Per Lube e iGuzzini strategie diverse con un obiettivo comune: spingere le vendite anche in Italia
di Michele Romano
2' di lettura
Strategie diverse per un obiettivo prioritario: far crescere le vendite di prodotti marchigiani anche sul mercato interno, visto che i risultati dell’export, conflitto russo-ucraino a parte, stanno tornando velocemente ai livelli pre-Covid. Per il Gruppo Lube (248 milioni di ricavi nel 2021, +24% sul 2020) l’Italia rappresenta il 90% del fatturato: merito dei 500 store Cucine Lube e Creo Kitchens, che permettono all’azienda di Treia di avere una rete di distribuzione controllata e certificata, che oggi consente di avere in pugno una quota di mercato nazionale dell’11,3% (era 10,9% nel 2019 e 10,7% nel 2018, dati Csil) e di confermarsi al primo posto tra i produttori italiani di cucine. «Abbiamo scelto la vendita diretta dei nostri prodotti, senza avere concorrenti – spiega l’ad Fabio Giulianelli -, cercando di avvicinare anche i clienti storici al nostro mondo, purché in esclusiva. Nel corso dell’anno aumenteremo il ritmo di aperture di negozi monomarca e proseguirà anche il piano di investimenti industria 4.0, che abbiamo iniziato nel 2018 e ci consentono di far crescere il livello tecnologico dell’azienda e dei nostri prodotti».
«Ci sono le premesse perché il 2022 sia il miglior anno nella storia dell’azienda». Cristiano Venturini, ceo di iGuzzini, è ottimista nonostante «il led abbia democratizzato il settore dell’illuminotecnica», creando più competizione sul mercato e facendo spesso passare in secondo piano «tecnica, performance, innovazione, design, qualità», pietre miliari lungo i 63 anni della storia dell’azienda di Recanati, che dal 2019 è parte del gruppo svedese Fagerhult. L’estero cresce a doppia cifra e così anche i margini, «merito di una maggiore cultura della qualità e del design», le vendite in Italia (che valgono più del 15% del totale) pure, ma non con lo stesso ritmo: si tratta di un mercato interno ondivago, nell’ambito del quale l’illuminazione «arriva per ultima, sia che si parli della casa che di un edificio pubblico» e price based, «perché chiede qualità senza riconoscerla attraverso un prezzo adeguato». Un mercato che l’azienda di Recanati vuole aggredire dopo aver completato la riorganizzazione interna e investendo maggiormente in comunicazione e nuovi prodotti, accelerando gli investimenti in ricerca e sviluppo, anche grazie a collaborazioni con università e centri tecnologici, e l’orientamento verso benessere e sostenibilità delle soluzioni, che per il 96% utilizzano materiali 100% riciclabili e per l’80% packaging eco-sostenibili.
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