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Picasso guida il XX secolo, sul XXI è speculazione da Christie’s

Due binari per lo schizofrenico catalogo della casa d’asta londinese: blue chip garantite di artisti defunti, speculazione senza freni a base identitaria sulle giovani artiste

di Giovanni Gasparini

3' di lettura

L'estenuante asta televisiva pomeridiana a Londra, serale ad Hong Kong, e mattutina a New York promossa da Christie's il 28 febbraio ha realizzato quasi 130 milioni di £, grazie a 64 lotti venduti sui 74 proposti dopo i ritiri. I lotti spaziavano dall'Impressionismo di fine ‘800 a dipinti ancora freschi la cui età si misura in mesi. L'unico fattore che li accomunava era l'essere tutti prodotti finanziari il cui il valore artistico culturale, quando presente, è sostanzialmente irrilevante rispetto alla loro funzione principale di veicoli economici, capaci di spostare denaro liquido.
Questo meccanismo è sostenuto oramai quasi esclusivamente dalle abbondanti garanzie che coprono praticamente tutti i lotti importanti.
Cosa accade quando le opere non vengono protette da questi prodotti derivati è stato ben evidenziato dai ben 10 lotti invenduti, di cui la metà con stime plurimilionarie. Si tratta di nomi importanti e lavori rispettabili come due dipinti di Kirchner, due di Degas, e poi Rodin, Soutine, Chagall e una serie di artisti tedeschi di diverse generazioni: Polke, Baselitz, Beckmann, Grosz e Heckel.

A Londra i grandi maestri in asta

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Picasso e i grandi nomi garantiti

I cinque lavori di Picasso, composizioni del dopoguerra, sono passate di mano sotto le stime prima dell'aggiunta delle commissioni, in un paio di casi probabilmente al garante di parte terza, e hanno portato 30,3 milioni di £ complessivi.A guidare il gruppo una Jacqueline in sedia a dondolo del 1956 che è finita con ogni probabilità al garante a 16,9 milioni di £ da una stima di 15-20 milioni. Seguono una scontatissimo Moschettiere del 1967 che è stato aggiudicato per 5,4 milioni di £, e un ritratto a toni di grigio di Françoise seduta del 1953 passato di mano a 5,3 milioni, sotto la stima invero ottimistica di 6-9 milioni; tutto sommato si tratta di cifre ragguardevoli per dipinti di terza o quarta scelta però di grandi dimensioni e facilmente riconoscibili come Picasso.

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Fra i realizzi principali, un terzetto di opere post-impressioniste di fine ‘800 guidate da un paesaggio di Cezanne scambiato a 7,1 milioni (6-9 milioni di £ la stima), e due ritratti femminili: rispettivamente una giovane donna addormentata di Renoir che ha sfiorato i 5 milioni, raddoppiando la stima, e una contadina di Van Gogh aggiudicata a 4,8 milioni di £. Due lavori di Lucian Freud garantiti, uno di gioventù dell'immediato dopoguerra e uno naturalistico di soli 20 anni fa, hanno chiuso la gara allo stesso prezzo di 4,6 milioni di £ ciascuno, mentre le opere degli ottuagenari Baselitz, Hockney e Richter hanno realizzato rispettivamente 4,6 milioni con una scultura in legno ‘Frau Paganism', 4,4 milioni col dipinto omaggio a Picasso dell'artista inglese, e 3,8 milioni con un classico lavoro astratto.

Tre i lotti italiani in catalogo, fra cui spicca una rara scultura di Fontana ‘Il Guerriero' in ceramica smaltata verde di oltre un metro del 1948 che ha sfiorato 1,4 milioni, entro la stima alta di 1,5 milioni di £, mentre ha confermato le stime un “Concetto Spaziale” con 5 tagli su fondo rosso a 1,8 milioni (garantiti), e ha sfiorato 2 milioni una composizione di Morandi.

Giovani artiste

Prosegue l'onda speculativa che periodicamente porta nomi sempre diversi a raggiungere prezzi nelle centinaia di migliaia di dollari in pochi mesi. Si tratta generalmente di tele di grandi dimensioni, spesso coloratissime, identificate più per le caratteristiche identitarie di chi le produce che per il loro valore intrinseco. Il lotto di debutto dell'asta e ovviamente record a 730mila £, da una stima di 40-60mila £, è ben rappresentativo di questa ‘logica' speculativa: tre metri quadrati di pittura rosa della non-trentenne Michaela Yearwood-Dan, che si identifica per almeno tre caratteristiche attualmente di moda: non-uomo, non-bianca e di origine non-europea (anche se in realtà di passaporto ed educazione inglese..).
Da notare come due artiste che fino a poco tempo facevano parte di questo gruppo di ‘novità' si trovano ora ad essere protette dalle garanzie, senza le quali i loro prezzi milionari non sarebbero probabilmente sostenibili: si tratta di Cecily Brown la cui opera ‘Make it Rain' del 2014 è stata scambiata per 4,2 milioni, finendo probabilmente al garante, da una stima di 3,5-5,5 milioni, e di Lynette Yiadom-Boakye, la cui opera “Les Partisans' del 2009 ha raggiunto il centro della stima a 1 milione grazie alle commissioni. Per due artiste diventate investimenti troppi importanti per non esser salvati dalle garanzie, vi sono decine di nomi che fino a qualche mese fa erano in irresistibile ascesa e ore paiono scomparse. Tocca ora a Sotheby's proporre due cataloghi più snelli e divisi fra XX e XXI secolo sempre a Londra il 1 marzo.

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