«Nessuna commessa per Ansaldo Energia nel 2023»
Allarme dei sindacati dell’azienda genovese, che hanno indetto uno sciopero e chiedono l’intervento del Governo e dell’azionista Cdp
di Raoul de Forcade
I punti chiave
2' di lettura
Per il 2023 il gruppo Ansaldo Energia non ha commesse firmate e i lavoratori, per protesta, sciopereranno domani, martedì 20 settembre, con un corteo che attraverserà il Ponente genovese per arrivare in centro, sotto il palazzo della prefettura, dove chiederanno che una delegazione sia ricevuta dal prefetto, Renato Franceschelli.
Ansaldo Energia, che produce principalmente grandi turbine a gas (ma ha anche la divisione Nucleare e la Green tech, per le energie alternative), è entrata in crisi, sostengono i vertici del gruppo, per il complicarsi della situazione internazionale, con la guerra in Ucraina, il caro energia, il ritorno al carbone e l’impennarsi dell’inflazione.
Perse 200mila ore di lavoro
«L’azienda ci ha comunicato - scrivono le Rsu di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm, in una nota congiunta - che per il 2023 non ci sono commesse firmate: questo porterà a uno scarico di 200mila ore di lavoro, a partire già dall’1 marzo, destinato ad aumentare se non si riuscisse ad invertire rapidamente la rotta. Una situazione disastrosa per lo stabilimento di Genova».
La ricapitalizzazione da parte di Cassa depositi e prestiti, prosegue a nota, «a 50 giorni dalla richiesta aziendale, non è ancora avvenuta: a oggi nemmeno un euro è stato versato dall’azionista di maggioranza (nelle mani del Governo) per far fronte ai gravi problemi di Ansaldo Energia».
Annullate commesse importanti
In un incontro svoltosi presso Confindustria Genova tra sindacati e vertici aziendali, “è stato ricordato – si legge ancora nella nota - come Ansaldo Energia avesse già firmato, con l’Enel, tre importanti commesse (le centrali a carbone di Brindisi, Civitavecchia e La Casella da riconvertire a gas), poi fermate dal Governo, per scelte di politica energetica (continuare con il carbone)».
«A queste - afferma Christian Venzano, segretario generale della Fim Liguria - bisogna aggiungere le commesse firmate, relative alla linea generatori, per il mercato russo, poi stoppate dal Governo per le sanzioni. E anche un’ulteriore commessa per la riconversione di un’altra centrale in Italia, che era sul punto di essere siglata ed è stata stoppata».
Ricapitalizzazione e piano industriale
Una situazione simile in azienda, aggiunge Venzano, «non si vedeva da 20 anni. Bisogna che il Governo intervenga, dando una risposta forte, perché il gruppo ha un debito importante che era stato, in parte, ridotto, ma che ora, senza commesse, rischia di crescere nuovamente. Ci vogliono la ricapitalizzazione, da parte di Cdp, per mettere in sicurezzal’azienda e i lavoratori, e un piano industriale ben strutturato».
Nell’attuale situazione, sottolinea, infine, la nota congiunta dei sindacati, «noi abbiamo una sola certezza: non permetteremo che i lavoratori siano l’agnello sacrificale di scelte politiche di chi governa e di strategie aziendali poco lungimiranti».
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