“Piano piano”, un sorprendente racconto di formazione
Nelle sale colpisce l'esordio nel lungometraggio di finzione di Nicola Prosatore. Tra le novità anche “What's Love?” di Shekhar Kapur
di Andrea Chimento
2' di lettura
Un esordio italiano che non ti aspetti: si può riassumere così il primo lungometraggio di finzione di Nicola Prosatore, “Piano piano”, uno dei film più interessanti del weekend in sala.
Ambientato nella Napoli del 1987, anno in cui la squadra partenopea vinse lo scudetto, “Piano piano” racconta la storia di alcune persone che vivono in una palazzina di periferia, ma sono costrette ad andarsene perché una nuova costruzione spazzerà via per sempre il loro piccolo mondo. Tra loro c’è Anna, una tredicenne che non vede l’ora di diventare grande: la madre di quest'ultima, Susi, ripone nella figlia tutte le aspettative di quella vita che lei non ha potuto avere.
Presentato al Festival di Locarno 2022, “Piano piano” è stato uno degli esordi più interessanti, chiacchierati e significativi dell'intera settantacinquesima edizione della kermesse svizzera: intenso e delicato allo stesso tempo, questo racconto di formazione dimostra la mano già matura del suo regista. Prosatore ha firmato la sua opera prima nel cinema di finzione, ma aveva già diretto diversi cortometraggi e prodotti televisivi, tra cui la controversa serie “Wanna”, incentrata su Wanna Marchi e distribuita su Netflix negli ultimi mesi dello scorso anno.
Una favola estremamente reale
È un prodotto senza dubbio anticonvenzionale “Piano piano”, un film che potrebbe essere letto come una favola estremamente iperrealista, in cui la Napoli dell'epoca diventa una sorta di luogo ideale, incantato e brutale allo stesso tempo.Unendo una nostalgia dai contorni amari a una forte presenza onirica, Prosatore dà vita a una pellicola dallo sguardo originale e capace di incuriosire, vittima di alcuni passaggi acerbi nella messinscena, ma anche di una consapevolezza e di un'ambizione registica tutt'altro che da sottovalutare.In questo coming of age in cui Napoli ha un ruolo fondamentale, il regista esplora il passaggio verso l'età adulta e i mutamenti messi in scena non sono soltanto quelli del personaggio principale, ma anche quelli di un film che coerentemente cambia stili e registri nel corso della sua narrazione.Buono il lavoro di tutto il cast, ma una menzione speciale va alla giovane Dominique Donnarumma, chiamata a ricoprire un ruolo davvero complesso.
What's Love?
Film senza dubbio più leggero è “What's Love?”, il nuovo lavoro di Shekar Kapur con protagonisti Lily James e Shazad Latif.I due interpretano Zoe e Kazim, due amici d'infanzia: lei segue lui nel suo viaggio da Londra a Lahore, in Pakistan, per documentare il matrimonio del ragazzo con una donna sconosciuta. La ragazza, osservando quanto sta accadendo al suo amico, inizia a domandarsi se questa esperienza e questa cultura, a lei poco nota, possano insegnarle qualcosa sulla ricerca dell’amore.C'è un tema decisamente convenzionale e già visto alla base di questo prodotto costruito sui buoni sentimenti: è meglio seguire il proprio cuore, oppure il volere delle proprie famiglie per raggiungere la felicità?Per chi è in cerca di una visione rilassante e godibile, può essere il film giusto da vedere nel weekend, ma non chiedetegli più di questo: il cast recita bene (c'è anche Emma Thompson), ma le svolte narrative sono troppo prevedibili e l'intera operazione non si prende alcun rischio per poter uscire da schemi già prestabiliti.
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