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Qual è il suo modello di sanità?
È basato sulle evidenze scientifiche. Una sanità d’avanguardia che vuole realizzare in Lombardia una moderna medicina delle 5P (predittiva, preventiva, precisa, personalizzata, partecipativa), attraverso la messa a terra dei fondi del Pnrr per la realizzazione di Case e Ospedali di Comunità, la digitalizzazione, l’uso sempre più ampio della telemedicina, dei big data sanitari e dell’intelligenza artificiale, la riorganizzazione delle cure primarie, la convergenza dell’ambito sanitario, socio sanitario e assistenziale, la messa in rete di tutti i soggetti che compongono il sistema lombardo. Una sanità equa e accessibile a tutti, indipendentemente dal reddito, che offre cure in tempi rapidi e fa della prevenzione uno strumento centrale. Una sanità di prossimità che rafforza l’assistenza domiciliare, che crede nella ricerca e nell'innovazione, anche attraverso lo sviluppo di parchi tecnologici come il Mind. Una sanità, infine, con una forte Governance da parte di Regione Lombardia, per far prevalere l’interesse generale e superare inefficienze e rendite di posizione.
Cosa ne pensa dell’autonomia regionale?
L’autonomia è per i lombardi un traguardo da raggiungere. Ovviamente nella cornice costituzionale, definendo e garantendo i livelli essenziali di prestazioni uniformi su tutto il territorio nazionale. Credo che un settore in cui l’autonomia potrà dare i maggiori benefici è quello infrastrutturale. Si deve però tenere conto che il Nord Italia rappresenta un’unità economica che ha una sua omogeneità. Si deve avviare una maggiore collaborazione tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
Quali aiuti dare al mondo produttivo?
Il mondo produttivo lombardo ha una base solida, però negli ultimi dieci anni non c’è stata crescita, e abbiamo due province Pavia e Lodi con performance sotto la media nazionale.Nel mio programma ho individuato quattro linee di sviluppo: acquisizione e sviluppo di un adeguato capitale umano, rafforzamento strutturale-finanziario delle imprese, riconfigurazione strategica delle filiere, sviluppo e diffusione dell’imprenditorialità moderna.
L’attrattività dipende dalla qualità delle imprese stesse, dalla notorietà del loro brand, dal potenziale del loro sviluppo. Ma ancor più dipende da fattori quali la qualità delle infrastrutture (hard e soft), la disponibilità residenziale, l’offerta culturale, la qualità del tempo libero ecc. E su tutti questi aspetti la Regione può fare veramente la differenza.
La politica dei trasporti e delle infrastrutture: cosa occorre fare secondo lei?
Le infrastrutture devono rispondere a criteri di efficacia, efficienza ed equità e il “ciclo di utilità” delle infrastrutture deve essere completo, dalla progettazione ai tempi di realizzazione, alla manutenzione, ai costi di gestione, alla governance. Le opere devono essere realizzate attraverso la partnership fra pubblico e privato e gestite secondo il principio di sussidiarietà, con una rendicontazione trasparente e continua dei risultati ottenuti. Ma soprattutto occorre riequilibrare gli investimenti in tutto il territorio e non solo su Milano.
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