books e Editions du Centre Pompidou (60 mila euro). Dal 10.6 al 19.9 si è svolta «Atem, Lehm “Fiato, Argilla» prima personale in un'istituzione museale italiana dell'artista lettone Daiga Grantina (Saldus, 1985) che ha realizzato un nuovo corpus di opere, una sorta di concetto spaziale site-specific pensato per lo Spazio Zero. La mostra è parte di una serie di iniziative realizzate con il supporto del Club GAMeC – l'associazione degli amici del museo che dal 2005 sostiene le attività della Galleria, volte a promuovere la ricerca artistica contemporanea in tutte le sue forme. Il costo totale è stato pari 120 euro e l'incidenza maggiore è relativa ai costi di acquisizione pari a 61 mila euro che sono stati sostenuti e interamente finanziati nell'ambito del bando PAC promosso dal MiC, per cui GAMeC ha ottenuto un contributo di 65.733 euro. «Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione» (dal 15.10 al 13.02.22) secondo capitolo della «Trilogia della Materia», un progetto espositivo pluriennale inaugurato nell'ottobre 2018 con la mostra «Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile». Il progetto coinvolge storici dell'arte, curatori, filosofi e scienziati per affrontare un discorso trasversale attorno al tema della materia, attivando contestualmente un dialogo con la storia delle scoperte scientifiche e con lo sviluppo delle teorie estetiche. Il programma prevede un ciclo di tre mostre, accompagnate da altrettante pubblicazioni, contraddistinte dalla presenza di autori e opere di generazioni diverse. L'esposizione ha raccolto opere di periodi diversi tra loro, dalle creazioni dada e surrealiste, indicative dell'interesse di alcuni autori – come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray o Leonora Carrington – per il tema dell'alchimia, alle produzioni di alcuni tra i più importanti esponenti delle neoavanguardie – da Yves Klein a Otto Piene, da Robert Smithson ad Hans Haacke – includendo le composizioni di alcuni artisti affini alle poetiche dell'Arte Povera – Pier Paolo Calzolari e Paolo Icaro –, opere scultoree e installazioni di autori emersi negli anni Ottanta – come Rebecca Horn o Liliane Lijn – fino ad arrivare alle ricerche recenti di alcuni tra i più significativi artiste e artisti internazionali delle ultime generazioni, come Olafur Eliasson, Wolfgang Tillmans, Cyprien Gaillard, Otobong Nkanga, Erika Verzutti e numerosi altri. Il costo totale è stato di 466 mila euro e la maggior incidenza è relativa al trasporto delle opere (168 mila euro) pari al 36% seguita dalle operazioni di produzione, allestimento e disallestimento (85 mila) e a seguire Comunicazione (12%) e assicurazione (11%).

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti