Iva/2

Per gli acquisti si paga sempre in Italia L’eccezione del comodato

Con la registrazione al Reve sono però noti proprietario e utilizzatore

di Anna Abagnale e Benedetto Santacroce

(Adobe Stock)

2' di lettura

L’acquisto di un’autovettura nuova in uno Stato Ue sconta l’Iva locale solo se l’acquirente vi risiede. Quindi, se l’acquirente risiede in Italia, l’imposta va assolta nel nostro Paese: gli acquisti intraUe di veicoli stradali nuovi provenienti da un altro Stato membro e che non siano oggetto di attività d’impresa sono soggetti a Iva in Italia anche se il cedente, l’acquirente o entrambi non sono soggetti passivi d’imposta: se l’imposta non viene pagata, non si può ottenere la targa italiana (decreto interministeriale 5 aprile 2018). Così è ininfluente la recente “liberalizzazione” della circolazione in Italia di veicoli con targa estera.

Ma un caso si presta ad abusi. È il comodato. Un residente in Italia può circolare senza limiti di tempo sul territorio nazionale in base a un contratto di comodato, se lo registra nel Reve. Per come sono formulate le norme attuali, se ne può approfittare per acquistare all’estero ad aliquota ridotta: si può chiedere a un residente in un Paese con aliquota Iva più bassa di acquistare una vettura lì a suo nome. Fiscalmente, sarà un normale acquisto da parte di cittadino residente, quindi con Iva locale. Stipulando poi un contratto di comodato, si potrà prendere l’auto e circolare in Italia.

Loading...

Sembra un éscamotage alla portata di pochi: occorre conoscere residenti in Paesi con Iva bassa e non bilanciata da altre rilevanti tasse locali sull’acquisto. Ma negli anni scorsi alcune indagini hanno dimostrato che talvolta il comodato è offerto in Italia da intermediari con contatti all’estero, in grado di trovare persone che vi acquistino e si intestino vetture. Ma col Reve occorre che queste persone siano via via diverse: il registro contiene non solo i nomi degli utilizzatori in Italia, ma anche quelli degli intestatari esteri, per cui consente di individuare prestanome proprietari di tanti veicoli.

Un abuso poteva verificarsi anche prima, sfruttando i cambi di residenza. Prendiamo un residente in Germania, che, acquistata l’auto con Iva al 19% invece del 22% italiano, si trasferisce in Italia stabilendovi la residenza. Essendo un bene acquistato in territorio tedesco da un privato, l’Iva è dovuta dal cedente nel momento in cui l’operazione è effettuata. L’auto, che ha scontato l’imposta ed è stata immatricolata in Germania, quando è introdotta in Italia dal proprietario è “libera”. La risoluzione 377/E/2007 dell’agenzia delle Entrate, analizzando il caso di un cittadino italiano trasferito in Germania per lavoro che rientrava in Italia, ha ritenuto che il trasferimento in Italia dell’auto acquistata in altro Paese Ue non si configura come acquisto intracomunitario e, dunque, non paga l’Iva in Italia. Chi ne ha la possibilità può quindi stabilire la residenza all’estero per il tempo necessario all’acquisto. Il risparmio è però ridotto dalle spese necessarie per cambiare residenza e nazionalizzare l’auto al rientro.

Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti