Oscar: “Everything Everywhere All at Once” è il film dell’anno. Spielberg a mani vuote
Brendan Fraser è il miglior attore protagonista, Michelle Yeoh la miglior attrice. Miglior film internazionale “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. Statuetta per il documentario “Navalny”
di Stefano Biolchini e Andrea Chimento
2' di lettura
“Everything Everywhere All at Once” dei Daniels è il miglior film dell’anno. In una serata davvero poco entusiasmante, Daniel Kwan e Daniel Scheinert hanno trionfato con ben 7 statuette, tutte di peso, tra cui quella alla migliore attrice protagonista, Michelle Yeoh; e ancora l’Oscar per la miglior regia oltre a quello per la miglior sceneggiatura originale. Il film ha ottenuto anche le statuette per il miglior attore non protagonista, Ke Huy Quan, e la migliore attrice non protagonista, un’emozionatissima Jamie Lee Curtis (figlia di Tony Curtis e Janet Leigh), che lo ha dedicato al “plurale” a tutti i suoi familiari e colleghi, e quello per il montaggio a Paul Rogers. Inutile dire che i mancati premi a “The Fabelmans” e a Cate Blanchett (“Tar”) hanno lasciato l’amaro in bocca, come spieghiamo nel pezzo di critica.
L’Oscar per il migliore attore protagonista è stato vinto da Brendan Fraser per “The Whale” di Darren Aronofsky.
L’Oscar per il miglior film internazionale è stato vinto da “Niente di nuovo sul fronte occidentale” del regista tedesco Edward Berger. Il film tedesco, che si è aggiudicato 4 statuette, è stato premiato anche per la miglior scenografia, assegnato a Christian M. Goldbeck ed Ernestine Hipper, per la miglior fotografia a James Friend, e per la miglior colonna sonora a Volker Bertelmann.
“Navalny”
L’Oscar più emozionante della serata, quello per il miglior documentario, è stato vinto da “Navalny” diretto da Daniel Roher. A ritirare il premio anche la moglie dell’oppositore russo, ancora in prigione.
Il premio per la miglior sceneggiatura non originale è stato assegnato a Sarah Polley per “Women Talking”.
Delusione per Alice Rohrwacher e Aldo Signoretti
Nella categoria del miglior cortometraggio in live action niente da fare per Alice Rohrwacher e il suo “Le pupille”: il vincitore è stato, come da pronostici, “An Irish Goodbye” di Tom Berkeley e Ross White. E niente da fare anche per Aldo Signoretti nella categoria del miglior trucco e acconciatura: non ha vinto il suo “Elvis”, ma “The Whale” di Darren Aronofsky.
La prima statuetta della serata è andata a Guillermo del Toro per il film d’animazione stop-motion “Pinocchio”.
“L’animazione è il cinema, non è un genere, è pronta all’avanguardia. Mantenete viva l’animazione nelle vostre discussioni. Dedico questo Oscar all’amore della mia vita, mia moglie, ai miei bimbi, a mia mamma e papà che non ci sono più”, ha detto il messicano Del Toro, favorito della vigilia per l’Oscar per il film tratto dal romanzo di Collodi.
Il premio Oscar per gli effetti sonori è stato assegnato a Mark Weingarten, James H. Mather, Al Nelson, Chris Burton e Mark Taylor per il film “Top Gun: Maverick”.
Il miglior cortometraggio documentario è “Raghu, il piccolo elefante” di Guneet Monga e Kartiki Gonsalves.
La statuetta per la miglior canzone originale è andata a “Naatu Naatu” del film indiano “RRR”.
Lady Gaga
“Abbiamo tutti bisogno di eroi. Trova il tuo eroe dentro di te” ha detto un’insolita Lady Gaga, candidata con “Hold My Hand” da “Top Gun: Maverick”. Il viso senza trucco e l’interpretazione intensa della sua canzone le sono valsi un lungo applauso.
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