Orologi femminili, i 35 anni di un'icona, in edizione speciale
Torna protagonista un segnatempo che, ispirato al profumo più famoso di Mademoiselle, racchiude l'essenza stessa della maison parigina e della sua storia.
di Paco Guarnaccia e Francesca Baralis
4' di lettura
Quando si posa lo sguardo sul quadrante di un Première di Chanel non si sta solo leggendo l'ora: si sta guardando Parigi. E contemporaneamente, se si attivano immaginazione e memoria, si avverte un sentore di fiori, gelsomino e rosa centifolia, una qualità rarissima che fiorisce solo una volta all'anno. Con questo orologio, pensato per il polso femminile, nel 1987 è cominciata la saga nel mondo delle lancette della maison francese. Per la forma di cassa e quadrante Jacques Helleu, all'epoca direttore artistico della divisione fragranze e cosmetici della maison, decise di guardare in casa: «Ho rivisto i nostri classici e il tappo in cristallo ottagonale e bisellato del N°5 mi ha ispirato la forma del quadrante», disse al momento del lancio del segnatempo. Un mito recente, che oggi compie 35 anni, si innesta su un mito ultracentenario, il manifesto olfattivo di Coco, un profumo leggendario, senza tempo e da record: il N°5 è il più venduto al mondo, dal 1921 a oggi, si dice una bottiglia ogni 55 secondi.
Fu l'ex profumiere della corte degli zar, Ernest Beaux, a studiarlo per Gabrielle Chanel che voleva un'essenza che “sapesse di buono” e combinò circa 80 ingredienti per ottenerla: una costruzione strutturata e complessa, senza una sola nota dominante, dove ogni componente è esaltata dalle aldeidi, usate per la prima volta in profumeria in questo modo. “Un profumo che non è mai stato fatto, un profumo di donna, con l'odore di donna”. Il tappo del flacone richiama la forma riconoscibile di Place Vendôme, il cui disegno porta la firma di Jules Hardouin-Mansart, l'architetto che Luigi XIV aveva chiamato anche per il progetto del Grand Trianon di Versailles. Un luogo-destinazione, carico di significati perché è proprio lì che Coco scelse di stabilirsi, a partire dal 1937, in una suite al Ritz Hotel. «Il legame di Mademoiselle e Place Vendôme racconta la vera Parigi. Ci sono tante foto che la ritraggono in questa piazza», amava ricordare Karl Lagerfeld. Qui, al civico numero 18, adesso si trova la boutique dedicata agli orologi e ai gioielli Chanel. Così, in un segnatempo che ha la precisione di scandire ogni secondo del presente, è contenuta una storia che si rinnova e rende eterno l'attimo passato.
Oltre alla cassa e al quadrante, un altro elemento fondamentale del primo Première è stato il cinturino la cui ideazione, spiegava lo stesso Helleu, arrivava «dalla catena delle borse trapuntate (un altro mito: la memorabile tracolla 2.55) che mi ha portato a scegliere una soluzione che prevedesse una catena intrecciata di maglie e pelle». Il tutto nelle tonalità oro e nero, ricorrenti nei prodotti della maison. Il primo racconta l'attrazione di Mademoiselle per l'arte barocca, la preziosità e raffinatezza dei palazzi della Serenissima, gli ori veneziani che brillavano nel suo appartamento di Rue Cambon, dove le pareti erano di tela di juta dipinta d'oro con grandi specchi o ricoperte con i paraventi Coromandel, in lacca nera intarsiata di antica arte cinese. Il secondo è il registro stesso dell'eleganza. «Quando troverò un colore più scuro del nero, lo indosserò», diceva.
La prima donna a indossare il Première, nel 1987, fu Inès de la Fressange. La collaborazione tra la modella-musa e la maison era cominciata nel 1984 con il lancio del profumo Coco e non stupisce questo legame. Sua è una frase che potrebbe essere stata detta da Mademoiselle Chanel in persona: «Quello che indossiamo parla della nostra fiducia in noi stesse». Vale per un tubino nero come per quel che si sceglie di portare al polso. Con la sua cassa placcata oro, il suo quadrante nero, il suo bracciale e la sua corona decorata con una pietra incastonata dal taglio cabochon, il Première fu subito un successo: era una trasposizione perfetta dello stile e della storia Chanel dentro a un quadrante.
Da quel momento di strada, nel mondo delle lancette, la maison ne ha fatta moltissima, tanto da far stabilmente parte, ormai da diversi anni, del salotto esclusivo dell'alta orologeria, anche grazie ad alcune evoluzioni successive del Première stesso. Su questo modello, diventato una collezione iconica premiata alle più importanti kermesse del settore, nel 2012 è stato inserito, ad esempio, un complicato tourbillon volante con diamanti la cui forma richiama quella della camelia, altro elemento distintivo di Mademoiselle.
Oggi, a distanza di 35 anni, un altro passo: il Première Original Edition. Attualizzato utilizzando le tecnologie e i materiali più recenti, è una versione completamente nuova e insieme fedele al pezzo originale del 1987. Qui la cassa (26,1 x 20 x 7,65 mm sono le sue dimensioni) è in acciaio con una placcatura in pvd oro giallo 18 carati, molto più resistente rispetto a quella usata sul primo modello; il quadrante è laccato nero; la corona, in acciaio placcata oro giallo 18 carati, è impreziosita da un cabochon in onice; il bracciale è composto da una catena in acciaio placcata oro giallo 18 carati e da due parti in pelle nera. Infine il movimento: in un quarzo ad alta precisione.
La prima campagna dell'orologio aveva come protagonista Claudia Schiffer: la top allora ventiquattrenne era stata ritratta da Patrick Demarchelier. Il volto di oggi, che verrà svelato a fine settembre, è quello di Soo Joo Park, dj asiatico-americana, ritratta in total black con alle spalle un trompe-l'oeil dorato di Parigi. Nota a margine: la modella e il primo esemplare hanno esattamente la stessa età. Nel gioco di richiami fra heritage e attualità, un posto a sé ha la scatola del nuovo orologio. Mademoiselle amava dire che «la bellezza non sta né dentro né fuori, sta nell'aria che ti circonda». Quella che avvolge il Première Original Edition è diafana e candida: una custodia in pelle foderata di raso, con un piccolo cuscino bianco su cui l'orologio viene adagiato. Uno scrigno che è una citazione letterale, perché riprende esattamente i codici della scatola originale. Lo stile è sempre armonia di tutti i dettagli, il contenitore è il preludio del contenuto, ne anticipa il piacere e ne racconta la personalità. Perché, si sa, “per essere insostituibili bisogna essere unici”. E anche questa è una citazione.
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