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Parma lancia un progetto pilota di formazione e integrazione di migranti

Progetto promosso dall'Unione industriali assieme a Cas, Cpia e scuole di formazione.

di Ilaria Vesentini

AdobeStock

3' di lettura

«È un progetto pilota in Italia per formare migranti e richiedenti asilo e certificarne le competenze linguistiche. Ed è un unicum perché non parte da istanze di inserimento che arrivano dal terzo settore ma da un’idea e degli industriali di Parma che ci hanno ingaggiato per dare il via a un’iniziativa di sistema che rispondesse da un lato al problema delle imprese di trovare profili professionali in settori come edilizia, logistica, alimentare, impiantisica e, dall'altro all'esigenza di includere i migranti che arrivano in città, i cui numeri sono raddoppiati nell’ultimo anno».

Il progetto

A spiegare il progetto “Rete Integrazione Lavoro Parma” (Rilp) sottoscritto e presentato ufficialmente oggi, 12 settembre, a Palazzo Soragna, sede dell’Upi-Unione parmense degli industriali, è Domenico Altieri, ad della coop sociale Biricca, capofila dei Cas (i centri di accoglienza straordinaria coordinati dalle prefetture che oggi ospitano 600 persone nella città ducale, mentre altri 200 migranti sono accolti nei Sai-Servizi di accoglienza integrati gestiti dagli enti locali) partner del progetto. Un progetto che gli industriali finanzieranno attraverso la scuola di formazione Cisita, mentre il Cpia (il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti, le vecchie scuole serali) si occuperà di testare le competenze linguistiche di ingresso dei migranti per smistarli nelle diverse classi e di certificare le competenze alla fine del ciclo di studi.

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Formazione su misura

E in gioco entrano anche il Cse-Centro servizi edili di Parma (la scuola edile) e l’Associazione Next per realizzare attività formative tecniche su misura, una volta appreso l’italiano, per avvicinare i partecipanti al mondo del lavoro. La scuola di italiano del progetto Rilp prenderà il via il 26 settembre e si svilupperà su quattro livelli di didattica (analfabeti, PRE A1, A1, A2) per un massimo di sette classi da 15/20 studenti ciascuna; le lezioni si terranno presso le aule di Cisita Parma, di Cooperativa Biricca e di Associazione San Cristoforo dal lunedì al venerdì in orario preserale. Alla formazione linguistica verrà affiancata un’attività di orientamento e formazione per fornire ai partecipanti la conoscenza del contesto sociale, economico e lavorativo del territorio parmense.

Migranti punto di forza del territorio del tessuto lavorativo

«Il progetto crea le condizioni per trasformare il fenomeno migratorio da problema a punto di forza del territorio e del suo tessuto lavorativo, è una sperimentazione in cui crediamo molto, soprattutto poiché aiuta chi vuole migliorare le proprie condizioni di vita a farlo nella piena legalità, favorendo nel contempo lo sviluppo delle aziende del territorio», commenta Gabriele Buia, presidente degli Industriali parmensi. «Abbiamo iniziato a ragionare del progetto lo scorso autunno, quando i flussi migratori non erano un’emergenza e ora ci rendiamo conto che è sempre più attuale il tema di reinserire velocemente nella vita sociale questi ragazzi, per liberare posti nei centri di accoglienza, che sono saturi e la prefettura non trova altre strutture di accoglienza idonee e operatori – spiega Altieri -. Il bacino cui attingiamo è quello delle 800 persone ospitate tra Cas e Sai, il target del primo anno è accoglierne e formarne 300, con tre cicli di corsi di italiano, il primo da completare entro fine anno e gli altri a seguire a inizio 2024. E sono certo che quando tireremo il bilanci tra costi e risultati sarà più che positivo. Perché si tratta di cifre sostenibili per un ecosistema come Parma, partiamo con 52mila euro per due insegnati full time, che finanzierà l’Upi attraverso Cisita, mentre noi dei Cas fornirermo ai migranti tutto il materiale didattico, libri, quaderni, penne e un secondo ciclo a inizio 2024».

L’inserimento lavorativo

Il pregio del progetto è non solo di includere persone che oggi non possono accedere ai corsi del Cpia di Parma (che garantisce formazione linguistica a circa 150 stranieri l’anno), perché non hanno il permesso di soggiorno «mentre noi inseriremo anche costoro e accelereremo i processi di empowerment - conclude l’ad della Onlus Biricca - ma di rispondere al vuoto che si creerà nei prossimi mesi con il rinnovo dei contratti tra Prefetture e Centri di accoglienza in base alle nuove regole del Dl Cutro, che elimina dai capitolati le lezioni di italiano, la mediazione culturale e lo psicologo. A Parma avremo un sistema di formazione certificato e di inserimento lavorativo che potrà sopperire a prescindere dai riconoscimenti prefettizi».

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