Non solo giovani per il Bnpl: la rateizzazione più utilizzata dai quarantenni
Gli acquisti a rate sono privilegiati nella fascia tra i 25 e i 55 anni, con una concentrazione tra 41 e 51 anni, frutto di una scelta consapevole
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Chi pensa che il boom del “buy now pay later” sia attribuibile soprattutto alle esigenze dei più giovani, quelli con meno disponibilità finanziarie, forse si deve ricredere. Perché in realtà i maggiori utilizzatori sono gli utenti di mezza età.
La rateizzazione dei pagamenti digitali da tre rate in su non costituisce una scorciatoia finanziaria da Generazione Z, figlia di una dinamica di acquisto impulsiva, ma rappresenta una scelta consapevole, adottata da un target maturo e coscienzioso, secondo quanto rilevato da un sondaggio di Soisy.
Sono consumatori tra i 25 e i 55 anni, con una presenza più significativa tra i 41 e i 55 anni, soprattutto dipendenti a tempo indeterminato. Prediligono utilizzare questa forma di pagamento per acquisti nell’arredamento-design, elettrodomestici, elettronica e sport, scegliendo con maggiore frequenza – nel 40% dei casi – una durata pari a 12 rate. A seguire sono i piani distribuiti su 10 o 7 rate, indicando quindi una preferenza per l’allungamento della vita del debito.
I consumatori della Lombardia e del Lazio sono quelli che hanno fatto più richieste di finanziamento: rispettivamente 5,59 milioni di € e 4,47 milioni di euro.
La fotografia della diffusione del pagamento rateale online in Italia è stata realizzata da Soisy, fintech che opera nel mondo dei servizi finanziari offrendo una piattaforma online che consente il finanziamento tra privati di acquisti online.
L'indagine è stata condotta nel corso del 2022 analizzando 960 merchant attivi che hanno ottenuto almeno una vendita a rate nel 2021 tramite questa realtà di pagamento, e più di 38mila acquirenti online che, una o più volte nello scorso anno, hanno usufruito del pagamento dilazionato .
A dominare sono gli acquirenti con stipendio fisso: il 65% dei clienti che paga a rate con Soisy è costituito da dipendenti a tempo indeterminato, distribuiti tra settore privato e pubblico rispettivamente per un 50% e un 15% circa.
Sebbene il contratto a tempo indeterminato rappresenti senza dubbio un facilitatore per l'accesso al credito, non ne costituisce la sola prerogativa. A dimostrazione di ciò, alle classi evidenziate seguono pensionati, liberi professionisti, imprenditori e dipendenti a tempo determinato.
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