Palazzo Chigi esclude tensioni con Nordio. Meloni: vedrò il ministro su iter per migliorare la giustizia
«Il clima nel Cdm è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia», informa una nota
di Nicola Barone
I punti chiave
2' di lettura
Il governo non è diviso. Palazzo Chigi esclude con un atto formale le tensioni con diversi ministri. Ultimo tema di vociferati dissidi il capitolo della riforma delle giustizia che hanno portato Nordio ad escludere tassativamente le proprie dimissioni. «Dopo le notizie infondate circa le presunte divisioni tra il Presidente del Consiglio e il ministro Giorgetti, tra il Presidente del Consiglio e il ministro Piantedosi, oggi è la volta del ministro Nordio. Spiace deludere, ma il clima nel Cdm è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia con Palazzo Chigi», si fa sapere.
In settimana cronoprogramma della riforma
«Nello specifico, il presidente Meloni ribadisce la sua piena fiducia nel Guardasigilli, che ha fortemente voluto a Via Arenula e con il quale mantiene contatti quotidiani». In questo quadro, tra la premier e il ministro Nordio è in agenda per la prossima settimana un incontro «per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana». Il governo è determinato a portare avanti e ad attuare «il programma di coalizione votato dai cittadini per dare all’Italia una giustizia giusta, veloce e vicina a cittadini e imprese».
«Mai pensato a dimettermi», no passi indietro
Le frizioni sono state tante che alcuni hanno parlato di possibili dimissioni del ministro. Smentite dallo stesso Nordio, per il quale di spaccature nella maggioranza non esisterebbero i motivi. «In primo luogo perché con la premier siamo in perfetta sintonia. Poi perché le critiche sono uno stimolo a proseguire. Infine perché la mia risoluzione sulla giustizia è passata con 100 voti contro 50 al Senato e con la stessa percentuale alla Camera».
Salvini spegne il fuoco, basta scontri con i magistrati
Un invito ad abbassare i toni, evitando un incomprensibile scontro tra politica e magistratura dopo la cattura inseguita per trent’anni del super boss Matteo Messina Denaro, anche grazie alle intercettazioni, era arrivato da Matteo Salvini. La Lega è intervenuta nel dibattito sulle intercettazioni dopo che negli ultimi giorni hanno fatto discutere le parole del Guardasigilli circa la volontà di circoscrivere l’uso di queste ultime ai reati di mafia e terrorismo. Una posizione, quella di Nordio, che appariva ad alcuni non del tutto in linea con quella del governo e di parte della maggioranza, FdI innanzitutto con la premier Meloni, mentre Forza Italia sarebbe stata con il ministro Nordio su una impostazione decisamente più garantista.
Ostellari: no al bavaglio all’informazione
È apparsa chiara l’intenzione della Lega di evitare pericolose fughe in avanti. Come provano le parole anche del sottosegretario alla Giustizia Ostellari in materia di intercettazioni e organi di informazione. «La qualità di una democrazia si misura anche dalla libertà della stampa di pubblicare notizie e opinioni scomode. Servono delle regole, perché non può esistere il diritto alla gogna. La soluzione tuttavia va individuata senza mettere il bavaglio ai tanti professionisti dell’informazione che contribuiscono a rendere la nostra società più informata e vigile».
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