Piattaforma green per Jaguar Land Rover
Arriva l’architettura MLA
di Nicola Desiderio
2' di lettura
Nervi saldi e tanta elettrificazione. Di fronte alla prospettiva dell’hard Brexit, Jaguar Land Rover non cambia i programmi per elettrificare, a vario grado, tutte le vetture. Per Land Rover è stato l’anno dell’ibrido plug-in, arrivato con un inedito sistema da 309 cv basato su un 3 cilindri 1.5 (il primo nella storia del marchio) per la Ranger Rover Evoque e la Discovery Sport, ma soprattutto sulla nuova Defender che utilizza invece lo stesso sistema delle Range Rover Classic e Sport: 2 litri ed elettrico per 404 cv inarrestabili, uno 0-100 km/h in 5,6 s. e 30 km/litro pari a 74 g/km di CO2. Arriva anche il nuovo diesel 6 cilindri in linea mild hybrid a 48 volt con potenza fino a 300 cv. Stesse novità sono attese a breve anche per la Velar, ma prima ancora per la Jaguar F-Pace dopo che la I-Pace elettrica ha ricevuto un moderato restyling ed è diventata aggiornabile over-the air, non solo per la telematica di bordo, ma anche per i sistemi di gestione della batteria e del powertrain, così da portare a 470 km l’autonomia permessa dalla sua batteria da 90 kWh e ad immaginare ulteriori miglioramenti per il futuro, senza passaggi in officina. Presto vi sarà anche una versione da 235 kW, per chi bada di più ai consumi che alle prestazioni. Ma la rivoluzione simbolica arriverà a breve con l’arrivo della XJ di nuova generazione: l’ammiraglia infatti diventerà elettrica e sarà basata sulla nuova piattaforma MLA (Modular longitudinal architecture) che la Jaguar utilizzerà anche per un’altra elettrica di dimensioni medie, destinata a mettere i bastoni tra le ruote alle varie Tesla Model 3 e alla BMW i4. A questo proposito, gli inglesi hanno in tasca un accordo con i tedeschi per condividere il powertrain Gen5 e, in attesa di utilizzare il V8 di Monaco, continueranno a produrre il proprio in casa. La MLA farà anche da base ad un inedito crossover elettrico Range Rover che vedremo tra qualche mese, ma a Castle Bromwich guardano oltre: con il progetto Zeus l’obiettivo è avere entro il 2030 un fuoristrada a idrogeno che l’energia se la potrà produrre a bordo, senza prenderla dalla spina ed emettendo solo vapore acqueo.
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