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Per le coltivazioni di tabacco accordo da 30 milioni con Bat

Dalla multinazionale British American Tobacco il 10% in più per le forniture da Umbria, Veneto e Campania

di Alessio Romeo

(sima - stock.adobe.com)

2' di lettura

British American Tobacco aumenta gli investimenti per gli acquisti di tabacco italiano. Quest’anno la multinazionale pagherà 30 milioni, il 10% in più della scorsa campagna, per la medesima quantità di forniture di tabacchi di alta qualità: 7mila tonnellate provenienti da Campania, Veneto e Umbria. Un aumento, che porta il totale degli investimenti a 250 milioni in 10 anni a cui si aggiungono i 500 milioni per il nuovo hub di Trieste, concordato dopo una lunga trattativa che tiene conto dei rialzi dei costi di produzione, energetici in particolare, della materia prima. L’accordo è stato presentato questa settimana al ministero delle Politiche agricole dal presidente e amministratore delegato di Bat Italia, Roberta Palazzetti, insieme ai presidenti di Italtab, l’organizzazione che raggruppa i produttori, Vincenzo Argo, e di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Tra le novità annunciate da Bat la partnership di lungo periodo dedicata all'innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale con H-Farm Innovation, piattaforma fondata nel 2005 che gestisce un Campus di 51 ettari alle porte di Venezia, principale polo d'innovazione in Europa, con il progetto “Terraventura” per la digitalizzazione della filiera.

«L’aumento degli investimenti testimonia l’importanza che l’Italia riveste nella strategia globale di Bat – ha detto Palazzetti che è anche direttore dell'area Sud Europa della multinazionale –. L’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale sono alla base del nostro impegno per il settore tabacchicolo italiano e vogliamo dimostrarlo chiamando a raccolta i migliori talenti d’Italia», ha aggiunto in riferimento al progetto che si propone di accelerare la digitalizzazione della filiera: «Crediamo fermamente nella costruzione di una filiera più sostenibile e vogliamo che l'Italia sia protagonista di questa transizione».

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La conferma dei volumi d’acquisto con un impegno finanziario crescente, ha sottolineato il presidente di Italtab «è un segnale di fiducia nella qualità delle nostre aziende altamente specializzate. Confidiamo nelle istituzioni per portare a termine una strategia che incentivi gli investimenti delle manifatture», che negli ultimi anni hanno pagato lo smantellamento degli incentivi europei al settore, storicamente i più alti della Pac, e le conseguenze indirette della lotta al fumo. «All’impegno di Bat – ha aggiunto Giansanti – occorre necessariamente abbinare scelte politiche adeguate a sostenere una filiera che ha saputo rinnovarsi consentendo nuovi investimenti, con 2mila aziende impegnate su una superficie di 14mila ettari che danno lavoro a 50mila addetti».

Il tema centrale della fiscalità è però rimasto sullo sfondo anche se, ha detto il sottosegretario Gian Marco Centinaio «ci confronteremo con il Mef, il mio auspicio è che tutto il settore del tabacco possa contare su contratti pluriennali. Evitare di coltivare tabacco in Europa significa fare un favore a qualcun altro, torniamo all’idea di un’Europa che vuole salvare il mondo mentre i suoi cittadini continuano a fumare. Così come essere sostenibili non vuol dire appaltare ad altri la produzione alimentare».

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