Normative sui materiali: gestione più efficace grazie al digitale
Il beneficio più rilevante è la possibilità di organizzare i dati di tutti i materiali in un database unico con codici, origini e lista dei fornitori
di Giampiero Volpi *
3' di lettura
Gli Uffici Acquisti delle imprese trattano abitualmente significativi volumi di dati e documenti che ricorrono nella relazione tra cliente e fornitore. Questi riguardano prevalentemente il profilo aziendale del fornitore: tracciamento della sostenibilità finanziaria; attestati della compliance a norme di certificazioni ISO o a norme legislative come i DURC; informative giuridiche ed economiche, come le Visure e i Certificati Camerali.
Tuttavia, nel settore manufatturiero, dove l’Italia si conferma la seconda economia d’Europa, con una estesa struttura produttiva e un’eccellenza nel commercio internazionale, gli Uffici Acquisti devono dedicare la loro attenzione anche ai profili dei materiali, e conoscere e gestire le norme che regolano il loro trattamento in quanto oggetto di acquisto che entra nella catena produttiva. In buona parte dei settori, quali automotive, elettromeccanica, elettronica, chimica, alimentare e altri, basati sulla trasformazione delle materie prime o di semilavorati in semilavorati più complessi o prodotti finiti destinati al mercato, è di fondamentale importanza verificare sistematicamente l’adesione alle normative vigenti.
Uno dei temi più rilevanti è quello dell'origine dei materiali. La norma sull’origine preferenziale rappresenta uno strumento che consente la concessione di benefici daziari nell’importazione ed esportazione di materiali. Una corretta gestione permette di ottenere benefici economici e commerciali notevoli, proteggendo la competitività dell’impresa ed evitando rischi di sanzioni dovute a errate dichiarazioni. L’origine non preferenziale è invece strettamente legata alla nazionalità del Paese di produzione o di ultima trasformazione sostanziale (es. Made in). Ha una valenza commerciale, poiché, agendo sulla qualità percepita del prodotto, può orientare le scelte di acquisto dei consumatori.
Le norme sull’origine dei materiali non sono le uniche a cui l’Ufficio Acquisti deve prestare attenzione. Fra le più rilevanti possiamo citare Reach (Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of Chemicals), regolamento (CE) n. 1907/2006, che ha lo scopo di monitorare i pericoli e i rischi derivanti da sostanze chimiche usate nei materiali. La Direttiva RoHS (Restriction of Hazardous Substances) è la normativa 2002/95/CE che impone restrizioni sull’uso di determinate sostanze pericolose nella produzione di vari tipi di apparecchiature elettriche ed elettroniche e, assieme alla direttiva RAEE o WEEE, è finalizzata alla gestione dello loro smaltimento.
La normativa Dual-use (Regolamento (CE) N. 428/2009), disciplina i flussi di beni che, sebbene abbiano prevalentemente un utilizzo civile, potrebbero anche essere impiegati a scopi militari. Il Regolamento EU 2017/821, relativo ai Conflict Minerals, è la normativa europea inerente ai minerali (stagno, tantalio, tungsteno e oro) provenienti da zone di conflitto. Impone l’osservanza di determinati doveri di diligenza sulla loro catena di approvvigionamento.
La gestione di queste normative, che si incrocia anche con la gestione del rischio di fornitura e della garanzia di un approvvigionamento utile alla sostenibilità dell’impresa, prevede il trattamento di dati e documenti generalmente disomogenei e magari localizzati su diversi sistemi. Il trattamento manuale risulta piuttosto oneroso ed esposto al rischio di errori; viceversa, l’adozione di un’appropriata soluzione digitale può abbattere tempi e numero di difettosità, automatizzando operazioni ripetitive quali invio di mail ai fornitori, copia e incolla di dati e documenti, organizzazione di report. Ma il beneficio più rilevante è la possibilità di organizzare i dati di tutti i materiali in un database unico, con i loro codici, le loro origini, la lista dei relativi fornitori, e così via.
Si amplia così lo spettro delle procedure che possono essere messe in atto per un controllo sistematico e sicuro della completa aderenza formale dell’impresa a tutte le normative. Per esempio, è possibile condurre un’indagine su un singolo materiale e su tutti i suoi fornitori, piuttosto che progettare, pianificare e attuare campagne collettive nei confronti dei fornitori, per raccogliere online dati dettagliati sui loro singoli materiali, nonché la sottoscrizione obbligatoria delle dichiarazioni di compliance contemplate dalle regole di ogni singola normativa (dichiarazioni da presentare generalmente anche offline in forma cartacea).
Una tale organizzazione digitale può produrre dashboard interattive che consentono una consultazione multidimensionale dei dati per individuare punti di attenzione e indirizzare specifiche decisioni operative su qualche materiale o su qualche fornitore. La possibilità di un monitoraggio sistematico permette di assicurare la continuità della compliance a tutte le normative, con il risultato di garantire stabilità nei costi e nell’operatività, gestire rischi, proteggere la reputazione dell’impresa e contribuire ai processi di sostenibilità.
* Strategic Business Analyst - Niuma
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