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Nel private equity le donne sono molto lontane dai ruoli chiave e mansioni di rilievo

Secondo un’indagine condotta da McKinsey su oltre 66 società nel mondo con l’attuale ritmo per colmare il gap tra i generi serviranno decenni

di Lucilla Incorvati

(photon_photo - stock.adobe.com)

3' di lettura

Cresce l’attenzione per la diversity nel mondo delle società di private equity e degli investitori istituzionali. Ma la strada da percorrere è ancora lunga, soprattutto se si va a vedere chi c’è al comando delle aziende e chi prende decisioni chiave. In un settore che, certamente colpito negativamente dal rialzo dei tassi (nel 2022 ha registrato un rallentamento delle operazioni), resta di vitale importanza per l’economia reale (gestisce attualmente 11,7 mila miliardi di dollari di asset) è sempre più determinante capire la composizione dei suoi talenti.

Un recente studio di McKinsey ha cercato di fare il punto su chi sono i professionisti che decidono come impiegare il capitale, qual è lo stato attuale della diversity di genere nel settore, quali aziende sono in testa e quelle che al contrario sono in coda e il ruolo degli investitori istituzionali che influenzano la rappresentazione dei talenti nelle società. L’analisi ha analizzato nelle principali aree del mondo (Europa, Asia, Nord America) da chi e come sono ricoperti i profili professionali in 66 società di private equity.

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I livelli professionali

L’analisi esamina i sei livelli professionali che si riscontrano nelle aziende di private equity. In ordine decrescente di anzianità si va dai ruoli apicali come ceo ed executive al direttore generale e/o partner, dai principals, direttori operativi e vice presidenti ai senior, agli associati e ai manager per finire ai neo assunti. In particolare, poi sono stati esaminati i ruoli di chi si occupa di investimenti (gestori), di chi riveste ruoli operativi e di chi ha ruoli non legati al mondo degli investimenti.

Le società esaminate hanno un organico di oltre 60mila persone e variano dalle mega società con oltre 100 miliardi di dollari di asset in gestione a quelle con fondi più piccoli con meno di 5 miliardi di dollari di masse gestite. Collettivamente, le società di private equity partecipanti all’indagine gestiscono più di 6mila miliardi di dollari e gli investitori istituzionali partecipanti oltre 5mila miliardi di dollari di patrimonio.

Le risultanze

La ricerca ha rilevato dati incoraggianti di progresso, con la diversity nei comitati di investimento in crescita e la comunicazione delle metriche sulla diversity agli investitori istituzionali in continuo aumento. La ricerca mostra in particolare come le società di private equity hanno quasi raggiunto la parità di genere a livello globale nei ruoli di ingresso (entry level) che a fine 2022 erano ricoperti per il 48% da donne. Tuttavia, c’è ancora lavoro da compiere, in particolare per quanto riguarda la diversità di genere nei ruoli senior legati agli investimenti (investing roles), dove le donne rappresentano il 20% dei ruoli di amministratore delegato e il 15% di direttore generale.

Considerando l’attuale ritmo dei progressi, per colmare la distanza tra i generi , sopratutto nei ruoli apicali, non basteranno decenni. Scorporando i dati e considerando i ruoli legati all’individuazione di investimenti, quelli operativi e altri ruoli non legati all’individuazione di investimenti (non-investing roles), lo studio rileva che le donne ricoprono solo il 33% dei ruoli legati all’individuazione di investimenti ad un livello entry-level rispetto al 44% dei ruoli operativi e al 59% dei ruoli che non riguardano gli investimenti a parità di livello.

Donne lontane dai ruoli apicali

La quota di donne nei ruoli apicali è aumentata del 3,5% nell’ultimo anno, raggiungendo il 17% alla fine del 2022. A livello di direttore generale, la diversity è rimasta costante. Le donne sono leggermente meno rappresentate nei ruoli operativi (con il solo il 25%), dove hanno raggiunto la parità di genere a livello associate (L5) con il 52% ma anche qui il divario resiste nei livelli più alti. Al ritmo attuale, per raggiungere la parità di genere nei ruoli apicali tra chi si occupa di investimenti sarebbero necessari ben più do 60 anni.

Tra i più giovani le prospettive sono più rosee ma parliamo sempre di un decennio. E anche per quanto riguarda la carriera e la promozione, la ricerca di McKinsey mostra che a quasi tutti i livelli, le donne in ruoli legati all'individuazione di investimenti sono promosse in percentuali inferiori rispetto agli uomini. «Le società di private equity stanno mettendo in atto diverse iniziative per incoraggiare la crescita di un bacino di talenti sempre più diversificato e inclusivo.

Sarà importante continuare in questo percorso per creare un ambiente che non solo accolga i singoli membri di un team, ma consenta loro anche di crescere professionalmente, dai ruoli più junior fino a quelli apicali. Un percorso che preveda sia l'assunzione di professioniste dall'esterno sia il sostegno alle risorse già presenti nell'organizzazione, con l'obiettivo di colmare il divario di genere a tutti i livelli professionali», ha commentato Luisa Longhi, Associate Partner di McKinsey & Company.

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